DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
migranti asciugano panni a kos
Sue Reid per “Daily Mail”
Sotto il cocente sole greco, 19 migranti afghani si sono ritrovati, tutti vestiti, accanto ai vacanzieri in costume delll’isola di Kos.
Ali Yagdoobi è arrivato con famiglia e amici a bordo di un barcone, partendo dal porto turco di Bodrum. E’ un ingegnere elettrico di Kabul, uno dei 1.200 scappati dal medio Oriente e dall’Africa. Da qualche tempo questa tratta attraverso il Mar Egeo è diventata la nuova porta d’ingresso all’Europa e gli abitanti di Kos, circa 30.000, temono che i turisti comincino a boicottare l’idilliaca destinazione, da sempre preferita degli inglesi.
migranti dormono in strada a kos
migranti presso elias hotel di kos
I nuovi arrivati non sono benvenuti, dormono sotto gli alberi, sulle sdraio in spiaggia o sul pavimento del commissariato. Oppure si arrangiano nel campo creato in un hotel fatiscente di “Lambi beach”, dove i gommoni dei trafficanti, ad ogni nuova alba, riversano il loro carico umano. A gruppi passeggiano su e giù per le spiagge, appendono i panni per farli asciugare, mentre i troller dei turisti fanno zig zag per evitarli e le gang di trafficanti fanno profitti restando impunite.
migranti giunti a kos con il gommone
Kos è un’isola pacifica e sicura, meta ideale per le famiglie in vacanza. Gli abitanti non chiudono le porte a chiave e le donne girano di notte indisturbate. Ali abbraccia la sua piccola di sei mesi e sua moglie Samaya di 20 anni: «Siamo arrivati da due giorni e dormiamo sul pavimento della Questura. Non sappiamo dove altro andare. Non abbiamo soldi, abbiamo dato tutto a chi ci ha portato qui in barca. Non abbiamo né medicine né pannolini per nostra figlia, e siamo a corto di acqua».
migranti in spiaggia coi turisti
migranti in strada fra i turisti
Aspettano, in dure condizioni, che arrivino i documenti per viaggiare fino ad Atene e per vivere sei mesi in Grecia. L’attesa è lunga e il sistema è al collasso. Molti migranti fuggono dai campi, si appellano ai diritti umani e rifiutano di farsi prendere le impronte digitali, scappano in paesi più ricchi come Gran Bretagna, Germania e Austria. Ieri i politici greci sono andati a Kos per vedere la crisi di persona. Secondo le stime, nel 2015 sull’isola sono giunti 7.500 migranti, 6.000 solo nell’ultimo mese. Il tratto di mare tra Bodrum e Kos è generalmente calmo e molti lo attraversano a nuoto, usando i pneumatici dei camion per ciambelle.
A scappare sono siriani e libici, via dai paesi controllati dal Califfato, o somali ed eritrei che si lasciano alle spalle guerra, povertà e violenza. Ognuno di quelli che hanno optato pe ril gommone, ha pagato 800 euro ai trafficanti. Questo commercio si pensa vada a finanziare l’ISIS. Secondo l’intelligence europea, tra i migranti si nascondono anche terroristi islamici, spacciati per profughi pur di procedere con l’offensiva all’Occidente. Secondo la “Frontex”, circa un milione di persone sono pronte a salpare per l’Europa.
A Kos è arrivato Tito Tito Homsi, un 25enne designer siriano: «Da Damasco a Beirut, poi Istanbul e Bodrum, questo è il viaggio. All’aeroporto ho chiesto dove potevo trovare un posto per arrivare illegalmente a Kos. Non conoscevo nessuno a bordo ed ero spaventato perché non esistono controlli e accanto a me poteva esserci un terrorista. A Kos convivido un appartamento in hotel con quattro amici. Non so cosa pensino di me i turisti inglesi, ma io pago esattamente come loro».
Viene da una famiglia ricca ed è più fortunato di Mohammed Ahamed, 30 anni, che dorme nel parco su un materassino: «E’ tutto ciò che ho. Non voglio restare qui, voglio lavorare in Europa. I greci ci ignorano, è come se non esistessimo. I documenti non arrivano, è un caos. I siriani hanno le carte di identità, gli iracheni, gli afghani e i libanesi no, e allora ci vuole tempo per capire chi siano davvero».
Gli esercenti dell’isola si lamentano. Gli affari vanno male, i turisti non sopportano di vedere i migranti ovunque, la sporcizia in strada dilaga. Vogliono rilassarsi e non avere a che fare coi problemi altrui. Vogliono sedersi al ristorante senza essere fissati da estranei che supplicano cibo. Le prenotazioni sono crollate del 70%, a gestire l’ordine ci sono meno di 30 agenti della polizia.
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