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Simone Gorla per la Stampa
Dieci lettere ogni giorno, confezionate con cura, riempite di carta igienica imbrattata di feci e inviate alle celebrità e alle personalità pubbliche per vendicare presunte ingiustizie e soprusi. La corrispondenza di A.D., ex vigile urbano di Milano di 71 anni, da due anni era organizzata con meticolosa precisione. Buste con l' indirizzo scritto a pennarello, il francobollo fuori corso di un Paese straniero, di solito Azerbaijan, Bhutan e Zaire, e poche parole con il suo atto d' accusa.
lettere da imbucare casella postale
Ne aveva per tutti. Le forze dell' ordine da punire «per il G8 di Genova», i vertici Thyssenkrupp «per le vittime dell' articolo 18», gli amministratori «assassini» per le tragedie di Amatrice e Rigopiano. I politici «accozzaglia», i prelati «pedofili», i calciatori e gli allenatori «venduti». Il pensionato e la sua compagna D.T., un' impiegata di 54 anni, hanno inviato più di 10 mila missive dal 2014 al 24 gennaio, quando sono stati arrestati dagli uomini della Digos di Milano e denunciati per minacce e diffamazione. In casa avevano ancora 110 lettere pronte per essere spedite e 800 francobolli.
L' ex «ghisa», descritto come un agente attivo e premiato per il suo impegno, era cambiato con la pensione. Aveva iniziato a trascorrere il suo tempo davanti alla televisione, seguendo la cronaca e raccogliendo le notizie che più lo indignavano. I nomi dei «colpevoli» venivano segnati su un registro con gli indirizzi di casa.
Un giorno la folgorazione, mentre in televisione Jacopo Fo raccontava uno spettacolo del padre Dario, attore e drammaturgo premio Nobel, che ricordava come nel 1334 a Bologna durante una rivolta i nobili si erano rifugiati in un castello, ma gli insorti li avevano bombardati con tonnellate di letame fino a costringerli alla resa.
La metafora del guitto, nella mente di A. diventa un piano d' azione, un modo per vendicare i torti. Dopo aver compilato l' elenco di tutti i vip da punire, con la complicità della sua convivente, aveva avviato la produzione di minacce e insulti .
Le indagini erano partite dalle segnalazioni di alcuni politici milanesi, ma si sono presto allargate a tutte Italia. Le stesse questure avevano ricevuto decine di lettere, e così anche ministeri, sedi di Regioni, stazioni dei carabinieri. Tra le vittime delle minacce c' erano anche calciatori e allenatori delle squadre di serie A e dei campionati esteri su cui l' ex vigile scommetteva perdendo.
Dalla Juventus all' Arsenal, dal Borussia Dortmund al Bayern Monaco. Nel suo quaderno c' era poi un capitolo dedicato ai protagonisti della cronaca italiana e internazionale, dalle maestre dell' asilo Cip e Ciop di Pistoia che «picchiavano i bambini», al direttore dello zoo di Copenhagen, minacciato perché «hanno ucciso la giraffa "Marius" e data in pasta ai leoni». Tra i destinatari torinesi c' erano anche i vertici di Fca ed Evelina Christillin, presidente della Fondazione Museo Egizio: «È finito un incubo, in questi due anni è stato un inferno».
Gli obiettivi dell' ex vigile erano soprattutto i «politici ladri», che denunciava anche con centinaia di adesivi rossi, bianchi e verdi attaccati su cabine telefoniche, pali, semafori e muri del suo quartiere a Sud di Milano. Per gli inquirenti l' uomo, che possedeva una pistola e una scorta di proiettili, avrebbe potuto passare ad azioni anche più eclatanti. Agli agenti che l' hanno scoperto, dopo aver colto in flagrante la sua compagna che stava imbucando le ultime sette lettere, A. ha raccontato di sentirsi prigioniero della sua ossessione. «Non ce la facevo più. Mi avete liberato, grazie».
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