VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
La Roma vista Controvento di Fulvio Abbate
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Adele Sirocchi per www.ilsecoloditalia.com
massimo marino e fulvio abbate
L’incanto della Roma dove ti imbattevi in Mastroianni è finito”. Lo ha detto lo scrittore Fulvio Abbate, presentando alla libreria Fandango il suo ultimo libro Roma vista controvento (Bompiani) con Carlo Verdone e Barbara Palombelli. Un dibattito che è andato avanti tra toni divertiti e malinconici, oscillando tra dichiarazioni d’amore per Roma e recriminazioni per la decadenza della città eterna.
GRANDE BELLEZZA E GRANDE DECADENZA
“Si scrive tanto di Roma – ha detto Verdone – si fanno film su Roma come La grande bellezza, ma Roma ormai è una salma, bisognerebbe che qualcuno torni a prendersene cura. Da dove viene tutta questa decadenza? Possibile che chiudono il teatro Eliseo e nessuno dice nulla, non si legge un articolo, tutti distratti, tutti muti…”.
carlo verdone e barbara palombelli
Colpa di una classe politica inadeguata – “c’è qualcuno che pensa solo ad andare in bicicletta…”, ha chiosato Barbara Palombelli alludendo al sindaco Marino – ma anche di quel senso di approssimazione e di incertezza che è un tratto tipico della romanità, che ti viene incontro fin dall’aeroporto di Fiumicino, dove – è scritto nel libro di Abbate – scorre il nastro del ritiro bagagli e tu sta lì a chiederti: arriverà mai la mia valigia?
ROMA COME PUNTO INTERROGATIVO
Ecco, Roma come punto interrogativo, ma anche come città che rappresenta un unicum da salvaguardare. “I romani – ha detto provocatoriamente Abbate – andrebbero pagati per non fare nulla, così avrebbero solo la missione di salvaguardare lo splendore che li circonda, io mi auto-assegnerei la sorveglianza del laghetto di Villa Borghese”. Roma è città di vita e di agonia, metropoli crepuscolare dove – ha scritto Filippo la Porta nel suo Roma è una bugia (Laterza) tutto parla di “una apocalisse continuamente rinviata”.
LA FILOSOFIA DAVANTI AL CAPPUCCINO
Ma Roma è anche una città dove la filosofia è alla portata di tutti, soprattutto nell’ora della colazione al bar. Dinanzi a cornetto e cappuccino tutto viene riportato alla misura umana troppo umana dei romani e della loro sapienza minimalista.
Lo ha raccontato da par suo Carlo Verdone, narrando delle colazioni consumate al bar di Monteverde vecchio – dove abitano sia lui sia Fulvio Abbate – “Io Fulvio Abbate lo incontro al bar di Monteverde vecchio dove facciamo colazione. Lui certe volte ha il pigiama sotto il cappotto e prima mi intervista (per Telederruti, ndr) e poi parliamo. E passa Umberto Orsini e se ferma. E passa Gabriele Lavia e se ferma. E passa Nanni Moretti e non se ferma, anzi se mette con la mano in fronte per far vedere che non c’ha visto e che sta’ a pensa’ ai fatti suoi importantissimi e noi già l’avemo cioccato da lontano con la coda dell’occhio e facciamo sempre lo stesso commento, ‘è fatto così’…”.
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