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Foto da www.villagevoice.com
Marinella Venegoni per "La Stampa"
Il gran finale ha raccolto sul palco di Bayside compagni di strada poco conciliabili: Skrillex, Diplo, Puff Daddy, Kiesza e un fischiatissimo Justin Bieber. Una congrega che in qualche modo sancisce la fine del separatismo tunz tunz, e le intenzioni generali - almeno da parte di certo showbusiness - di venire a patti con sonorità meno estreme e più condivisibili, per evitare alla lunga l’estinzione. Fino a ieri notte, poi, tutto è filato liscio, in quella specie di monumento all'EDM che è il Festival ULTRA, il più grande e seguito del mondo della musica elettronica, con i suoi 160 mila e passa biglietti venduti.
Edizione n. 17: se la sono cavata con una trentina di arresti al giorno - per possesso di droga, piccoli reati vari e persino prostituzione - in un circuito blindatissimo con due enormi palchi e molti altri minori, affacciati a movimentare la quiete della baia di Downtown per tre giorni. L'anno scorso c'era scappato il morto per overdose, e una poliziotta era rimasta schiacciata (e viva per miracolo) da un cancello preso d'assalto da chi voleva entrare senza biglietto. Per questo la zona è stata militarizzata, e isolata dal traffico.
Sono prezzi che si pagano dovunque con questo genere di musica, che sta facendo i conti con una crisi di trasformazione e crescita e allargamento di orizzonti, dopo anni di hardcore feroce e a volte respingente.
Anche per questa edizione i divi DJ sono arrivati in massa, il più invocato l'altra sera Avicii, che dirlo una divinità nel suo campo è dire poco. Ma altri nomi incalzano e pretendono spazio: quasi sempre del Nord Europa, come Alesso, già nel MDNA tour con Madonna, o Ingrosso, anche lui molto versato in un sound pop-friendly che sta prendendo sempre più piede, mentre il giapponese Steve Aoki, dal cuore r'n'b, è poco amato dai puristi; Cashmere Cat dalla Norvegia è inseguito dai divi pop per un misto di hip-hop e uso dei bassi. Ricette di trasformazione di materiale già esistente, che fanno successo e soldi a palate.
Anche il pubblico è in evoluzione. Più pittoresco degli stessi DJ, giovanissimo spesso, arriva dai quattro angoli del mondo: proibite le maschere che l'anno scorso infuriavano, vanno forte i travestimenti e le bandiere del proprio paese nelle quale avvolgersi orgogliosamente mentre si balla: la moda, come sempre, viene dal basso; le ragazze portano coroncine di fiori sui capelli, una girava abbracciando un'enorme scimmia di gomma ("per farmi riconoscere in TV dai miei amici"). L'acronimo dipinto su molti corpi era PLUR: peace, love Unity e respect.
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