CGIL SPACCATA COME IL PD - LANDINI SALE SUL PALCO E PROMETTE “BILANCI TRASPARENTI, UN CODICE ETICO, UN SINDACATO CHE CAMBIA”. TANTO OGGI UNA MAGGIORANZA BULGARA VOTERÀ PER CAMUSSO

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Roberto Giovannini per "La Stampa"

È praticamente una contro-relazione, quella del leader della Fiom Maurizio Landini. Una visione della Cgil, dei rapporti col suo popolo, del confronto con governo e controparti radicalmente diversa da quella offerta martedì da Susanna Camusso.

Se il segretario generale riaffermava orgogliosamente la forza e il radicamento della più grande confederazione sindacale italiana, il capo dei metalmeccanici ha contrapposto una diagnosi molto preoccupata di una Cgil in perdita di velocità, e in difficoltà nel rapporto con i lavoratori.

Una Cgil che non sfugge nemmeno a fenomeni preoccupanti - commissariamenti di strutture territoriali e di categoria, ammanchi improvvisi di risorse, sprechi - che richiedono addirittura la predisposizione di un "Codice Etico" per i sindacalisti.

Una Cgil che «se non cambia rischia di far la fine dei partiti politici», che non può limitarsi a ripetere come fosse un mantra «siamo forti, tutto va bene». Specie visto che dall'altra parte della barricata c'è un osso duro come Matteo Renzi, il cui governo, spiega Landini, «gode in questo momento di un consenso sociale che è lo specchio delle cose che non abbiamo fatto negli anni».

C'era attesa, per il discorso di Landini. Che alle 16,30 è salito alla tribuna indossando un maglione rosso per i suoi quindici minuti - come tutti i delegati, segretario generale escluso - utilizzati in una requisitoria gridata e applaudita. Un discorso che innanzitutto ha certificato la rottura della maggioranza "bulgara" che nella fase precongressuale ha visto insieme Camusso e la Fiom.

La minoranza guidata da Landini presenta dunque una propria lista e un proprio documento alternativo a quello del segretario generale.
La spaccatura (che «non è né una frattura, né una scissione») nasce ovviamente dalla firma (contestata dalla Fiom e voluta da Camusso) del Testo unico sulla rappresentanza; un documento che la Fiom cercherà di modificare o forzare attraverso la contrattazione su punti come le sanzioni e l'arbitrato.

L'unità, per Landini, si affronta e si costruisce con il «discutere, discutere, discutere» e con «l'analisi delle differenze per vedere come ricomporla». E in ogni caso, «ho sempre pensato che l'unità della Cgil venga prima dell'unità con Cisl e Uil: sentire Bonanni venire qui fare il paladino della democrazia a me sono venuti i capelli dritti».

«Quell'organizzazione lì», ha detto Landini tra un uragano di applausi, è quella che con l'accordo su Pomigliano e Mirafiori ha «gettato la Cgil fuori dalla Fiat», che ne ha fatto un altro per vanificare la sentenza della Corte Costituzionale, che ha fatto gli accordi separati con Confimi e Federmeccanica. «E noi a dire che non abbiamo problemi ad applaudirlo: ma stiamo scherzando?»

Poi un attacco al segretario generale: in una relazione pure su certi punti condivisibile «non ho apprezzato il silenzio sulla vicenda Fiat, da cui tutto è partito». Va bene, come dice il segretario, riaprire la vertenza con il governo sulle pensioni, sulla questione fiscale e sugli ammortizzatori sociali.

«Ma noi - ha accusato - non siamo stati sconfitti sulle pensioni, noi quella partita non l'abbiamo nemmeno aperta. Insomma, se il governo dice «non rappresentate più nessuno», la risposta non è dire «non è vero» a parole, ma dobbiamo dimostrarlo veramente o non c'è partita.

Non dobbiamo nascondere le difficoltà che abbiamo - ha spiegato Landini - altrimenti è solo questione di tempo, e rischiamo di fare la fine della politica. Dobbiamo cambiare non perché ce lo chiede Renzi ma perché ce lo chiedono i lavoratori, i precari e i giovani».
Infine, la proposta del leader Fiom per moralizzare il sindacato.

«Abbiamo bisogno di riconquistare la fiducia dei lavoratori» e per questo occorre «ricostruire una casa di vetro trasparente non solo sui bilanci ma anche su come spendi i soldi, su come prendi le decisioni, fino ad avere un codice etico che ricostruisca anche i comportamenti morali» all'interno della confederazione.

Brusio in sala: di queste cose non si era mai parlato così apertamente. Oggi la conclusione del Congresso, con Susanna Camusso e il voto per il Direttivo.

 

Maurizio Landini Maurizio Landini e Corrado Formigli Susanna Camusso Nicola Zingaretti Susanna Camusso MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE