DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
1- E SE SPUNTASSE UN ASSE GRILLO-BERSANI?
La previsione dei meteorologi è che domani a Roma e a piazza San Giovanni pioverà a dirotto, ma questo non sembra spaventare i seguaci di Beppe Grillo e soprattutto i curiosi che andranno a sentire lo show senza pagare il biglietto.
La previsione invece di gran parte dei politici è di un terremoto che sconvolgerà l'assetto del Parlamento con l'ingresso di un centinaio di eletti di cui - secondo una tabella del "Sole 24 Ore" - il 25,4% è rappresentato da impiegati, il 17,6 da liberi professionisti e solo il 5,9% da imprenditori.
Sulla stampa straniera continuano ad abbondare giudizi ironici nei confronti del leader genovese che il "Financial Times" definisce oggi un "commediante diventato attivista", un composto di esplosivo che ha portato ambienti come Mediobanca, Standard & Poor's e il fondo BlackRock a temere per la stabilità economica e finanziaria. Anche il "Corriere della Sera" che grazie a Paolino Mieli e alla fortunata letteratura sulla "casta" ha imboccato negli ultimi due anni la strada dell'antipolitica, scrive oggi con la penna leggera di Beppe Severgnini che i leader carismatici "devono essere controllati per il nostro e per il loro bene. Altrimenti aspettiamoci amare sorprese".
L'onda lunga dei giudizi negativi e preoccupati non sembra comunque oscurare del tutto il realismo politico. Bersani è sicuro di fare dopo le elezioni un po' di scouting tra i parlamentari 5 Stelle e si cominciano a percepire anche a sinistra segnali di prudenza nei confronti del genovese che riempie le piazze.
Nella comunità degli economisti c'è qualcuno che ha cominciato a esaminare con il lentino le proposte di Grillo e i 15 punti del programma che riguarda l'economia. Secondo quanto lui stesso ha dichiarato in un'intervista alla giornalista Julia Chatterley di Class CNBC, il programma è costituito da idee "che non sono né di destra né di sinistra, e portano la firma di studiosi come il premio Nobel Joseph Stiglitz, Lester R. Brown, Amory Lovins e di istituti specializzati.
à ovvio che nel condimento della sua minestra c'è sempre l'irruenza verbale che tende a colpire il "castello di carte" del Paese cominciando dal Monte dei Paschi di Siena e dalla corruzione. à un ritornello ossessivo al quale si accompagna l'invito a cacciare l'intera classe dirigente della politica e della finanza.
Ma nell'intervista alla giornalista straniera risponde seccamente che l'Italia non dovrebbe uscire dall'euro -http://video.milanofinanza.it/classcnbc/tg-flash/Grillo--Rifonderemo-questo-paese-10693 . Questa affermazione sembra aver dato sollievo agli economisti che si sono presi la briga di analizzare i 15 punti del programma. Così mentre il Centro Einaudi (dove nel comitato scientifico si trova Mario Deaglio, il marito-ispiratore della ministra delle lacrime Fornero) si limita a valutare le percentuali su un eventuale ritorno alle elezioni, ecco alzarsi la voce di altri studiosi che condividono gran parte delle proposte del "commediante diventato attivista". Sono voci che vengono da sinistra come quella di Francesco Daveri, il 52enne docente a Parma e alla Bocconi, che ritiene praticabili gran parte delle proposte economiche di Grillo.
Ieri sera Daveri ,che collabora al sito "LaVoce.info" ed è considerato uno dei più brillanti economisti, lo ha detto chiaramente durante un'intervista nella trasmissione "Sky Tg Economia".
Quando si parla di abolizione delle scatole cinesi in Borsa - ha precisato il professore piacentino - oppure dell'abolizione delle cariche multiple di consiglieri di amministrazione, e ancora, di vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale, non si può che essere d'accordo. E questo vale anche per i grandi temi dell'agricoltura dove il Movimento di Grillo sarà impegnato a evitare lo smantellamento della filiera agroalimentare, e delle privatizzazioni di aziende pubbliche.
