A SIENA VOLANO GLI STRACCI TRA BANCA E FONDAZIONE - MPS STRINGE SULL'AUMENTO DI CAPITALE DA 3 MILIARDI, ULTIMA CHANCE PER EVITARE LA NAZIONALIZZAZIONE, E IL SINDACO VALENTINI GRIDA AL COLPO DI STATO

Gianluca Paolucci per "La Stampa"

Monte dei Paschi vara l'aumento di capitale da tre miliardi di euro e va allo scontro con il suo principale azionista, la Fondazione Mps. Il cda che ieri ha deliberato sull'operazione di ricapitalizzazione si è spaccato, con il «sì» arrivato a maggioranza. Lo stesso cda ha convocato l'assemblea degli azionisti per il via libera all'aumento per la fine di dicembre (il 27 in prima convocazione, 28 e 30 in seconda e terza).

Ad assistere Mps un nutrito gruppo di banche: Ubs agirà in qualità di global coordinator e bookrunner, mentre Citigroup, Goldman Sachs e Mediobanca agiranno in qualità di co-global coordinators e joint bookrunners. In aggiunta, Barclays, Merrill Lynch, Commerzbank, Jp Morgan, Morgan Stanley e SocGen in qualità di joint bookrunners.

Le notizie arrivate da Siena non hanno giovato al titolo. Dopo il tonfo della vigilia seguito all'annuncio della convocazione del consiglio, ieri Mps ha vissuto una nuova seduta di passione a Piazza Affari. Dopo una raffica di sospensioni al ribasso ha chiuso in calo del 5,93%, con scambi pari al 6,8% del capitale. Il prezzo finale, 0,18 euro - due centesimi in meno in due sedute -, segna un altro punto nella fin troppo rapida marcia di avvicinamento alla soglia di 0,12 euro. Ovvero, il livello al quale scatta l'escussione del pegno da parte delle banche creditrici della Fondazione, che hanno i titoli in garanzia a fronte del debito di 350 milioni.

Lo scontro tra Fondazione e banca verte sui tempi dell'operazione: la volontà di Alessandor Profumo e Fabrizio Viola è quella di presentarsi al mercato nella prima finestra utile, in gennaio. L'ente avrebbe voluto tempi più lunghi per avere tempo di vendere una fetta importante della sua partecipazione, incassare e ripagare il debito prima che l'aumento estremamente diluitivo possa ridurre considerevolmente l'attivo della Fondazione.

Dopo decisione della banca di forzare la mano, la Mansi ha convocato per oggi una riunione straordinaria della Deputazione amministratrice per fare il punto della situazione. La Fondazione dovrà decidere, infatti, se partecipare o meno all'assemblea e se votare in favore o contro l'aumento di capitale.

Sempre per oggi o al massimo domani, inoltre, è atteso il via libera della Commissione Ue al piano di salvataggio che dovrebbe prevedere anche una serie di condizioni aggiuntive tra cui l'obbligo di cedere la filiale belga del gruppo. A questo proposito, la banca, ha ricordato che la proposta di aumento di capitale «rientra tra le azioni individuate dal management nel piano di ristrutturazione 2013-2017, i cui obiettivi e azioni saranno tempestivamente resi noti al mercato in maggiore dettaglio dopo l'approvazione» di Bruxelles.

A completare il quadro di un clima di estrema tensione, le dichiarazioni del sindaco Bruno Valentini, che parla di una «sorta di colpo di stato interno».

 

 

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