disturbi alimentari
(ANSA) - Preoccupazione patologica per il cibo, perdita di controllo a tavola, perdita di peso, presenza di abbuffate e vomito autoindotto: sono alcuni dei disturbi legati al cibo dilaganti nel mondo tra giovani e giovanissimi. Riguardano, infatti, oltre un bambino o adolescente su 5 (il 22% della popolazione di 6-18 anni) a livello globale. Sono le stime pubblicate sulla rivista Jama Pediatrics, basate su una meta-analisi di 32 studi che hanno incluso 63.000 partecipanti di 16 paesi.
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Si tratta della prima analisi basata sull'uso del questionario oggi ritenuto più valido per diagnosticare disturbi alimentari che altrimenti spesso rimangono nascosti, è il questionario 5-item Sick, Control, One, Fat, Food (Scoff), le domande che pone sono poche e nette perché prevedono solamente le risposte sì e no. Condotto da Jose Francisco Lopez-Gil, della Universidad de Castilla-La Mancha a Cuenca, Spagna, lo studio ha rilevato che circa il 22% dei bambini e adolescenti presenta disturbi alimentari, il 30% delle femmine e il 16,9% dei maschi.
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"Un dato preoccupante dal punto di vista della salute pubblica", spiega Gil all'ANSA. Dal lavoro è emerso che le ragazze avevano una probabilità significativamente maggiore di riferire una alimentazione disordinata rispetto ai ragazzi, sottolinea il ricercatore. Inoltre, i disturbi dell'alimentazione aumentano al crescere dell'età e dell'indice di massa corporea.
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"Le persone dovrebbero prestare attenzione ai segni di un'alimentazione disordinata in loro stesse o nei loro figli - raccomanda Gil - come la preoccupazione ossessiva per il peso o la forma del corpo, un'immagine distorta di sé (ad esempio quando ti vedi grasso e tutti gli altri sono più magri di te), regole dietetiche rigide, abbuffate o comportamenti di eliminazione, ritiro o isolamento sociale".
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"Sarebbe interessante verificare in studi futuri se questi dati sui disturbi alimentari siano ulteriormente aumentati dopo la pandemia - conclude Gil - Considerando gli studi riportati finora, è possibile che questa situazione di emergenza abbia portato a un aumento di comportamenti distorti legati al cibo". (ANSA).
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