Dopo le aperture in stile moroteo che D'Alema ha fatto due giorni fa e che oggi sono riproposte in un'intervista a "Il Fatto" dallo storico di sinistra Miguel Gotor (capolista del Pd in senato e in umbria), il muro dell'incomprensione nei confronti del "pazzo" genovese comincia pian piano a sgretolarsi.
2- PELO E CONTROPELO SULLE SUE CAPACITÃ IMPRENDITORIALI DI MALAGO'-MEGALO' E IL QUADRO SI Ã TINTO DI ROSSO
Fino a pochi giorni fa Giovannino Malagò, battezzato da Dagospia con il nomignolo "Megalò", non avrebbe mai pensato di vincere la battaglia al Coni e di entrare con la fanfara in quel mondo ambiguo dell'informazione che lo ha sempre trattato come lo sciupafemmine amico dell'Avvocato e di Luchino di Montezemolo.
Adesso Giovannino sta prendendo le misure della nuova carica e a quanto sembra intende conservare anche la presidenza del Circolo Aniene perché non ci sarebbe incompatibilità .
L'uomo però è troppo furbo per non sapere che l'esposizione mediatica è sempre accompagnata da un prezzo che in molti casi è difficile da digerire. Prima o poi salterà fuori qualcuno che andrà a cercare qualche scheletro negli armadietti dove sono appese le foto con dedica delle donne che sono cadute tra le sue braccia, compresa Giovannona Salza, moglie di Corradino Passera.
Per il momento la curiosità non sembra morbosa, ma c'è già chi si è preso la cura di fare pelo e contropelo sulle sue capacità imprenditoriali. à il caso del giornalista Stefano Sansonetti di "Italia Oggi" che lo segue fin dall'ottobre 2009 quando ha descritto con precisione le numerose attività industriali e finanziarie del nuovo presidente del Coni.
In quel periodo era scoppiata l'inchiesta sulle piscine costruite per i Mondiali di nuoto, ma a sollevare Malagò-Megalò c'erano i 25 milioni di utili ricavati dalla raffica di partecipazioni, titoli e fondi ascrivibili alle sue attività finanziarie.
Adesso Sansonetti si è dedicato a verificare lo stato di salute delle attività extrasportive di Giovannino e il quadro si è tinto di rosso. Già a metà del 2012 ha perso 3,4 milioni dentro la GL Investimenti, la società messa in piedi a marzo 2008 con Lupo Rattazzi, uno dei sei figli di Susanna Agnelli.
Questo connubio con l'amico Lupo ,che dopo la laurea alla Columbia e un master ad Harvard si è buttato nelle attività finanziarie,ha portato i due soci a rilevare quote in Maire Technimont, Banca Finnat e Esperia Aviation Services, l'aziendina che con quattro elicotteri trasporta i vip amici di Malagò a Saint Moritz, Cortina, Portofino e Saint Tropez. Anche quest'ultima partecipazione non sembra aver reso granché bene perché - scrive ancora Sansonetti - a fine 2011 la società ha perso 5,5 milioni di euro.
Giovannino è entrato con il 50% dentro la GL Investimenti attraverso la holding Samofin dove lui stesso detiene il 95%. E qui si è ritrovato a camminare sottobraccio a Matteo Cordero di Montezemolo, il figlio di Luchino appassionato di yacht.
Senza dedicare altro tempo alle altre partecipazioni che il nuovo presidente del Coni detiene nel brokeraggio assicurativo, il discorso arriva inevitabilmente all'azienda di famiglia, Samocar, che a Roma tutti conoscono come rivenditore di Ferrari e Maserati.
In questa società che è sempre stato il biglietto da visita più famoso, Giovannino detiene il 15% ma per colpa della crisi le cose non vanno troppo bene. Lo dimostra l'utile di 160mila euro registrato nell'ultimo bilancio.
A confortarlo comunque c'è un patrimonio di 11 appartamenti e complessi che valgono 15,3 milioni.
