Maurizio Crosetti per “la Repubblica”
antonio conte
Guardategli bene gli occhi, prima di tutto. Sono identici. Poi osservate come spalancano la bocca nell' urlo. Fratelli gemelli? Infine, parlate con qualche giocatore o ex giocatore di Antonio Conte e Gian Piero Gasperini e avrete le stesse risposte: capirete le ossessioni, il tutto che quei due pretendono e danno, la famelicità, la tirannide nella preparazione atletica, gli allenamenti forsennati. Si può chiamare carisma, ma è riduttivo. Conte e Gasperini, di fronte stasera in Inter- Atalanta, sono semmai due Savonarola, e chi li segue può farlo solo per la fede nelle opere degli uomini, più che nella grazia del Signore.
Si tratta, anche, di vite parallele.
GASPERINI E CONTE
Nella simmetria di Inter e Atalanta, la miglior difesa della Serie A contro il miglior attacco, è l' inizio di un disegno più complesso. Se la risposta è sempre nel gioco, e qui non mancano le similitudini tra il calcio "europeo" ma italianizzato di Gasperini, tattico sì ma non khomeinista, e i dogmi che Conte ha nel tempo un po' ammorbidito, il senso è nel modo. I risultati, certo, ma di più la maniera di ottenerli. La trama del racconto, ma prima i personaggi.
Anche la loro emotività è molto simile, a tratti forse eccessiva. Però sono insuperabili nel farsi seguire dai calciatori: un meccanismo automatico e quasi magico per Conte («Con lui sono almeno 10 punti in più a campionato», sostiene un suo ex giocatore juventino), più laborioso e diluito nel tempo per Gasperini che l'Atalanta se la sta rigirando tra le mani da anni, non da qualche mese come il suo avversario. Il parallelismo è nel segno della Juve, casa madre per entrambi.
CONTE E GASPERINI
Conte ne fu bandiera e capitano per 13 anni, Gasperini ci giocò nove partite solamente, in Coppa Italia, lui che in bianconero era arrivato bambino. E se Gasperini ha allenato le formazioni giovanili della Juve per un decennio, Conte ha riportato a casa lo scudetto dopo quell'Odissea anche di identità. Pochi sono più anti-interisti di Gasperini, ma ben pochi sono più juventini di Conte.
Se poi incrociamo le vite parallele e le rovesciamo, avremo il Conte allenatore dell'Atalanta (2009) e il Gasperini tecnico dell' Inter (2011): le loro peggiori esperienze in assoluto. Antonio si dimise a gennaio dopo mezzo campionato (senza buonuscita), Gian Piero venne cacciato dopo tre sconfitte in quattro gare, cadendo, lui piemontese di Grugliasco, a Novara. Gasperini all' Inter non vinse neppure una volta, Conte all' Atalanta conquistò appena 13 punti in altrettante giornate. Chissà cosa penseranno stasera, guardando nei colori della squadra avversaria l' unico pezzo sbagliato della loro vita sportiva.
gasperini
Gian Piero Gasperini ha dieci anni più di Antonio Conte e non è stato un campione. Ma nel calcio moderno è, in Italia, l' unico eversore di provincia, l' unico capace di arrivare in quel modo in Champions, l' unico in grado di sviluppare tanta bellezza insieme a tutta questa brutalità atletica, e con una valanga di gol.
Le loro squadre arrivano sempre per prime sulla palla. Quei due si stimano perché in parte si riconoscono, dimostrando che il magistero tecnico italiano è in continuo movimento e non schiera per forza in battaglia la tradizione contro l' innovazione, il contropiede contro il possesso palla, il respiro del gioco orizzontale contro gli improvvisi tagli della verticalità. Perché il calcio è massa fluida, meno sei rigido e più avrai vantaggio: Conte e Gasperini ci riescono senza rinunciare al loro stile inconfondibile, che sta tra il lavaggio del cervello dei calciatori e la dedizione ai corpi, mai prima della valorizzazione del talento, del colpo individuale, della classe. E per una volta si può dire che i fuoriclasse sono loro.
gasperini