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CLAMOROSO NEGLI STATI UNITI: ANCHE IL “NEW YORK TIMES” ATTACCA BIDEN! – IL QUOTIDIANO LIBERAL PER ECCELLENZA, CHE SOLITAMENTE APPOGGIA IL PRESIDENTE SEMPRE E COMUNQUE, CRITICA “SLEEPY JOE” PER I DOCUMENTI TOP SECRET RITROVATI NEL SUO UFFICIO: “C’È STATA UNA COOPERAZIONE SILENZIOSA TRA LA CASA BIANCA E IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA” – OVVIAMENTE, NESSUN RIFERIMENTO AL DIVERSO TRATTAMENTO RISERVATO A TRUMP, IMPALATO DAI GIORNALI PER I DOSSIER SEGRETI A MAR-A-LAGO. LA PREOCCUPAZIONE DEL “TIMES” È SOLO UNA: “RISCHIA DI DANNEGGIARE IL PARTITO DEMOCRATICO” (AH, ECCO)

Estratto dell’articolo di Stefano Graziosi per “La Verità”

 

Senza vergogna. Lo scandalo dei documenti classificati continua ad aggravarsi.

JOE BIDEN E I DOCUMENTI TOP SECRET

E, anziché chiedere scusa, Joe Biden ha parlato in modo arrogante e risentito. Interpellato sulla questione mentre si trovava in California a causa delle recenti alluvioni, ha dichiarato: «Penso che scoprirete che non c’è niente lì. Non ho rimorsi, sto seguendo quello che gli avvocati mi hanno detto che vogliono che io faccia».

 

«Abbiamo scoperto che una manciata di documenti è stata archiviata nel posto sbagliato», ha proseguito, per poi lamentarsi della domanda ricevuta sui documenti. «Quello che, francamente, mi infastidisce è che abbiamo un problema serio qui di cui stiamo parlando. Stiamo parlando di quello che sta succedendo e il popolo americano non capisce bene perché non mi fai domande al riguardo», ha detto al reporter che gli aveva chiesto degli incartamenti classificati.

 

[…] Frattanto anche la stampa un tempo amica comincia a scaricare il presidente. Ieri, il New York Times ha pubblicato un commento che mette in evidenza come lo scandalo rischi di danneggiare il Partito democratico.

 

DOCUMENTI CLASSIFICATI TROVATI NELL UFFICIO DI BIDEN

Tutto questo, mentre un recente sondaggio Quinnipiac ha rilevato che, secondo il 60% degli americani, Biden non si sarebbe comportato in modo appropriato: un campanello d’allarme significativo, soprattutto alla luce del fatto che il diretto interessato avrebbe intenzione di annunciare una ricandidatura il mese prossimo.

 

Non solo: lo stesso New York Times ha riportato che, nelle settimane successive al ritrovamento dei documenti nell’ufficio di Washington, si sarebbe verificata una «cooperazione silenziosa» tra la Casa Bianca e il Dipartimento di Giustizia. Della serie: tutti sapevano ai piani alti dell’amministrazione, ma nessuno ha dato la notizia, fino allo scoop della Cbs il 9 gennaio scorso. Per quale ragione?

 

DOCUMENTI CLASSIFICATI BIDEN E TRUMP

[…] Sull’ufficio di Washington si sta concentrando l’attenzione dei repubblicani. Esso appartiene al Penn Biden Center: think tank che fa capo all’Università della Pennsylvania, nota per aver ricevuto circa 77 milioni di dollari dalla Cina a partire dal 2014.

 

Ricordiamo che questa fondazione fu a lungo guidata da Michael Carpenter, storico consigliere di Biden e da lui nominato ambasciatore statunitense presso l’Osce nel 2021. Quel Carpenter che, in questi anni, ha spesso scritto e twittato, accusando la Lega di legami con la Russia. Peccato che, mentre pontificava, non si è accorto che nei locali del think tank da lui guidato ci fossero documenti classificati indebitamente trattenuti.