3- PARLA GUARGUAGLINI E ARRIVA UN'ULTERIORE CONFERMA CHE IL CARROCCIO AVEVA PREFERITO ORSI PER IL VERTICE DI FINMECCANICA
Gli uscieri di Finmeccanica si aspettano che dal consiglio di amministrazione di oggi rotolino le teste di alcuni top manager oltre a quelle dei due ex-magistrati Giuseppe Grecchi e Emanuela Romei Pasetti che lavoravano nell'organismo di Vigilanza interna e sono stati coinvolti da Orsi "per evitare le indagini".
Ieri c'è stato un anticipo della piccola Bastiglia che Alessandro Pansa ha eretto al settimo piano di piazza Monte Grappa. A farne le spese pare che sia stato Carlo Maria Fenu, il giornalista in odore di Opus Dei e grande supporter di Orsi che dovrà sgombrare il campo per lasciare il posto al nuovo capoufficio stampa Roberto Alatri. Quest'ultimo ha fatto esperienze all'Antitrust, Capitalia e prima ancora in alcuni ministeri poi per cinque anni ha curato i rapporti con la stampa per conto dell'Enciclopedia Treccani e adesso arriva in Finmeccanica grazie all'amicizia con il mite Marco Forlani che dopo la nomina di Pansa sembra rinato a nuova vita.
Saranno loro d'ora in avanti, Alatri e Fenu, a suggerire a Pansa di non sciogliere la lingua in maniera sprovveduta come ha fatto due giorni fa balbettando risposte ingenue a un giornalista del quotidiano "Il Fatto" e tocchera' ancora a loro spiegare che non bisogna dispensare quattrini attraverso le agenzie di comunicazione di Milano per avere un rapporto corretto con i giornalisti.
Agli uscieri che aspettano il ribaltone con cui Pansa vorrebbe ridurre da 15 a 7 i direttori generali della holding, non è sfuggita l'intervista dell'ex-comandante supremo Guarguaglini al quotidiano di Genova "Il Secolo XIX".
Dopo il meteorite che ha buttato Orsi nel cratere di Busto Arsizio, sembrava che il manager di Castagneto Carducci non volesse aprire bocca. Così non è avvenuto e dalle risposte pubblicate oggi si percepisce una certa cautela nei confronti di Pansa rispetto al quale dice: "se io fossi il nuovo governo prima valuterei che cosa penso di lui e poi prenderei la decisione".
Gli uscieri di piazza Monte Grappa sanno benissimo qual è sempre stato il giudizio del Guargua nei confronti del manager sponsorizzato dal pallido Vittorio Grilli, quindi attribuiscono un valore semplicemente diplomatico a queste parole. Ben più interessanti sono le opinioni che riguardano la vendita di Ansaldo Energia e il ruolo che l'amministratore delegato di quella società , Giuseppe Zampini, ha svolto nei rapporti con la Lega.
Dalle parole di Guarguaglini arriva un'ulteriore conferma che il Carroccio aveva preferito Orsi per il vertice di Finmeccanica, ma nessun cenno viene fatto all'eventuale conoscenza da parte del genovese Zampini di tangenti e di malaffare.
Al giornalista che gli chiede poi che cosa stia facendo in questo momento, l'ex-comandante supremo rivela che sta dispensando consigli gratis a destra e a manca e un giorno o l'altro comincerà a farsi pagare,e aggiunge sibillino: "magari rispondo anche ai governi stranieri che mi consultano".
4- UNA MEDAGLIA PER LUIGINO
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Luigino Abete dopo aver assistito con un pizzico di invidia all'exploit dell'amico Malagò-Megalò per il Coni, ha arricchito il suo medagliere di una nuova carica.
Ieri infatti il Comitato esecutivo dell'Abi lo ha indicato per la vicepresidenza della Febaf, la Federazione delle banche e delle assicurazioni costituita nel 2008 e presieduta da Fabio Cerchiai, un personaggio che nella sua vita è riuscito ad accumulare senza brillare un medagliere di cariche ancora più pesante di Luigino".
5- IL PENSATORE ZINGALES
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che anche l'economista di Chicago Luigi Zingales, killer politico di Oscar Giannino, è al centro di un falso.
Il suo nome appare sulla rivista americana "Foreign Policy" tra i 100 pensatori più influenti al mondo. E questa francamente sembra una bufala superiore alle "gravi balle" di cui Giannino si sta battendo il petto".
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