SOCI IN ASSEMBLEA, FACCHINI IN INFERMERIA - NEL GIORNO DELL’AUMENTO DI CAPITALE A FIUMICINO È RISCHIO PARALISI PER LE ASSENZE DI MASSA - “USIAMO IL DIRITTO DI MALATTIA PERCHÉ NON SI PUÒ SCIOPERARE AD AGOSTO” - PER BLOCCARE I VOLI DOVREBBERO ESSERE ASSENTI ALMENO LA METÀ: 500 PERSONE

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1. ALITALIA, RISCHIO ASSENZE DI MASSA

Andrea Ducci per “Il Corriere della Sera

 

caos bagagli a fiumicino caos bagagli a fiumicino

Un ammutinamento in piena regola. Nel giorno dell’accordo tra Alitalia e Etihad c’è il timore di una paralisi nello scalo di Fiumicino. Il principale aeroporto italiano rischia lo stallo alla vigilia del weekend che precede la settimana di Ferragosto, causando enormi disagi ai viaggiatori. Tutto discende dalla protesta messa in atto dal personale tecnico di Alitalia in servizio a Roma. 


Ieri la compagnia ha anticipato all’Autorità di garanzia per gli scioperi che a partire da oggi buona parte degli addetti tecnici di Fiumicino potrebbe, dopo avere presentato un certificato medico, astenersi dal lavoro. Va da sé che, in caso di defezioni in massa per malattia, il traffico aereo della capitale è destinato a subire fortissimi ritardi o addirittura il blocco dei voli. 

CAOS A FIUMICINOCAOS A FIUMICINO


Peggio, insomma, di quanto accaduto da lunedì scorso a causa dello sciopero bianco che, rallentando la consegna dei bagagli, ha fatto precipitare nel caos lo scalo. L’obiettivo, del resto, è sempre lo stesso: ostacolare l’accordo che oggi porterà Etihad a rilevare il 49% di Alitalia. Una mossa, quella dei lavoratori che remano contro l’intesa con la compagnia emiratina e gli inevitabili tagli del personale, che ha spinto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, su posizioni nette nei confronti della protesta.

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«L’azione di domani (oggi, ndr) potrebbe portare alla paralisi di Fiumicino. Se tutto ciò fosse vero non sarebbe accettabile né tollerabile. Ho chiesto al ministro della Salute di attivarsi per provvedere a tutti i controlli del caso».

 

Lupi non è l’unico a censurare quello che appare un abuso e un’anomala forma di protesta. Sul fronte sindacale il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, è altrettanto esplicito, «molti stanno lavorando contro questa azienda. Secondo me c’è qualcuno che soffia sul fuoco o che gioca la carta dell’irresponsabilità. Un sindacalismo fatto così non fa l’interesse dei lavoratori».

 

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Il Garante per gli scioperi dalla sua ha anticipato che l’eventuale malattia di massa si configura come «un vero e proprio attentato ai diritti dei cittadini-utenti, in sfregio alla legge che disciplina il diritto di sciopero». Certo si annuncia una giornata di passione. Anche alla luce dell’accordo che nel pomeriggio consentirà ad Alitalia di scongiurare il fallimento grazie all’intervento di Etihad.

 

La scansione della giornata prevede alle 10 la riunione dell’assemblea straordinaria dell’ex compagnia di bandiera per il via libera all’aumento di capitale, che porterà a quota 300 milioni di euro la ricapitalizzazione necessaria a tenere in vita Alitalia fino al closing finale atteso in autunno. Il passaggio assembleare è l’ultimo di una lunga serie di atti necessari alla firma dell’intesa. 

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Ieri lo hanno preceduto un paio di riunioni altrettanto indispensabili. La mattina l’amministratore delegato di Etihad, James Hogan, ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e lo stesso Lupi. Una nota ufficiale ha annunciato «l’esito positivo della trattativa». Le ore successive, non a caso, sono servite a definire i dettagli finali in vista della riunione del consiglio di amministrazione di Alitalia delle 19 che darà il via libera all’accordo. 


Gli ultimi nodi sono stati sciolti nel corso della lunga maratona di incontri e conference call tra gli azionisti, gli avvocati e lo stesso Hogan, giunto a Roma martedì per chiudere di persona la partita.

 

Raffaele Bonanni Raffaele Bonanni

In sintesi, l’intesa prevede che Etihad investirà 560 milioni di euro nella nuova Alitalia, i soci italiani (resteranno azionisti al 51%) attraverso gli aumenti di capitale, già deliberati, si faranno carico in via esclusiva dei debiti pregressi e dei contenziosi della vecchia Alitalia. Poste Italiane, aggiungerà ai 75 milioni investiti lo scorso anno altri 75 milioni. Li verserà, tuttavia, in una società ribattezzata midco, poiché si troverà a metà tra la vecchia e la nuova compagnia. 
 

