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Walter Rauhe per la Stampa
Per Deutsche Bank è ormai una crisi senza tregua. Per il principale istituto bancario tedesco anche il 2017 si è chiuso con un bilancio in profondo rosso. Su base annuale il colosso di Francoforte ha realizzato una perdita netta di 512 milioni di euro, più di quanto stimato dagli analisti che prevedevano un rosso di 290 milioni. E per Deutsche Bank è già il terzo anno consecutivo con un bilancio negativo.
Al tempo stesso sono calati i ricavi, scesi a 26,4 miliardi di euro, una flessione di ben il 12%. Particolarmente pesante è stato l' ultimo trimestre dell' anno che si è concluso con una perdita netta di 2,2 miliardi dovuta in prima linea alla riforma fiscale attuata negli Stati Uniti dall' amministrazione di Donald Trump e che ha provocato da sola un onere contabile di 1,4 miliardi.
Ma a pesare sui conti dell' istituto guidato dall' amministratore delegato John Cryan sono stati anche i costi della ristrutturazione e una flessione nel settore chiave dell' investment banking. Sempre nel quarto trimestre il giro d' affari della banca è diminuito del 19% a 5,7 miliardi, contro i 6,2 stimati dagli analisti.
Deutsche Bank continua insomma a navigare in cattive acque e il piano di risanamento avviato da Cryan stenta a dare i suoi frutti. Alla Borsa di Francoforte il titolo ha così ceduto fino a 6 punti percentuali, lasciando sul campo a fine seduta il 6,2% a 13,8560 euro per azione. Nell' arco dell' ultimo mese aveva perso finora il 5,1% del valore e addirittura il 50,5% nell' ultimo anno.
Molti investitori puntano ora il dito proprio contro l' amministratore delegato che non è riuscito a soddisfare le aspettative per quel che concerne la riduzione dei costi stimati per il 2018 intorno ai 23 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto agli obbiettivi prefissati. Il calo nel segmento dell' investment banking inoltre non viene compensato sufficientemente da altre attività e a livello internazionale mancherebbe ancora una chiara strategia da parte del gruppo.
«Siamo sulla giusta via per assicurare una crescita e più alti ritorni - ha dichiarato ieri l' ad presentando i dati del 2017 - Ma non siamo ugualmente soddisfatti dei risultati raggiunti finora». Molti investitori tuttavia iniziano a dubitare delle doti manageriali dell' amministratore delegato e invocano non solo un cambio di rotta, ma anche un cambio al timone dell' istituto e la sostituzione del britannico Cryan con un amministratore delegato tedesco più in sintonia con i vertici politici nazionali e con le gerarchie di potere interne.
quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte
Per l' amministratore delegato di Deutsche Bank il 2018 sarà così un anno decisivo. Il suo obbiettivo è quello di riportare quest' anno i conti in attivo e di tornare a pagare un dividendo agli azionisti. Ma il cammino è ancora piuttosto in salita. Non tutti i contenziosi legali (soprattutto negli Stati Uniti) che negli anni scorsi hanno causato moltissime spese sono ancora stati risolti e ancora non basta il fatto che gli accantonamenti per eventuali perdite future legate al credito siano calate l' anno scorso del 62% a 525 milioni. Deutsche Bank ha a questo punto un problema d' immagine che ne mette a repentaglio la reputazione anche sullo stesso mercato nazionale.
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