DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell’articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
Le piattaforme digitali e i social media hanno rivoluzionato il cosiddetto «quarto potere», dunque il modo in cui le notizie sono prodotte e arrivano al pubblico. Il problema è che «certi nuovi protagonisti globali pretendono di definire standard di accesso e linee guida». Con «spregiudicatezza».
Senza farsi vincolare dalle legislazioni poste «a tutela dell’integrità del settore». Sono insidie pericolose, ma non le uniche. Quei rischi, infatti, «si aggiungono alle mai abbandonate tentazioni di poteri pubblici di fissare a loro volta limiti agli spazi di libertà d’informazione», invece di garantire e sostenere «doverosamente quegli stessi spazi di libertà». E tra i parecchi modelli negativi ai quali pensare, viene subito in mente quello ungherese di Orbán […] .
GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO
[...] Una questione che preoccupa da tempo Sergio Mattarella, perché tocca il rispetto dell’articolo 21 della Carta costituzionale. Tema cruciale, che ha riproposto ieri con allarme, rivolgendosi ai delegati della European alliance of News agencies, cioè le agenzie di stampa del continente […]. E siccome anche i piccoli gesti hanno un valore simbolico, sceglie di parlarne in piedi, «perché le istituzioni devono avere rispetto per la stampa».
Su questa partita è in gioco la tenuta di ogni sistema democratico. Compreso il nostro. Non a caso, dice il presidente, «la libertà e il pluralismo dei media garantiscono il pieno dispiegarsi di alcuni dei diritti irrinunciabili per la democrazia e la misurazione della sua qualità: il diritto alla libertà di espressione e di informazione». Definirla «libera, indipendente e plurale è un diritto dei cittadini, un dovere per tutti esigerla... È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi».
SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI
E aggiunge poi [...]: tutto ciò «comporta un prezzo, sia per i giornalisti sia per gli editori. La sostenibilità delle imprese editoriali è essa stessa garanzia di libertà. Poter operare in un ambiente che consente pari opportunità di mercato e adeguate tutele contribuisce a tale obiettivo».
Non sono riflessioni da passatista. Quando accenna alla trasformazione digitale, non ha dubbi sul fatto che offra «straordinarie opportunità». Tuttavia, rimarca anche le possibili distorsioni, come le vediamo nei conflitti in corso. A partire dall’Ucraina, dove le fake news sono usate come «armi ibride dirette alle opinioni pubbliche dei Paesi democratici per manipolarle».
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