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Dal profilo Facebook di Nicola Borzi
La polemica contro il decreto #liquidità che consente a #Fca di chiedere la garanzia pubblica su 6 miliardi di linee di credito erogate da #IntesaSanpaolo è RI DI CO LA.
Ridicola perché nel decreto non c'è traccia di condizionalità legata alla sede legale o fiscale della holding capogruppo di alcun gruppo per l'erogazione delle garanzie pubbliche alle società controllate in Italia e la linea di credito l'ha chiesta appunto Fca Italia.
Aggiungo che ciò che Fca scrive, cioè che la linea pare sia un atto di benevolenza che serve a far funzionare la filiera automotive in Italia, è una farsa grande come la filiera automotive. La linea serve a Fca per pagare i suoi debiti usando liquidità che non avrebbe avuto a un costo così basso, visto che il rating di Fca è BBB-, sub investment grade, e dunque emettere bond costerebbe molto di più mentre ottenere linee di credito sotto altra forma richiederebbe costose garanzie.
I fornitori della filiera non riceveranno in anticipo soldi da Fca come prestiti o linee di credito. I fornitori dovranno cercare da sé la propria liquidità per pagare i loro acquisti, sempre tramite il decreto. Questi crediti servono a Fca a pagare i suoi debiti preesistenti verso fornitori e rimborsi di anticipi ricevuti da concessionarie. Quello che si chiama capitale circolante. Perché nel frattempo non si vende quasi una sola auto.
Fare polemiche politiche adesso perché Fca Holding (non Fca Italia che chiede legittimamente la garanzia, non essendo vietato dal decreto) ha sede legale e fiscale all'estero è solo uno squallido facite ammuina per coprire il fatto che quel decreto è stato scritto apposta com'è stato scritto.
giuseppe conte roberto gualtieri 15
E sapete perché quel decreto è stato scritto apposta così? Proprio per consentire a Fca e ad altre holding con sede estera (ce ne sono a bizzeffe che operano in Italia, mica solo Fca) di poter chiedere linee di credito garantite dallo Stato, dunque meno costose, tramite le loro consociate italiane.
Oltretutto nel decreto non mancano solo condizionalità sulla sede legale e fiscale delle società richiedenti la garanzia di Stato o delle loro holding. Mancano pure condizionalità sullo stato della loro liquidità. Mi spiego: possono chiedere linee di credito garantite non solo le imprese che annaspano ma pure quelle che hanno già liquidità sufficiente o addirittura in eccesso rispetto alle loro esigenze di funzionamento, che così possono fare richiesta solo per abbassare il costo medio del loro funding o per fare acquisizioni o addirittura per reinvestire la liquidità in investimenti finanziari.
La questione della fiscalità non c'entra nulla.
Dunque far polemica ora serve solo a chi ha scritto il decreto per pararsi il culo dalla incazzatura (solo in parte ragionevole) degli elettori per un decreto scritto apposta con i buchi dentro.
È chiaro così?
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