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SEPIACCI, LI MORTACCI! - IL 78ENNE LUIGI SEPIACCI, EX PRESIDENTE DELLA "ANINSEI" (ASSOCIAZIONE NAZIONALE ISTITUTI NON STATALI E DI ISTRUZIONE), È ACCUSATO DA DUE DIPENDENTI DI AVERE PALPEGGIATO IL LORO SENO E IL SEDERE, LE MOLESTIE SAREBBERO AVVENUTE MENTRE ERANO BLOCCATE TRA LA SCRIVANIA E LA PARETE - ORA SEPPIACCI DOVRA' ANDARE A PROCESSO, PER LUI È IL SECONDO: UNA STUDENTESSA DELL'ACCADEMIA DI BELLE ARTI, DI CUI LUI ERA ALLA GUIDA, LO HA DENUNCIATO SOSTENENDO CHE, DURANTE UN COLLOQUIO, LE HA AFFERRATO LA MANO E GLIEL'HA MESSA SUI SUOI GENITALI...
Luigi Sepiacci, ex presidente della Aninsei (Associazione nazionale istituti non statali e di istruzione), è un imputato per violenza sessuale. Il secondo procedimento, dopo quello già in fase processuale a Viterbo quando l’uomo era alla guida dell’Accademia di Belle Arti.
Per Sepiacci, 78 anni, la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per gli abusi denunciati da due dipendenti.
Nel capo di imputazione si legge che l’anziano, “abusando della propria autorità e profittando della posizione della vittima, seduta tra la scrivania e una parete… toccava i seni, palpeggiava i glutei… accompagnando tali gesti da accarezzamenti al ginocchio, alle spalle, ai capelli”. Tutto, secondo gli inquirenti, “in più occasioni” e “insistendo” nonostante le proteste e la “contrarietà costantemente manifestatagli”. I fatti contestati vanno dal 7 gennaio 2022 al febbraio successivo. Le donne avevano lasciato l’impiego dopo le molestie subite dall’allora presidente.
Risalgono invece, alla fine di febbraio 2023, i reati contestati a Sepiacci a Viterbo per cui il pm aveva chiesto gli arresti domiciliari, respinti dal gip che aveva però accolto la richiesta di giudizio immediato. In questo a una laureanda “convocata per un problema nell’ultimo esame del corso che le avrebbe impedito il conseguimento della laurea”, Sepiacci avrebbe detto “che era disposto ad aiutarla e che bisognava trovare un modo per “convincerlo”, ribandendo che il materiale portato dalla studentessa per l’esame non era sufficiente e che per non rimandare la laurea bisognava trovare una soluzione”.
Secondo l’accusa l’uomo aveva afferrato la mano della studentessa “portandola sui propri genitali, trattenendola e ripetendo tale azione forzosa dopo che la ragazza aveva distolto la mano in segno di evidente dissenso, continuando a dirle che era necessario che lo “aiutasse a trovare una soluzione”.
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