Massimo Gramellini per il ''Corriere della Sera''
MADRI CRUDELI A SCUOLA
L' unica ragione per cui la Bibbia non inserisce le chat dei genitori tra i flagelli divini - in ordine alfabetico vengono subito dopo le cavallette - è che neanche gli estensori di quel testo pur così ispirato potevano immaginare che gli esseri umani si sarebbero spinti tanto in là. Nella chat di un asilo privato milanese si stava commentando la possibilità che la direttrice avesse un amante, quando una delle madri ha digitato: «Ma dai, chi vuoi che se la pigli».
massimo gramellini stefania pinna
Lo dico con rispetto, ma ha fatto una chattata, contravvenendo alla regola basilare: «Ogni frase inviata a un numero cospicuo di persone può essere copia-incollata contro di te». Opportunamente reindirizzata da qualche mano amorevole, la frase è planata sul telefono della direttrice, che appena ha letto «chi vuoi che se la pigli», se l' è pigliata eccome, cacciando dall' asilo i figli della madre incauta.
La questione è finita in tribunale e addirittura in Parlamento, ma va detto che in quell' asilo nessuno ha fatto la figura dell' adulto. Non i genitori digitanti, che creano la chat per scambiarsi notizie sull' orario della lezione di ginnastica e inesorabilmente la trasformano in un ruttodromo di pettegolezzi e di rancori. Ma nemmeno la direttrice, suscettibile e vendicativa nei confronti degli unici incolpevoli, i bambini. Diventa complicato reclamare il rispetto dovuto all' Autorità, quando chi la detiene ha smarrito il senso del proprio ruolo e ha conservato, esacerbandolo, soltanto il senso di sé.
MADRI CRUDELI A SCUOLA
IRONIE IN CHAT SULLA DIRETTRICE L' ASILO PUNISCE LA MAMMA «ESPELLENDO» I SUOI DUE FIGLI
Anna Gandolfi per il ''Corriere della Sera - Edizione Milano''
«Ma dai, chi vuoi che se la pigli...». Invio. Emoticon sghignazzanti come risposta.
Nella chat la discussione passa oltre, sono cose fra amici.
Anzi, no. Perché «quella» è nientemeno la chat dei genitori della scuola dell' infanzia, un luogo temibile dove la prudenza (verbale) non è mai troppa. Lo dicono i sociologi, lo confermano i fatti.
MADRI CRUDELI A SCUOLA
La mamma dal messaggino tagliente, mentre digita, non calcola che il suo commento verrà letto da mezzo istituto, che qualche delatore passerà all' inoltro, che il soggetto dell' ironia - nel caso specifico, una dirigente della scuola - non gradirà. L' effetto domino arriva a livelli imprevedibili: la figlia di quattro anni della colpevole viene espulsa dalla materna, il fratellino depennato dai futuri iscritti, scendono in campo gli avvocati, fioccano diffide, si quantificano danni e, infine, si giunge pure in Parlamento dove il deputato leghista Daniele Belotti verga una richiesta di chiarimenti all' Ufficio scolastico regionale «per trattamento ritorsivo e spropositato».
george stringe la mano a helen haslem la direttrice dell asilo
Il caso scoppia in un istituto privato paritario del centro che comprende anche una materna. A fine maggio, un gruppo di mamme si dà convegno online e di commento in commento arriva a ironizzare sulla coordinatrice dell' asilo. Pare si parli di presunti flirt. A stretto giro una delle famiglie riceve una raccomandata dall' avvocato del plesso: «Recesso per giusta causa».
La mamma incauta ha due figli: una, di quattro anni, che frequenta la scuola dell' infanzia e uno, di due, iscritto per il prossimo anno. «La scuola - recita la missiva - sospende l' erogazione di ogni servizio. Vorrete, quindi, evitare di portare i due minori in classe, onde evitare loro ogni disagio». Il legale cita articoli del contratto d' iscrizione, non rispettati «a seguito dei gravissimi fatti avvenuti nell' ambito della chat istituzionale dei genitori», ricorda che l' ente «si riserva azioni per tutelare l' onorabilità e l' immagine della coordinatrice» e minaccia richieste danni. Secondo atto del carteggio: parola agli avvocati della famiglia.
asilo nido
Contestano «comportamenti ritorsivi, ingiustificati (contrattualmente) e manifestamente sproporzionati» nei confronti della piccola che «è anche stata allontanata dai compagni durante l' orario di lezione e messa in disparte fuori dalla classe con tutti i suoi effetti personali, cosa che ne ha destato il disorientamento». Segue contro-minaccia di richiesta danni.
Ora la bimba è iscritta altrove e la politica ha intercettato il caso. Belotti ricostruisce l' intera vicenda (inclusa la frase galeotta, che sarebbe appunto «chi vuoi che se la pigli») in una lettera all' ufficio regionale guidato da Delia Campanelli.
«La direzione - scrive - per un commento sarcastico in una chat di mamme ha reagito in modo sproporzionato e non pertinente a danno non dell' autrice del commento, bensì di un soggetto minore, per di più a pochi giorni dalla fine dell' anno scolastico». Chiede quindi di «accertare la veridicità dei fatti e, nel caso, prendere provvedimenti a tutela della bambina». La chat, inutile dirlo, tace.