Estratto da leggo.it
caterina collovati
Stanno creando decisamente polemica le parole di Luca Barbareschi, che in un'intervista a Repubblica pubblicata oggi sminuisce la lotta contro le molestie delle attrici raccolte dall'associazione Amleta. Ora arriva la replica, sul suo profilo Instagram, di Caterina Collovati, sempre attenta al dibattito sui diritti delle donne e che spesso commenta i casi di molestie.
«Parliamo di un tema troppo delicato per fare polemica becera, però caro Luca Barbareschi, nello stesso modo in cui tu metti in dubbio gli abusi denunciati dalle tue colleghe attrici, così le donne potrebbero mettere in dubbio le violenze da te subite nell’infanzia», dice la Collovati. «Invece io ti credo, ma vorrei che anche le donne venissero credute quando raccontano l’orrore, la paura, l’umiliazione degli abusi».
«È per colpa di giudizi come i tuoi se tante donne preferiscono chiudersi nel buio dell’anima dopo il trauma, per non venire colpevolizzate e non credute. Quel tuo dire “alcune si presentano a gambe larghe” è un grave stereotipo culturale che vede la donna sempre come “provocatrice” e mai come vittima di infami approfittatori. Aiutiamo le donne ad uscire dall’incubo e non privilegiamo il punto di vista di chi quella violenza la commette», conclude il suo post.
luca barbareschi foto di bacco (3)
Cosa ha detto Luca Barbareschi
Negli scorsi mesi l'Associazione Amleta, l'associazione che si batte contro la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo, ha raccolto una serie di denunce di molestie ad attrici da parte di attori, registi e produttori. A parlarne, tra le altre, Pamela Villoresi, Chiara Claudi, a Margherita Laterza. Oggi l'attore e regista Luca Barbareschi dice in un'intervista a Repubblica che le denunce di molestie «servono solo a farsi pubblicità». Ma confessa anche: «sono stato omosessuale nella mia vita», parlando del personaggio che interpreterà nel nuovo film The Penitent.
CATERINA COLLOVATI
Barbareschi si scaglia poi contro le attrici che denunciano molestie. A Barbareschi «viene da ridere, perché alcune di queste non sono state molestate, o sono state approcciate malamente ma in maniera blanda, non cose brutte. Alcune di queste andrebbero denunciate per come si sono presentate. Sedendo a gambe larghe: 'Ciao, che film è questo?'». Barbareschi parla con Arianna Finos mentre sta girando la scena finale di The Penitent. Ispirato alla figura dello psicologo canadese Jordan Peterson. Poi dice io sono tollerante «Ho quattro figli, un maschio e tre femmine, e voglio che siano dignitose, libere e non subiscano mai.
Io sono stato un bambino molestato, mi hanno abusato dagli otto agli undici anni i preti gesuiti a Milano: mi chiudevano in una stanza, uno mi teneva fermo e l'altro mi violentava. Ho fatto una legge su questa cosa qui».
La replica delle attrici
luca barbareschi foto di bacco (2)
Le attrici che fanno parte del collettivo hanno voluto replicare, sempre con un lungo post diffuso su profili Instagram e Facebook, in cui si legge: «In una riga Barbareschi liquida come 'una carrellata di finte denunce' perché dice alcune le ho avute a teatro quelle venute alla luce grazie al lavoro di Amleta, il report che raccoglie i dati di 2 anni di lavoro evidenzia più di 200 casi di violenza e molestie. Barbareschi forse si crede Dio e la sua esperienza e il suo percepito vengono da lui confusi con la verità per tutti e tutte noi. Noi al contrario abbiamo verificato che le donne che si decidono a denunciare hanno elementi, prove, testimonianze che confermano quello che dicono. Lo stereotipo che le donne mentano è molto radicato e di solito è alimentato da chi vuole mantenere intatto un sistema di potere e di oppressione. Non è basato su un'analisi della realtà ma sul nulla».
collettivo amleta
Nella replica a Barbareschi Amelta fa notare: Le artiste denunciano per farsi pubblicità? «Non esiste un'attrice che sia diventata famosa denunciando una violenza. Al contrario l'esposizione in quest'ambito è un atto di grande coraggio e generosità verso tutte le altre. Un'attrice che si espone è consapevole di correre un grande rischio, è proprio per questo che riusciamo a procedere con le denunce soltanto nel 5% dei casi. Ma anche questo tabù si sta infrangendo. Sempre più donne si espongono, perché vogliono proteggere anche tutte le altre e sono protette da tutte le altre. Non ci potete zittire tutte».
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