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Da âIl Sole 24 ore'
La procura di Milano ha notificato a Risanamento un avviso di garanzia in virtù della legge 231/2001, in relazione a reati contestati ad ex amministratori della società , che sarebbero stati commessi tra il 23 febbraio e il 19 marzo 2009, prima dell'accordo di ristrutturazione del debito. Lo ha comunicato ieri Risanamento. Nel dettaglio, l'accusa riguarda i reati di aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza contestati a Luigi Zunino, Franco Bonelli, Salvatore Mancuso e Oliviero Bonato.
E sono riferiti ad alcuni comunicati emessi dalla società in quell'arco temporale. Comunicati che, secondo la procura, «contengono informazioni false, non rappresentando fedelmente l'entità del fabbisogno finanziario del gruppo nei successivi 12 mesi». à quanto scrivono i pm Gaetano Ruta, Roberto Pellicano e Laura Pedio, nell'avviso di garanzia e di contestuale chiusura inchiesta, notificato a Zunino, ex presidente e ad della società , Bonelli, Mancuso e Bonati. I comunicati erano stati emessi su sollecitazione della Consob ma, il primo in particolare (quello del 23 febbraio), viene considerato «privo di esaustivo riscontro alle richieste della Commissione».
In particolare, spiegano i magistrati, i comunicati contengono informazioni false, in quanto quello del 23 febbraio 2009 di fatto non affronta, come invece chiesto dalla Commissione, il tema delle linee di credito revolving sottoscritte con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bpm per 65 milioni e con Mps per 10 milioni e non precisa «la natura e l'entità dei fabbisogni finanziari del gruppo relativi ai successivi 12 mesi». Nel comunicato del 3 marzo, invece, si parla di un «fabbisogno complessivo di 86 milioni», quando, per i pm, «il fabbisogno finanziario per il 2009, era alla data dei comunicati, prossimo alla somma di 150 milioni».
Per i pm di Milano, inoltre, un altro comunicato del 25 febbraio 2009 che riguardava i tentativi per la cessione dell'area ex Falck a Limitless Lcc «conteneva informazioni false, poiché le trattative con Limitless Lcc erano già cessate a quella data». Il reato di ostacolo alla vigilanza è contestato in quanto, le informazioni «mendaci» contenute nei comunicati sono state fornite dopo sollecitazione Consob che aveva chiesto lumi sulla situazione finanziaria del gruppo.
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