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A.M.D. per il "Corriere della Sera"
Una lite tra azionisti. E un «tesoro» sul tavolo di Sotheby's che non andrà all'asta: un dividendo straordinario di 300 milioni di dollari per placare le critiche degli azionisti sugli sperperi della società in crisi. Altre risorse arriveranno dalla vendita dalle sedi di New York e Londra.
à il risultato della revisione finanziaria, un'indagine interna avviata dalla casa d'aste lo scorso settembre, operazione scaturita dall'attacco del raider Daniel Loeb per defenestrare i vertici dell'azienda. Sotheby's adesso procederà anche al riacquisto di titoli propri per 150 milioni di dollari, e alla separazione delle attività in due tronconi, da un lato le aste e le vendite a privati e dall'altro i servizi finanziari.
Il ceo William Ruprecht ha dichiarato che dalla diversa allocazione del capitale sarà possibile ottenere un ritorno del 15% sul capitale investito per l'attività Agency e un rendimento del 20% del capitale netto per i Financial Services. La tempesta Sotheby's è iniziata cinque mesi fa quando Loeb, diventato il primo azionista con una quota del 9,3 %, aveva provato a cacciare il ceo e presidente di Sotheby's William Ruprecht.
Con una lettera pubblica aveva invitato il ceo a dimettersi, dicendo che Sotheby's era simile a «Un dipinto di un vecchio maestro con un disperato bisogno di restauro». Nella lettera di Loeb al board anche l'ultimatum: oltre alla fuoriuscita di Ruprecht, un seggio per sé nel consiglio di amministrazione e una revisione di tutto il management e delle spese. Nel mirino del finanziere Loeb, collezionista d'arte moderna, c'era il compenso di Ruprecht, 6,3 milioni di dollari nel 2012.
E gli sprechi e i lussi dei vertici di Sotheby's, messi in conto agli azionisti nonostante la crisi della società . Nel tentativo arginare la scalata di Loeb e di rassicurare investitori e azionisti, la casa d'asta ha annunciato la dismissione del patrimonio immobiliare. Possibile operazione quella di vendere parte dell'edificio di New York e di spostare i dipendenti che non trattano con i clienti in periferia per liberare spazio. «Non è una semplice decisione di Real Estate Financing», ha dichiarato il direttore finanziario Patrick McClymont, «Abbiamo bisogno di spazio per aste».
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