VIUUULEENZA! - PARLA DIEGO ABATANTUONO: “IL CAOS DI MILANO? I DELINQUENTI SONO SEMPRE IDENTIFICABILI. SE NON LI FERMANO E' SOLO PERCHE' NON VOGLIONO. L’EXPO? RITARDI E RUBERIE, INSOMMA TUTTO NELLA NORMA"

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Davide Vecchi per il “Fatto Quotidiano”

diego abatantuono (2)diego abatantuono (2)

 

A dispetto del tifoso milanista terrun ciello che l’ha reso noto o del sergente Lo Russo interpretato in Mediterraneo , Diego Abatantuono è milanesissimo. Nato, cresciuto, vissuto a Milano. Ha esordito all’ombra della Madonnina con Enzo Jannacci e Beppe Viola. La Milano delle università occupate prima, di Tangentopoli poi e di Expo ora. Abatantuono le ha viste tutte e per questo, dice, “non mi stupisco più tanto facilmente”.

 

Dunque Expo stupisce?

Ma va. Non l’ho ancora vista, pensi che ho ricevuto l'invito il 28 aprile.

 

Meglio non esserci?

Figurarsi, sull’invito c'era scritto di confermare la presenza entro il 27: a me è arrivato il giorno dopo.

 

C'è di peggio.

Infatti, Expo è nella norma. Qualcuno ha rubato, qualcun altro è stato arrestato, i lavori non sono ancora finiti. Insomma: tutto nella norma. Se fosse stato tutto terminato in tempo per l’inizio dell'esposizione e nessuno avesse rubato un centesimo ci saremo stupiti, ci sarebbe sembrato strano.

 

Si arruola tra i No Expo anche lei? Ha letto dei cortei e dei danni alla città?

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Certo, gli infiltrati però ci sono sempre stati. Così come i violenti. Ci sono persone che non c’entrano niente e rimangono coinvolte, poi ci sono i delinquenti e i delinquenti sono tutti e sempre identificabili. Se non li fermano c’è la volontà di non fermarli. Questo vale per tutti gli eventi pubblici, dalle manifestazioni e cortei di protesta agli spalti degli stadi.

 

Al netto del parallelo con i tifosi violenti, i cosiddetti black bloc che hanno dato fuoco alle auto e imbrattato mezza Milano sono stati lasciati liberi di agire? Ho capito bene?

C’è un coinvolgimento, certo. Io sono un appassionato lettore di libri gialli, quindi diciamo che in quello che succede c’è sempre un movente. Può andare a favore di qualcuno ma sicuramente, quando si palesa come l’altro giorno, va a scapito di tutti.

 

Non era violenza gratuita?

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Tenendo fuori da tutto quel pirla intervistato dal Tgcom e attenendoci ai fatti che conosciamo, negli scontri dell’altro giorno come in tutte le cose c’è sempre il solito binomio causa ed effetto, funziona sempre. Guardi gli scafisti...

Gli scafisti?

Certo. Io lo dissi anni fa che sarebbero arrivate migliaia di persone. Ma è questione di logica, lì c’è un condominio in fiamme e scappano. Ora se da una parte vendi le armi, dall’altra non puoi sperare che nessuno scappi, lo devi mettere in conto. Una conseguenza.

 

Le regole del gioco.

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Una questione di logica. Non è il mio mestiere: sto parlando perché mi sono fatto fregare come un pirla da lei ora, ma anche questo fa parte delle regole del gioco. Ecco, per quelli che hanno devastato Milano servirebbero regole, pene certe.

 

Ad esempio?

Se lei volesse far fuori sua suocera può portarla allo stadio, strangolarla e si beccherebbe un Daspo (il divieto di frequentare gli stadi, ndr). Se lo fa a casa sua le danno l’ergastolo. Ora, se io distruggo un negozio e gli do fuoco devo sapere quale è il prezzo che pago se mi beccano, altrimenti continuo a farlo tanto non ci sono conseguenze.

Norme più severe?

diego abatantuonodiego abatantuono

Basterebbe applicare la legge e garantire la certezza della pena, ma davvero e per tutti. C’è gente ora che passa giornate intere in palestra per allenarsi a tirar pugni, li vedo allo stadio ed è pazzesco: un pugno può ammazzare, è tentato omicidio non rissa. Dunque bruci un negozio? Anche quello è tentato omicidio non danneggiamento. Pene esemplari, specifiche, chiare ma non per quelli che sono stati coinvolti, ma per quelli che coinvolgono.

 

Però l’epilogo ha mostrato migliaia di cittadini in strada a ripulire Milano.

Un gesto molto civile che segnala anche disagio.

Ormai ci si sente abbandonati dallo Stato tanto da pulire da soli anche le strade?

Ormai? Sono venti anni che c'è quell’ormai, forse più. Ormai c’è sempre. Dal caso Mattei, credo. Ma poi rimaniamo su Expo: lo Stato c’è ed era proprio lì. Ci fosse scappato il morto ne avremmo criticato l'operato, visto che non c’è scappato allora magari pensano che siano anche da elogiare, chissà.

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