etruria

ORA E SEMPRE SCARICABARILE – BANKITALIA FA SCIVOLARE SU CONSOB LE RESPONSABILITA’ SU BANCA ETRURIA, E LA COMMISSIONE SULLA MAGISTRATURA - ALLA FINE, LA COLPA RICADRA’ SULLE POSTE: UNA LETTERA SPEDITA DA VIA NAZIONALE IL 30 OTTOBRE ARRIVA ALLA CONSOB IL 5 DICEMBRE – GLI UOMINI DI VISCO INFORMATI DEL RISCHIO DELL’AZZERAMENTO DELLE OBBLIGAZIONI SUBORDINATE

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Gianluca Paolucci per la Stampa

 

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 5

Un lungo elenco di allarmi sottovalutati o ignorati. Che chiamano in causa Bankitalia, la Consob, la magistratura. La storia dei controlli su Banca Etruria è la storia di un pasticcio, dove individuare delle responsabilità precise oltre a quelle degli amministratori - primi colpevoli del dissesto - sarà piuttosto complicato per la Commissione d' inchiesta. Di certo, le colpe non stanno da un parte sola.

 

Partiamo da Cagli, provincia di Pesaro. Ottomila abitanti e due banche: Banca Etruria e Banca Marche. Ai primi di novembre del 2015 dal piccolo comune marchigiano arriva un messaggio ad Arezzo: i clienti sono preoccupati per il futuro della banca, chiedono informazioni e in molti ritirano i soldi, perché non si sa mai. Sono correntisti ma in tanti, tantissimi, hanno i portafoglio i bond dell' istituto. Il messaggio arriva ai Commissari Riccardo Sora e Antonio Pironti che, a quel punto, si fanno due conti e si rendono che sono almeno 10 mila i clienti con i bond del gruppo e un profilo di rischio inadeguato e che sì è un bel problema.

rignano funerale del risparmio caos etruria

 

Anche perché martedì 17 novembre è entrato in vigore il decreto che recepisce la normativa europea sui salvataggi bancari e quei titoli sono «aggredibili». Inizia a circolare l' idea di un intervento «straordinario», immediato, per salvare le quattro banche allora tutte commissariate e da tempo in cerca di un padrone che non c' è. L' intervento va fatto prima dell' entrata in vigore delle regole europee, che avrebbero imposto un intervento anche sui conti correnti dato lo stato disastroso di almeno una delle banche (Marche, la più grande).

 

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 9

Ma vanno intaccati almeno i bond subordinati, per passare l' esame della Ue. A quel punto da Arezzo il messaggio viene recapitato a Roma, in Banca d' Italia. Se si vanno a intaccare i bond subordinati, è il succo del messaggio, qua scoppia il finimondo. Ma l' allarme cade nel vuoto, il 22 novembre le subordinate vengono azzerate e dopo due anni siamo ancora qua a parlare di Etruria e dei suoi bond. All' indomani della risoluzione, quando esplode la rabbia degli «azzerati», parte il rimpallo delle responsabilità: Palazzo Chigi dice di aver seguito le indicazioni del Tesoro, il Tesoro di aver ascoltato Bankitalia, Palazzo Koch di aver seguito le imposizioni della Ue.

 

canestri e fornasari

Cade nel vuoto anche un altro allarme, due anni prima. Questa volta a lanciarlo è la stessa Bankitalia. Una relazione degli ispettori di via Nazionale per la Consob segnala, tra le altre cose, anche le «anomalie» sui bond di Etruria. Gli ispettori scrivono alla Consob che quei titoli vengono venduti ai correntisti e «prezzati» in maniera non far percepire il rischio reale. La lettera è del 30 ottobre ma Consob dice - nell' agosto scorso, con una lettera a questo giornale, dopo aver sostenuto per anni di aver avuto la documentazione di Bankitalia nel 2016 - di averla ricevuta solo il 5 dicembre, troppo tardi per fermare il collocamento dell' ultimo bond di Etruria che paga un rendimento di poco superiore al Btp pur avendo un rischio infinitamente maggiore.

 

C' è poi l' allarme che ancora Bankitalia fa scattare nei confronti della magistratura. Gli ispettori che sono al lavoro su Etruria vanno alla procura di Arezzo una prima volta il 23 settembre del 2013, segnalando alcune delle gravi irregolarità rilevate nella gestione dell' istituto. Torneranno poi il 5 dicembre, con la durissima relazione finale che richiede di trovare un partner al più presto per «mettere in sicurezza» l' istituto.

 

pier luigi boschi

L' altro allarme che nessuno raccoglie arriva da dentro la banca, alla fine del 2014. Il 29 dicembre il capo dei rischi, Davide Canestri, spiega al cda che ci sono migliaia di clienti con i bond in portafoglio, che c' è un serio «rischio reputazionale» e propone di scambiare quei titoli con prodotti bancari protetti dal Fondo interbancario. Bankitalia è stata informata, chiede un consigliere? No, risponde Canestri. Ma lo diremo alla Consob.

 

Dettaglio: Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio e allora vice presidente di Etruria, esce dal cda durante la discussione di questo punto dell' ordine del giorno. Un mese dopo Etruria viene commissariata, il piano finisce in un cassetto e quando viene fuori è troppo tardi.