El pase hecho arte. Brighton de Roberto De Zerbi.pic.twitter.com/jmvXbKH4ZM
— VarskySports (@VarskySports) September 17, 2023
Estratto dell'articolo di Salvatore Riggio per www.corriere.it
Roberto De Zerbi -Brighton
Missione non impossibile per Roberto De Zerbi che dopo aver conquistato la qualificazione in Europa League lo scorso anno, chiudendo la stagione al sesto posto (la sua miglior annata di sempre in Premier League) viaggia veloce anche in questa annata occupando la terza posizione della classifica, a tre lunghezze dal Manchester City di Guardiola.
De Zerbi scelto con l’algoritmo
Roberto De Zerbi ha incantato la Premier con il suo Brighton al primo anno. Scrive il Mail che De Zerbi era in una rosa di tre allenatori per la successione di Graham Potter, era stato indicato dall’algoritmo prodotto da StarLizard. Dopo l’incontro, De Zerbi divenne l’unico candidato. Tanto da essere corteggiato dal Chelsea e dal Liverpool.
ROBERTO DE ZERBI
E anche l’Inter, oltre a Thiago Motta, per il dopo Simone Inzaghi aveva pensato a lui. Così come il Napoli. Inoltre, l’ex tecnico del Sassuolo ha ricevuto anche i complimenti del tecnico del Manchester City, Pep Guardiola: «Il Brighton è la squadra che costruisce meglio il gioco al mondo», aveva detto qualche mese fa l’allenatore catalano.
«Propongono uno stile di gioco a cui non siamo abituati». Valanga di complimenti anche da Jamie Carragher: «Il Brighton, in termini di qualità, ha il miglior possesso palla del campionato. È incredibile quello che sta facendo De Zerbi e come lo sta facendo. Spero che rimanga a lungo al Brighton perché mi piacerebbe continuare a guardarlo».
L’ossessione per le sigarette
DE ZERBI
Forse non tutti sanno che le ossessioni di Roberto di De Zerbi sono due: il calcio e poi, per sua stessa ammissione, le sigarette. Sì, ne fuma un bel po’ e lo ha confessato in un’intervista al Daily Mail.
«Il calcio è un hobby, un lavoro, una passione, è la mia vita. Il problema è quando non ci sono giochi. Adoro passare il tempo con il mio assistente guardando la Champions League, e per noi è un onore giocare in Europa League in questa stagione perché se vivi per il calcio e puoi giocare a metà settimana, è un onore, un piacere». L’altra ossessione? «Le sigarette».
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L’amicizia con Guardiola
roberto de zerbi
L’ossessione di Guardiola verso De Zerbi è ancora più antica, risale addirittura a quando l’allora allenatore del Sassuolo era stritolato dalle discussioni tra risultatisti e giochisti. Mentre era ospite all’edizione 2018 del Festival dello Sport di Trento stupì tutti nominando l’allenatore appena arrivato in Emilia da Benevento tra i tecnici che riteneva più interessanti.
E dopo oltre cinque anni durante il quali maestro e allievo hanno avuto possibilità di incrociarsi, conoscersi e frequentarsi, la loro relazione è diventata sempre più ricca e profonda, di amicizia. E tra cene e sfide a bordo campo, i due hanno stretto una bromance da rom-com in nome del tiki taka.
Il caffè col barbiere
roberto de zerbi
Consapevole delle proprie capacità, resta però l’allenatore umile come quando ha iniziato. È un ragazzo amichevole che crea facilmente legami, sia con un barbiere di nome Mehmet che taglia i capelli in un negozio vicino al suo appartamento e con il quale prende regolarmente un caffè, sia con il personale, con il quale è popolare.«Penso di essere davvero fortunato nella vita perché il mio lavoro è la mia passione. Mi piace lavorare. Le persone che lavorano nel calcio hanno un grosso stipendio e per questo mi considero molto fortunato».
De Zerbi da calciatore
de zerbi brighton
De Zerbi, bresciano, da bambino ha iniziato a giocare nella squadra del suo quartiere, l’US Oratorio Mompiano. Le sue qualità tecniche non sono passate inosservate agli osservatori del Milan che lo ha voluto nel suo settore giovanile. Ha esordito da professionista nel 1998 nel Monza, in serie B.
Dopo varie esperienze in serie C, si è messo in luce nella stagione 2004-2005 in B con l’Arezzo e ha poi giocato nel Catania, nel Napoli (con cui nel 2007 ha anche esordito in A), nel Brescia, nell’Avellino e anche in Romania con il Cluj.
roberto de zerbi
La carriera in panchina
Nel 2013-2014 De Zerbi ha iniziato la carriera in panchina, nel Darfo Boario. Ma è sulla panchina del Foggia dal 2014 al 2016, in C, che inizia a farsi conoscere a apprezzare in tutta Italia. Nel settembre del 2016 è stato chiamato ad allenare il Palermo in A, l’anno successivo ha guidato il Benevento ma è nel triennio al Sassuolo, dal 2018 al 2021, che si è consacrato come tecnico di spessore.
Poi nella stagione 2021-2022 si è trasferito in Ucraina allo Shakhtar Donetsk. «Cerco di giocare contro tutti con lo stesso stile e lo stesso coraggio. In campo siamo tutti uguali e per vincere devi segnare un gol in più rispetto all’avversario. Non devi cambiare mentalità a seconda del rivale che hai davanti», il credo di De Zerbi. Che alcuni fa sembrò vicinissimo alla Liga, a Las Palmas. Ma non se ne fece nulla.
La guerra e l’addio allo Shakhtar
DE ZERBI E GLI ITALIANI DELLO SHAKHTAR LASCIANO KIEV
Poi l’inizio della guerra nel febbraio 2022, i giorni di terrori passati chiuso in hotel a Kiev e l’addio doloroso allo Shakhtar. I giocatori stranieri riescono a lasciare il Paese ma restavano i calciatori ucraini. «Fra le 4 e le 5 siamo stati svegliati dalle esplosioni, è il giorno peggiore della mia vita. Siamo un gruppo con brasiliani, ucraini e noi italiani: non intendo tornare nel mio Paese prima dei miei giocatori», disse De Zerbi. E così fece, non senza difficoltà: per farlo rientrare si mobilitarono il ministro degli Esteri di allora Di Maio e il presidente della Figc Gravina.
Il calciatore preferito di De Zerbi era Roberto Mancini, nonostante abbia avuto vicino al Milan gente come Franco Baresi, Paolo Maldini, Zvonimir Boban, Roberto Baggio: «Ma di quel gruppo ho portato con me la mentalità del collettivo più che la classe del singolo. Fu una fortuna incontrarli: la domenica vincevano, eppure il martedì si ripartiva da zero. A Milanello si respirava serietà, sacrificio a 360 gradi: quel Dna mi è restato» [...]
Il rifiuto alla panchina del Bologna di Mihajlovic
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Quando il Bologna esonera Sinisa Mihajlovic dopo quattro anni pensa subito a De Zerbi per sostituirlo. Ma arriva un no: Roberto pensava che la città, con cui Sinisa aveva stretto un legame particolare soprattutto negli anni della malattia, non lo avrebbe accolto bene.
E, anche per rispetto a Mihajlovic, ha rifiutato l’offerta. Altro discorso sarebbe stato se il serbo si fosse dimesso. Un gesto particolarmente apprezzato dalla moglie di Sinisa, Arianna, che sui social scrisse: «Due grandi uomini. Spero che i giovani prendano esempio dagli insegnamenti di questi due giganti. Con i soldi non si può comprare tutto».
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