FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
Francesco Spini per “La Stampa”
Su Saipem casca l’ennesima tegola russa. Il colosso Gazprom ha deciso di fare carta straccia del contratto per la posa dei tubi sottomarini del Turk Stream, l’ultima versione del South Stream studiata per portare il gas russo in Europa evitando l’Ucraina, ma passando sotto il Mar Nero per approdare in Turchia.
Un contrattone da 2,4 miliardi di euro che vedeva la controllata di Eni impegnata nella parte «marina» del progetto e che dalla sera alla mattina è saltato. Lo sgambetto russo si chiama, in un terribile anglismo, «termination for convenience», una «clausola contrattuale standard - hanno spiegato da Saipem con una nota - che prevede la possibilità di recedere dall’accordo in assenza di violazioni dello stesso». Ovviamente, a fronte di un compenso «in coerenza con i termini e le condizioni del contratto».
Dietro ai motivi dello stop, un giallo, come sovente accade quando di mezzo c’è Mosca. Il gruppo petrolifero russo lo giustifica con «l’impossibilità di raggiungere un accordo su molti lavori e questioni commerciali per l’attuazione del progetto». Una questione di costi aggiuntivi per raggiungere le coste turche su cui non si sarebbe trovata una linea comune tra le parti. Secondo taluni potrebbe essere un avvertimento all’Europa visto il protrarsi delle sanzioni.
In realtà dietro tutto questo potrebbe esserci una virata nella strategia, attraverso il potenziamento del North Stream, costruendo un’altra diramazione del gasdotto che arriva in Germania attraverso il Baltico. Il ministro russo dell’Energia, Alexander Novak, però ha preferito parlare di un «problema tecnico» tra Gazprom e i suoi partner, sottolineando che il progetto del gasdotto verso la Turchia va avanti.
Paolo Scaroni and Vladimir Putin April jpeg
Chiaro che il colpo per la società di ingegneria italiana è duro. La Borsa ne ha preso atto, soprattutto nelle prime battute della seduta di ieri quando il titolo è arrivato a perdere oltre il 6%. La buona intonazione del listino ha permesso di limitare i danni sul finale, quando Saipem ha chiuso con un -2,34%, a 8,56 euro.
Secondo gli analisti l’impatto sull’utile operativo dovrebbe aggirarsi tra i 235 e i 300 milioni fra questo e il prossimo anno. Quanto alle penali, nessuna cifra è fin qui stata fatta. Secondo Interfax, a Saipem per l’impegno di due navi nel primo contratto dovranno andare 300 milioni di dollari, a cui si aggiungerà la nuova penale, che per la sua definizione, secondo indiscrezioni, potrebbe richiedere un arbitrato internazionale.
GASDOTTI NABUCCO NORTH E SOUTH STREAM
Erano sette mesi che, in seguito al primo stop giunto a dicembre, la «Castoro sei» - impegnata nei lavori insieme alla gigantesca «Saipem 7000» - attendeva attraccata a Burgas in Bulgaria. Appena due giorni fa era entrata nelle acque territoriali russe per procedere alla posa dei giganteschi tubi sottomarini. Questione di ore all’avvio ai lavori, prima che il cantiere non venisse dichiarato chiuso dagli zar del petrolio.
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