DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Francesco Spini per la Stampa
Sullo scacchiere della tv europea a pagamento è la mossa del cavallo che può cambiare le sorti della partita: la satellitare Sky e la regina dell' intrattenimento via Internet Netflix si alleano. I loro contenuti finiranno sotto lo stesso tetto, la piattaforma Sky Q. È la prima volta che un servizio «over the top», che viaggia cioè esclusivamente in rete, come quello fondato da Reed Hastings, sigla un' intesa di questo genere in un matrimonio (solo commerciale) che darà benefici a entrambi. Sky (14,4 miliardi di ricavi) può allargare la sua offerta «on demand» sfruttando la complementarietà dei contenuti.
Netflix - 9,5 miliardi di fatturato, con un business che poggia sulla continua crescita dei clienti, che nel mondo sono oltre 117 milioni - può «pescare» in uno stagno di 23 milioni di famiglie europee dalla buona propensione al consumo e giovarsi della tecnologia della nuova piattaforma di Sky.
Si parte nel 2019 e i primi a sperimentare il nuovo «pacchetto» che avrà un prezzo non ancora reso noto ma inferiore alla somma dei due abbonamenti (quello standard di Netflix costa 10,99 euro), saranno gli inglesi e gli irlandesi. Poi il tutto arriverà in Germania, Austria e in Italia. L' ad di Sky Italia, Andrea Zappia, parla di «tappa rivoluzionaria nel nostro percorso di innovazione tecnologica e culturale».
Gran giubilo insomma in casa Sky, dove per un giorno possono dimenticare la contesa in corso tra Rupert Murdoch e Disney da una parte, e l' americana Comcast dall' altra, che vuole passare alla conquista dell' Europa. L' alleanza è una reazione anche all' espansione di attori Usa come Prime Video di Amazon.
Sky e Netflix bruciano inoltre sul tempo i francesi di Vivendi e il loro patron, Vincent Bolloré. Che fin dai tempi dell' accordo (poi mandato a monte) con Mediaset puntano a creare un grande gruppo latino dei media che rompa l' egemonia culturale anglofona.
E invece mentre Sky estende l' alleanza con Netflix anche ai suoi servizi streaming senza abbonamento, come Now Tv, mostrando la chiara strategia del gruppo guidato dall' ad Jeremy Darroch di allargarsi sempre più anche nella distribuzione via Internet, Vivendi fatica nella campagna d' Italia, prima tappa del suo progetto.
Con Mediaset è fallita la mediazione e si procede nella causa, in attesa di un nuovo, complicato, costoso accordo che saldi pure i danni (346 milioni chiesti dal Biscione) di Dailymotion.
E tutta in salita è anche l' alleanza tra Canal+ - società di produzione e di pay tv francese - con Tim, visto che la procedura per creare la joint venture, osteggiata dai consiglieri indipendenti, è ripartita da zero, con esiti assai incerti. Per non parlare di Persidera, società di frequenze tv controllata da Tim e partecipata al 30% da Gedi (cui fa capo questo giornale) che Vivendi si è impegnata con l' Antitrust Ue a cedere per poter mantenere il controllo di Telecom . Oggi alle 12 scade l' offerta Rai Way-F2i da 270 milioni circa. Per contro I Squared Capital ha avviato una due diligence per confermare o meno i 290 milioni prospettati. Situazione complicata.
All' orizzonte, in caso di stallo, c' è che l' opzione secondo cui Tim potrebbe inserire la sua quota in un trust.
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