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AFFAIRE ‘NDRANGHETA-JUVE, AGNELLI SENTITO COME TESTIMONE IN TRIBUNALE: “INCONTRAI IL CAPO ULTRÀ DOMINELLO, MA NON CI FU MAI PRESSIONE DI ALCUN TIPO SU DI ME O ALTRI DIPENDENTI JUVE” – IL CAPO ULTRA’ E’ SOSPETTATO DI PRESUNTI LEGAMI CON LA MALAVITA

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Elisa Sola per www.corriere.it

 

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«Rocco Dominello l’ho incontrato, mai da solo, in alcune occasioni con altri rappresentanti delle tifoserie. Alcune volte è venuto a farmi gli auguri di Natale, con Fabio Germani, ma non ho mai avuto idea che fosse della ‘ndrangheta». Andrea Agnelli ha smentito così, durante un’audizione durata poco meno di un’ora, davanti al gup Giacomo Marson, legami con presunti esponenti della malavita organizzata calabrese infiltrata nella curva.

 
Il processo

Il presidente della Juve è stato sentito come testimone al processo “Alto Piemonte”, su richiesta di Domenico Putrino e Ivano Chiesa, i legali di Rocco Dominello, esponente dei Drughi e imputato di 416 bis. 

 

DYBALA AGNELLIDYBALA AGNELLI

Secondo i pm Paolo Toso e Monica Abbatecola, Rocco Dominello, figlio di Saverio (anche lui imputato, ex affiliato che si è recentemente dissociato) sarebbe stato inserito nella curva bianconera dalla ‘ndrangheta, allettata dalla prospettiva di guadagnare con il bagarinaggio. Ma Rocco Dominello ha da sempre smentito ogni addebito. «È incensurato – ha ribadito l’avvocato Domenico Putrino fuori dall’aula - non è mai stato condannato per mafia e non ha mai avuto rapporti coi mafiosi». Ivano Chiesa, il secondo legale di Dominello, ha precisato: «Agnelli ha detto che ha incontrato Dominello più volte, quattro o cinque, con altri capi ultrà. Ha detto che era una persona di buonissimi modi e ha escluso pressioni di qualsiasi tipo, nè verso di lui nè verso i suoi 700 dipendenti. Ha detto che quest’uomo dal modo di porsi elegante chiacchierava del più e del meno».

 

 

 

 

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«Agnelli – ha proseguito l’avvocato Putrino – ha detto che nessuno dei suoi 700 uomini dell’organizzazione Juve, né la Digos, in contatto quotidiano con loro, aveva mai manifestato che questi potesse essere vicino ad ambienti mafiosi. Anzi, diceva che a differenza degli altri con lui si poteva ragionare». I pm Monica Abbatecola e Paolo Toso non ritengono rilevante la testimonianza di Agnelli, che resta per la procura non coinvolto nell’indagine, mentre particolarmente importante sarebbero alcuni passaggi di quanto dichiarato da Loris Grancini, leader del Viking, sentito come teste prima di Agnelli.
 

Grancini ha confermato che Rocco Dominello sarebbe «spuntato dal nulla» nel 2012, in curva, avendo immediatamente un «ampio accesso» nella società. Nessuno nei Viking, è emerso dalla sua audizione, si era spiegato, in quel periodo, come potesse uno sconosciuto ricevere tutti o quasi «i biglietti della finale di Coppa Italia». Grancini ha detto anche che il guadagno del gruppo per ogni partita non avrebbe superato i mille euro, per quanto riguarda i Viking. Ma alla procura risulta invece che Rocco Dominello, da solo, avrebbe intascato tremila euro a incontro e che i guadagni di gruppi come i Drughi sarebbero stati molto più ingenti: fino a 30mila euro a partita. Secondo i pm, il fatto che alcuni ultrà avessero avuto introiti maggiori sarebbe dipeso dai legami con la ‘ndrangheta.

 

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