Estratto dall'articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it
Dmitrij Peskov e vladimir putin
Lei non sa chi sono io”. Più o meno questo è il tono di Nikolay Peskov, figlio del portavoce di Vladimir Putin, a una telefonata che lo convoca in caserma per arruolarlo nella guerra in Ucraina facendo seguito alla “mobilitazione parziale” ordinata dal presidente russo. Solo che, a insaputa di Peskov junior, la telefonata è uno scherzo, organizzato da Popular Politics, un canale legato al movimento di Aleksej Navalny, il leader dell’opposizione condannato a dieci anni di carcere con accuse fraduolente dopo un tentativo di avvelenarlo.
L’autore della chiamata l’ha registrata e il dialogo con il figlio del potentissimo Dmitrij Peskov è finito sui social, sulle chat e sui media tradizionali di mezzo mondo, screditando la famiglia di un membro della ristretta cerchia dei fedelissimi di Putin.
Dmitrij Peskov
Buongiorno, qui è il comando centrale delle Forze Armate russe – comincia la conversazione telefonica Dmitrij Nizovtsev, il presentatore del programma, fingendo di essere un ufficiale dell’esercito – le comunichiamo che il suo nome è nell’elenco dei riservisti che verranno arruolati per l’operazione militare in Ucraina nell’ambito della mobilitazione ordinata dal presidente Putin.
“Cosa?”, risponde meravigliato al telefono Nikolaj Peskiov, figlio 32enne del portavoce del capo del Cremlino. Non interrompa la comunicazione come ha fatto un’altra volta, riprende l’interlocutore, le abbiamo inviato la cartolina precetto per l’arruolamento ma lei non ci ha risposto. La aspettiamo in caserma domattina alle 10. “Non ho alcuna intenzione di venirci. Lei deve capire che io sono il signor Peskov. Non è previsto che io venga arruolato. Sistemerò tutto a un più alto livello”. Che minaccia interessante, replica il finto ufficiale, e di quale livello si tratterebbe?
Dmitrij Peskov CON IL FIGLIO NIKOLAY
Peskov figlio è un ex-coscritto nelle forze nucleari russe e in teoria rientrerebbe dunque nella lista dei 300 mila riservisti chiamati alle armi da Putin per rafforzare il contingente militare di 200 mila uomini impegnato da sette mesi in Ucraina, che fra l’alto numero di vittime e la controffensiva delle truppe di Kiev appare in grave difficoltà.
Dmitrij Peskov ha chiesto che il completo testo della telefonata venga pubblicato, sostenendo che questo scagionerebbe suo figlio dal sospetto di volere usare i suoi legami con il Cremlino per non andare a combattere. In effetti, sul finale della conversazione, quando forse il giovane Peskov capisce di essere caduto vittima di uno scherzo e che le sue parole potrebbero venire registrate, dice che, se Putin glielo ordina, sarebbe pronto a “difendere la madre patria”. Ma la sua prima reazione fa credere al classico “lei non sa chi sono io”. [...]
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