Per Poste l’accordo comporta una partnership per vendere biglietti aerei negli uffici postali, carte di credito e servizi e-commerce. Per gli altri soci Intesa Sanpaolo, Unicredit, Atlantia (Benetton) e Immsi (Colaninno) la firma è, invece, una soluzione immediata all’emorragia Alitalia e, in prospettiva, la possibilità di recuperare, forse, un po’ dei soldi perduti nell’ex compagnia di bandiera. 

 

2. «AD AGOSTO SCIOPERI VIETATI LA MALATTIA È UN NOSTRO DIRITTO»

Valeria Costantini per “Il Corriere della Sera

 

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«La voce sui certificati medici di massa è stata messa in giro da Alitalia per farci passare per terroristi che rovinano le vacanze». Gli operai di pista dell’aeroporto di Fiumicino sono esasperati. E la maggior parte di loro rispedisce al mittente i rumors rimbalzati ieri sulla possibile astensione di massa per finte malattie.

 

«Sarebbe una tragedia, così si danneggerebbe tutto ciò che abbiamo fatto in questi giorni, in cui ci siamo legalmente solo attenuti alle regole», sottolineano preoccupati gli addetti ai bagagli che da lunedì hanno promosso una sorta di «sciopero bianco», una protesta silenziosa che ha poi provocato il caos-valigie a Fiumicino.

matteo renzi graziano delriomatteo renzi graziano delrio


 

Però poi, quasi sussurrando, alla domanda se la mobilitazione che rischia di paralizzare Fiumicino scatterà o meno, c’è chi butta lì una frase preoccupante: «Anche se lo sapessi, non lo direi». Forse una piccola frangia estrema, lavoratori ormai pronti a tutto, potrebbero fare ricorso all’invenzione della malattia e marcare visita. Ma la maggioranza nega decisamente che questo possa accadere. 

 

federico ghizzoni (2)federico ghizzoni (2)

L’ora della verità sarà stamattina, alle 5, quando all’aeroporto comincia il primo turno. Quando il sole si alzerà sulle piste dello scalo capitolino, si comprenderà se e con quali conseguenze la «rivolta dei certificati» avverrà davvero, o se, invece, si sia trattato di una «mossa» strategica di chi vuole screditare gli operai e la loro strenua difesa del posto di lavoro. Perché, va anche ricordato, facchini e addetti di pista di Fiumicino sembrano non avere modo in questo periodo per farsi ascoltare: gli scioperi, dice il Garante, ad agosto nel settore del trasporto aereo sono vietati.

 

FAMIGLIA BENETTON FAMIGLIA BENETTON

«Cosa altro potevamo fare per far capire che stanno mandando a casa padri di famiglia, che stanno tagliando via la parte più sana di Alitalia, gente che da anni lavora, si sacrifica per l’azienda e l’aeroporto?», spiegano gli operai che non si arrendono e vogliono proseguire la loro protesta. 

 

ROBERTO COLANINNO IN MOTO ROBERTO COLANINNO IN MOTO

Quanti aderiranno alla possibile astensione oggi è ancora da vedere. Sono ben duemila i lavoratori coinvolti tra facchini, addetti di scala e trasporto della handler di Alitalia, la società che offre i servizi di terra al Leonardo Da Vinci. E non servono solo la compagnia di bandiera ma un’altra trentina di vettori. Oggi alle 5 dovrebbero essere circa 1100 a presentarsi al lavoro.

 

Per bloccare la regolarità dei voli dovrebbero essere assenti almeno la metà: 500 persone che si mettono d’accordo, che orchestrano la rivolta. Non pochi, tra i corridoi dei terminal, ieri dubitavano che la storia dei certificati medici fosse vera. Che Alitalia fosse preoccupata lo si capisce però dal fatto che, ieri mattina, alcuni sindacalisti sono stati chiamati dalla Polizia di Frontiera, dopo che la compagnia di bandiera aveva segnalato la possibilità di qualche protesta eclatante.

 

bagagli abbandonati per lo sciopero a fiumicino 5bagagli abbandonati per lo sciopero a fiumicino 5

Dalla stessa compagnia tricolore la conferma: la segnalazione all’Authority sugli scioperi è partita solo da «dicerie» raccolte in aeroporto. Niente di più ma quanto basta, visto il clima tesissimo degli ultimi giorni, per allertare le forze dell’ordine, presenti in massa oggi allo scalo.

 

«La malattia è un diritto usato dal lavoratore per curarsi. - sottolineano dalla Cub Trasporti - Detto questo, la questione è un’altra. L’eventuale utilizzo da parte di qualcuno della malattia, pone la ben più importante questione del diritto di sciopero nel mese di agosto che è vietato: mentre, guarda caso, è permesso alle aziende mettere in atto piani di ristrutturazione, come quello che Alitalia sta creando con Etihad».

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Il sindacato insomma (unico del settore) difende l’ultima «arma» dei lavoratori, la disobbedienza civile. Dalla Prefettura di Roma intanto per ora non si parla di precettazione, minacciata dallo stesso Prefetto nei primi giorni del caos-valigie, ma soltanto di diffida, visto che il primo provvedimento riguarda solo gli scioperi effettivi.