![forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri](/img/patch/02-2025/forza-italia-maria-pier-silvio-berlusconi-antonio-tajani-martusciello-barelli-gi-2097859_600_q50.webp)
DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
Nicola Porro per ''Il Giornale''
PATUELLI PADOAN GUZZETTI VISCO
La crisi delle banche italiane è costata la bellezza di 210 miliardi di euro. Avete letto bene. I calcoli li ha fatti il centro studi ImpresaLavoro, ma i numeri, pur essendo sotto gli occhi di tutti, sono invisibili, mentre il peso si fa sentire chiaramente nei portafogli di molti italiani.
Vediamo di mettere in fila i dati e tirare qualche somma.
In un solo fine settimana di novembre dell' anno scorso con un intervento di Banca d' Italia e governo sono stati fucilati i risparmi di coloro che avevano investito nelle quattro etrurie, le banche locali commissariate. Il conto è presto fatto: si tratta di 3,1 miliardi in azioni e circa 800 milioni in obbligazioni subordinate. Molte di queste ultime erano state vendute con contratti che non prevedevano la loro cancellazione in caso di fallimento.
Ma questo è un altro discorso: al dunque la somma totale fa 3,9 miliardi.
Ci spostiamo in Veneto e di qualche mese e scoppia il clamoroso flop di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. In questo caso il rosso è più che doppio: si parla di 8,2 miliardi di euro. Il calcolo è fatto prendendo il valore delle azioni che era stato stabilito dagli istituti creditizi in perfetta autonomia (le azioni vicentine non erano infatti quotate); forse si esagera, ma molti dei soci avevano in effetti comprato azioni PopVicenza a 62,5 euro, contro i dieci centesimi, che molto formalmente varrebbero oggi.
Sia chiaro, fino a questo punto stiamo parlando di perdite effettive subite dai risparmiatori. Non ragioniamo minimamente sulle devastanti conseguenze che si verificheranno nel tessuto economico e produttivo legato al sistema delle banche, di fatto, saltate. Arriviamo, fino a questo punto, ad un rosso di circa 13 miliardi di euro. Una manovra finanziaria da lacrime e sangue, ma ancora lontana dai 210 miliardi annunciati.
Gli analisti di ImpresaLavoro però non sbagliano nell' andare a vedere cosa è invece successo nelle 17 banche quotate in Borsa: i nomi più importanti. In cui ci sono migliaia di piccoli risparmiatori italiani, sia direttamente, sia attraverso fondi di investimento. E qui i numeri sono da brivido. Dal 2007 (anno dell' inizio della crisi finanziaria) ad oggi le loro capitalizzazioni di Borsa (che si possono leggere tutti i giorni sui terminali) sono scese di circa 150 miliardi.
conchita wurst volto di bank austria la banca di unicredit
Ma non basta. Le stesse banche nell' ultimo decennio hanno chiesto al mercato, cioè ai risparmiatori di credere in loro, e di fornire nuovi mezzi attraverso aumenti di capitale: si tratta di ulteriori 50 miliardi.
Ricapitolando, le sole 17 banche quotate a Piazza Affari, tra perdite di valore in Borsa ed aumenti di capitale, hanno bruciato circa 200 miliardi di euro. Parallelamente lo hanno fatto i loro investitori privati. Non sono tutti piccoli azionisti, ma una gran parte sì. Si deve sempre credere che il prezzo di un' azione possa risalire. Non è escluso, ma oggi vista la situazione, non sembra così probabile.
La foto scattata oggi resta, dunque, devastante: in un decennio si sono volatilizzati 210 miliardi di valore del settore bancario. È come se per due lustri i risparmiatori italiani (quelli che in qualche modo avevano titoli del comparto) hanno subito una seconda finanziaria. Quella del governo che gli aumentava le tasse e quella dei banchieri che gli bruciava i risparmi.
È vero, e lo abbiamo scritto tante volte, che chi compra un titolo azionario si assume dei rischi e ne deve essere consapevole. Ma è cosa buona e giusta anche sapere che la classe dirigente del settore, come quella politica, non ha saputo reggere l' impatto della crisi finanziaria. E che non può sfuggire alle responsabilità di un flop così clamoroso.
DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI?…
DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA…
SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO…
DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…