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Intervista di Antonio Di Giacomo al vescovo di Melfi Gianfranco Todisco Melfi per “La Repubblica”
«Non ho chiesto che la fabbrica si fermi la domenica per avere gli operai a messa: è necessario rimettere al primo posto la dignità dei lavoratori e il valore della famiglia». È questo, spiega l' arcivescovo di Melfi, monsignor Gianfranco Todisco, il senso col quale ha scritto una lettera a Sergio Marchionne chiedendo di lasciare la domenica a casa gli operai dello stabilimento Fca, dove vengono prodotte la Jeep Renegade e la 500X. «L' ho fatto perché da quando sono qui - racconta - c' è stato un frequente contatto con la Fiat e diciamo buoni rapporti, sempre improntati al rispetto dei reciproci ruoli».
renzi elkann marchionne a melfi
Monsignore, crede davvero possibile che lo stabilimento possa sospendere il ciclo continuo di produzione?
«Mi auguro di sì, almeno in prospettiva. Ho accolto con favore la ripresa delle attività e l' ammodernamento degli impianti: una boccata d' ossigeno non solo per chi lavora qui da tempo ma soprattutto per i giovani che possono guardare al futuro delle proprie famiglie con maggiore serenità. E mi rendo conto che il boom delle commesse per i nuovi modelli abbia determinato una intensificazione dei turni di lavoro, tanto che in questa fase di emergenza e dinanzi alla gente che fremeva dalla voglia di lavorare non ho messo bocca sul mancato riposo domenicale».
Cosa l' ha spinta allora a invocare adesso la pausa della domenica?
«Non l' ho fatto, intanto, perché credo i lavoratori debbano andare a messa: i nostri fedeli né prima né dopo la crisi si sono persi una funzione domenicale.
Né si riposa la domenica per dormire un' ora di più, ma per stare con i propri familiari, giocare con i figli e passare un po' di tempo con gli amici o, magari, fare una gita. Questa è la bellezza del riposo domenicale».
D' accordo, ma ormai il lavoro domenicale è tradizione e non più solo in fabbrica. Non le pare?
«Certo. Sento, infatti, di poter estendere il mio appello e il mio discorso a tutte le aziende che hanno un ciclo continuo, così come ai centri commerciali e ai negozi che restano aperti anche la domenica. Ho scritto alla Fca perché è l' azienda più grande e rappresentativa che c' è sul territorio ».
Crede che la sua lettera a Marchionne avrà una risposta?
«Non me l' aspetto, soprattutto nell' immediato perché immagino ci vorrà del tempo per rispondere alla valanga di commesse. Confido, invece, che un po' alla volta i vertici dell' azien- da comprendano, anche a costo di ridurre il fatturato, che è essenziale far sì che tornino al centro la dignità della persona e il valore della famiglia. Perché se la famiglia sta bene, l' operaio lavora pure meglio. E il profitto non può essere il solo obiettivo».
Nemmeno per un' azienda?
«Il profitto "se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà". L' ha detto papa Benedetto XVI nell' enciclica Caritas in veritate . L' ho scritto anche a Marchionne ».
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