FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Federica Angeli per “la Repubblica” dell’11 febbraio 2016
"A Torpignattara Santarelli (il brigadiere capo, ndr) lo chiamano "er Puffo" ed è quello più cattivo della squadra di via In Selci". Così il fratello di uno spacciatore. "Quello che hanno fatto mio fratello l'hanno fatto a un sacco di gente, tanto che le chiamano le rapine col distintivo. Fanno finta de fa perquisizioni e invece te rapinano, piegandoti alle loro regole, tanto la parola di un carabiniere vale più di quella di un pregiudicato. Sono sempre loro", prosegue il fratello dello spacciatore.
I 4 carabinieri gli hanno sottratto 43mila in contanti, due chili di hashish, sostituite con piccole dosi che i militari hanno tirato fuori da uno zaino loro, e verbalizzato. Non la spacciavano solamente la droga che requisivano, la assumevano anche i carabinieri di via In Selci.
"Dove annamo a pippà stasera? C'ho tempo fino a mercoledì che poi devo smette tre giorni prima che me devo operà per le analisi ". Il maresciallo Marrone, classe '65, è nell'auto di servizio con l'appuntato De Cristofari. E' l'8 giugno, sono le 18.34. Si avviano verso casa di Benedetti, che custodisce per loro la droga. Marrone è un fiume in piena, non resiste, ferma l'auto in via Portuense e sniffa tre strisce di cocaina. "Aaaahhh start e stop", esclama. La cimice che è installata sull'auto di servizio che i 4 usano per muoversi capta ogni respiro.
Evidentemente la paura di essere sotto controllo non li sfiora, neanche dopo lo spauracchio che appena due mesi prima si erano presi. L'8 aprile tornano infatti dal pregiudicato tedesco che il 15 gennaio avevano arrestato, rubandogli 8.000 euro. Vanno a eseguire il suo trasferimento in carcere. Lo hanno tenuto d'occhio e hanno visto che si è recato più volte in procura dove, al pm Zuin, aveva già raccontato dello strano blitz di cui era stato vittima.
"Cosa vuole sapere da te la dottoressa Zuin? Sei sicuro che non hai detto altro? Guarda che noi ti abbiamo fatto un favore a gennaio, potevamo arrestare tutta la tua famiglia". Il tedesco li rassicura sul suo silenzio. Il 24 maggio in via delle Susine incontrano, Marrone e De Cristofari, il confidente Chicca. Con l'auto di servizio scendono in un garage, aprono il bagagliaio e caricano un borsone con la droga. Vanno quindi dai Benedetti a consegnare il loro carico. "Quant'è?" chiede l'appuntato. "Sette", risponde il maresciallo. Ma quando arrivano dai Benedetti scoprono che sono meno. "M'avevi detto al civico 70, porco ..., non al 66", inveisce al telefono Marrone contro Chicca.
Il 15 giugno, la prova regina della loro sottrazione di droga all'interno degli uffici di via In Selci. "Dobbiamo mettere nel grottino (così in gergo l'ufficio corpo di reati ndr) una busta uguale a quell'altra", si dicono in un sussurro i due. "Facciamo un change e poi andiamo a portare tutto a Franco (Benedetti, ndr).
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