DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Giovanna Cavalli per “il Corriere della Sera”
«Come sto? Suvvia, bene, ho ripreso anche colore, sennò non sarei qui a casa mia, che dice? Ahh... che meraviglia, dopo pranzo mi sono seduto fuori in terrazza a prendere un po' d' aria, a guardare il cielo di questa città fantastica, da qui ai Parioli si vede la cupola di San Pietro, sa?». Così si racconta al telefono Vittorio Cecchi Gori, al suo primo giorno di convalescenza domestica, dopo oltre due mesi di ricovero al Policlinico Agostino Gemelli, dov' era stato trasportato d' urgenza la vigilia di Natale per ischemia cerebrale con complicazioni cardiache. Codice più che rosso. Reparto di terapia intensiva, a 75 anni.
Pareva non dovesse farcela, invece ce l' ha fatta, l'hanno dimesso sabato e la parlantina sembra quella dei tempi migliori. «Sono stato fortunato, il fisico è forte, nonostante tutto, un tempo ti veniva un colpo e morivi, altroché. Ora ho un ginocchio malandato e non cammino bene, zoppico e ho paura di inciampare. Dovrei operarmi, un interventino, poca roba, però non ne ho mica voglia, capirà, dopo quello che ho passato».
Settanta giorni di ospedale cambiano per chiunque la geografia della vita. «Quando la salute ti chiama, un pochino di cose si vedono in maniera diversa. Anche le persone, sì». Una in particolare. «Mi sono riavvicinato a mia moglie Rita Rusic. Sì, siamo divorziati, ma per me resta sempre mia moglie».
Sposati nel 1983, durò fino al 1999, due figli, Mario e Vittoria. Lei si è precipitata in ospedale con il primo volo da Miami, dove vive. Lei lo ha seguito passo passo nella malattia, lei lo ha riportato in quell' attico con vista «che era dei miei genitori, è stato chiuso per vent'anni prima che mi ci trasferissi io» e dove il produttore conserva gli Oscar vinti con Il Postino, La vita è bella, Mediterraneo, mettendo da parte i rancori da ex («Non ci parlavamo da sei, otto anni, quando l'ho visto le cose sono cambiate, è stato orribile, ho trovato un uomo abbandonato da tutto e da tutti, io sono la sua unica moglie e lui l'unico marito, sono cattolica e mi sono sposata pensando che il matrimonio è per sempre anche se poi le cose non sono andate», disse la Rusic a gennaio a La Vita in diretta ).
RITA RUSIC VITTORIO CECCHI GORI
Dopo tre anni di silenzio gelido, Cecchi Gori ha ritrovato l'affetto del figlio Mario: «È rimasto con me per un mese intero, un miracolo, e anche questo è merito di Rita». La discesa era stata lunga e solitaria. «Mi ricordo che non stavo bene, anzi mi ricordo parecchie cose, più di quando mi sono ammalato. Non mi sono accorto di essere esaurito, ero tanto stanco, stanchissimo, prostrato da tanti avvenimenti brutti».
RITA RUSIC VITTORIO CECCHI GORI
L'amore finito con Valeria Marini (tra i primi però a correre al suo capezzale), il fallimento della Fiorentina, la bancarotta, il crac della Finmavi e la condanna a sette anni di reclusione, niente più amici, niente più ciak, niente più vita dorata sotto le volte di Palazzo Borghese, l'animo svuotato, il corpo invece sempre più gonfio e pesante, lo sguardo acquoso e assente, le parole trovate a fatica, solo il ciuffo biondo pannocchia era rimasto quello.
«È che prima facevo tanto sport, poi soltanto il tennis, un anno fa ho dovuto smettere anche quello perché mi faceva male il ginocchio e ho cominciato a ingrassare, tutto quello che mangiavo mi restava appiccicato addosso. Adesso sono dimagrito, almeno quindici o venti chili, sicuro. Non ho fatto la dieta, figuriamoci, è che a stare in ospedale ti passa la fame, mangi poco e niente, e poi ero impegnato con la riabilitazione, i medici del Gemelli sono stati bravissimi, però non è come stare a casa mia e poter guardare il cielo».
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