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Dopo Unicredit, Alessandro Profumo, a fine giugno, dovrebbe lasciare anche la presidenza di Mps e subito dopo quella del comitato sindacale Abi. Il quotidiano La Nazione ha iniziato il toto nomine per la successione dell’ex numero uno di Piazza Cordusio. Si è parlato di Lorenzo Bini Smaghi, di Donatella Cinelli Colombini, nota imprenditrice del Brunello, del professore Alessandro Carretta e di due docenti universitarie, Elisabetta Montanaro dell’università di Siena e Lucia Calvosa dell’università di Pisa.
Lo stesso Fabrizio Viola, attuale amministratore delegato di Rocca Salimbeni, potrebbe lasciare la sua poltrona nel probabile caso in cui l’antica banca senese dovesse andare in sposa a Ubibanca. Stanno avanzando due ipotesi: la prima con Ubibanca che si prende tutto il Gruppo Mps, la seconda che prevede il mantenimento dell’antico marchio senese, una direzione generale a Siena e una banca regionale, con tutto il resto della rete, sportelli e agenzie, acquisite dal gruppo di Victor Massiah.
Saranno probabilmente il premier Matteo Renzi e il capo della Bce Mario Draghi a decidere quale delle due ipotesi sarà quella vincente, anche per scongiurare l’entrata nel capitale della banca dei fondi cinesi, ricchi di liquidità, che, una volta messo piede in Italia, dopo Mps, creerebbero lo scompiglio all’interno del settore bancario italiano.
A giugno, quindi, oltre all’eventuale uscita da Mps, Profumo dovrebbe lasciare anche l’Abi, come prevede lo statuto, così come è accaduto per il suo predecessore, Francesco Micheli (ex Intesa). E Profumo dovrebbe pertanto lasciare pure la guida del comitato sindacale della stessa Associazione bancaria, una poltrona non facile da gestire, che scotta e che non porta fortuna.
Fabio Innocenzi, Carmine Lamanda e poi Micheli sono state le ultime vittime di un incarico particolarmente ostico per l’asprezza delle relazioni sindacali, ma anche particolarmente ambito perché, oltre alla visibilità, garantisce un importante peso politico anche rispetto ai rapporti tra gli stessi gruppi bancari. Ma non è tutto.
L’uscita di Profumo da palazzo Altieri coinciderebbe con l’inizio delle danze per la successione di Antonio Patuelli alla presidenza Abi, il cui mandato scade a luglio 2016. Non è un mistero che Luigi Abete punti a questa poltrona, mentre, dopo la probabile uscita di Profumo, Omr Eliano Lodesani di Intesa sarà l’unico candidato e probabile successore alla guida del comitato sindacale della Confindustria del credito.
Si entrerà ne prossimi giorni nel vivo del rinnovo del contratto dei bancari, una categoria considerata non più la privilegiata di un tempo e il rinnovo farà da apripista alla stagione dei rinnovi contrattuali nazionali di tutti gli altri settori. Dopo l’annuncio “dell’incorporazione” della Dircredito nella Fiba Cisl, il segretario nazionale della Cisl bancari, Giulio Romani, nel tentativo di arginare il crescente malcontento tra iscritti e dirigenti sindacali, ha inviato una lettera aperta a tutti i tesserati, dove ha però volutamente dimenticato di precisare che la nuova organizzazione, la First Cisl, non sarà più un sindacato di categoria, riservato ai lavoratori bancari, ma un sindacato generico dei servizi, dove confluiranno anche gli iscritti Cisl delle poste.
Lo stesso Giulio Romani corre il serio rischio di essere a breve spodestato dal segretario generale della Cisl poste, Mario Petitto, potentissimo dirigente Cisl che può vantare decine di migliaia di iscritti in più rispetto ai bancari. In questo contesto cresce la figura di Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil. Abile sindacalista e politico, primo sostenitore di Susanna Camusso, insieme al suo consigliere, Enrico Segantini, Megale sta assumendo un ruolo strategico in questo difficile rinnovo.Il contratto dovrà essere rinnovato entro il 31 marzo, pena la sua disapplicazione, ma sono in molti, in Abi, quelli che pensano che il contratto potrà chiudersi, a fine giugno, solo dopo la successione di Profumo con Lodesani.
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