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DAGONOTA - Segnatevi questa data perché oggi è successa una cosa di cui si parlerà per mesi. Renzi che offre il palco di Palazzo Chigi per l'accordo tra una società a controllo pubblico (lo Stato ha solo il 23,5% ma continua a nominare tutti i vertici, vedi l'ultima infornata renziana) e un gruppo di compagnie private (Wind e Vodafone), che taglia le gambe all'ex monopolista (TIM), e dà un vantaggio smisurato al nuovo operatore.
RENZI STARACE BRUGNARO BIANCO DECARO BANDA LARGA
Gli annunci roboanti ("il 100% di copertura con la fibra entro il 2020"), nascondono la realtà: innanzitutto si tratta solo dei mercati più remunerativi, mica dei posti sperduti dove oggi non arriva neanche l'Adsl. Ma soprattutto è molto difficile che la commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager, possa approvare un simile piano.
Il nuovo terzetto, a cui potrà presto unirsi Fastweb, viene infatti clamorosamente sponsorizzato dal governo dopo anni di tarantelle su come cablare questo Paese (lo fa Telecom, no Metroweb, anzi Cdp, forse il Fondo Strategico, ecc).
E il discorso sulle città che non sarebbero servite dalla fibra puzza parecchio. Nella sola Bari, per dire, ci sono già 20mila famiglie che hanno la fibra ad altissima velocità, la cosiddetta FTTH, che arriva fin dentro casa. E la FTTC, che si ferma alle colonnine dei palazzi, meno veloce ma comunque in continua espansione, ha fatto notevoli salti in avanti negli ultimi mesi.
Vivendi ha smentito la cifra di 15mila esuberi paventati dai sindacati di Telecom dopo l'annuncio del piano Enel, ma è davvero difficile capire come potranno stare in piedi due – o addirittura tre, nelle città in cui c'è Fastweb – reti di fibra ottica concorrenti. E non è chiaro se l'investimento sarà pagato, e in quale percentuale, con i proventi delle bollette elettriche di Enel. Sarà questo che il Governo dovrà spiegare alle autorità europee, se non vorrà rischiare un procedimento per Aiuti di Stato.
Sarà un caso che oggi in borsa il titolo Telecom ha perso il 2,8%?
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«L'Italia ha come obiettivo da qui al 2020 di coprire il 100% a 30 mega bps e arrivare al 50% di abbonamenti a 100 mega bps». Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi a palazzo Chigi alla presentazione del piano sulla banda larga insiema all'ad Enel, Francesco Starace. E ha aggiunto: «Qui abbiamo i sindaci che rappresentano le città (Perugia, Bari, Venezia, Catania, Cagliari, ndr) che per prime usufruiranno di un progetto che Enel insieme ad alcune importanti aziende private andranno a realizzare in 224 città. Il tema è banda larga ovunque». Non solo. Il 29 aprile ci saranno già «le prime gare per i 'cluster' C e D” della banda larga».
Quanto alle risorse pubbliche Renzi ha citato «un fondo dello Stato con 4,9mld del Cipe, di cui 3,5 già stanziati di cui 2,2 già andati ad “aree bianche” o a “non interesse di mercato”». E ne ha approfittato per ribadire la sua strategia: «Ci dicono che è un rischio fare le opere. Ma l'unico rischio che ha l'Italia è non sbloccare le opere pubbliche e private».
Renzi: 29 aprile a via gare in aree meno coperte
«Il 29 aprile, giorno in cui abbiamo organizzato un grande evento per i 30 anni di internet centrato su Pisa, partiranno le prima gare per i cluster C e D, dove gli operatori faranno la gara e vinca il migliore» ha detto Renzi alla presentazione del piano sulla banda larga. E ha spiegato che al contrario «le aree A e B sono aree dove il mercato la fa da padrone e i singoli operatori possono intervenire».
Poi ha aggiunto che «a maggio saranno pronti i primi abbonamenti a Perugia», spiegando che le prime cinque città capoluogo in cui parte il progetto presentato oggi sono Perugia, Bari, Venezia, Catania, Cagliari. Dopo sarà la volta, ha annunciato l'ad Enel, Francesco Starace, di Firenze, Genova, Napoli, Padova e Palermo.
«Enel leader globale in tecnologia»
Nel piano del governo sulla banda larga Enel avrà un ruolo strategico. Ruolo spiegato così da Renzi: «Anche se Enel continua a fare la sua parte su energia tradizionale ed elettrica, è anche all'avanguardia sulla tecnologia». E questo ulteriore tassello «offre una possibilità in più sulla banda larga». Il piano dell’Enel prevede «investimenti da approvare gradatamente per circa 2,5 miliardi di euro dedicati allo sviluppo della rete, aperta alla partecipazione di altri investitori».
Starace: partner per Enel Open Fiber dopo l'estate
I partner finanziari di Enel Open Fiber saranno selezionati «dopo l'estate» ha annunciato l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi. A proposito dei soci che dovrebbero entrare in Enel Open Fiber, Starace ha detto: «Abbiamo ricevuto parecchie manifestazioni d'interesse, è presto per dirlo. La selezione dei partner finanziari partirà dopo l'estate».
Ma è di ieri l’intesa di massima raggiunta ieri tra i vertici di Enel Open Fiber, Wind e Vodafone per una partnership commerciale a tre con l'obiettivo di portare la banda ultra larga in 250 città. Il business della banda larga potrebbe diventare strategico per Enel. «Pensiamo che dopo aver fatto questo lavoro in Italia è nostra intenzione farlo in tutte le altre parti del mondo dove abbiamo reti elettriche, ricordo che le abbiamo in molte aree metropolitane importanti» ha aggiunto Starace.
«Fantastico se Telecom in partita»
Il colosso elettrico ha lanciato dunque il guanto di sfida a Telecom Italia sulla rete a banda larga. Ma Starace non ha chiuso la porta a possibili collaborazioni: «Sarebbe fantastico se Telecom facesse parte della partita» ha dettto infatti l'ad dell'Enel.
E ha aggiunto: «Il dialogo c'è stato fin dall'inizio, anzi è il primo operatore con cui abbiamo parlato. Siamo aperti a qualunque soluzione con tutti gli operatori», a partire da partnership nei luoghi dove l'Enel non ha la rete elettrica. Ad esempio «se a Roma Acea volesse far parte» del progetto per la posa della fibra per la banda ultralarga «sarebbe positivo» e «la faremmo anche lì», ha detto Starace.
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