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“L’ITALIA NON HA NESSUN ACCORDO CON STARLINK, È TUTTO FERMO PER VOLONTÀ DI URSO E DEI SUOI CONSIGLIERI” – ANDREA STROPPA, IL REFERENTE ITALIANO DI ELON MUSK, PUNTA IL DITO CONTRO IL MINISTRO DEL MADE IN ITALY PER LO STOP AL CONTRATTO DA 1,5 MILIARDI DI EURO: “URSO HA DICHIARATO CHE L'ITALIA AVRÀ LA SUA COSTELLAZIONE SATELLITARE ENTRO 5 ANNI SENZA L'AIUTO DI STARLINK E SPACEX. MI CHIEDO CON QUALI LANCIATORI SI PENSI DI METTERE IN ORBITA I SATELLITI PER COPRIRE IL MEDITERRANEO" – “MUSK NON SI ASPETTAVA E NON SI ASPETTA NULLA DA MELONI. NON È MAI INTERVENUTO DIRETTAMENTE NELLE DISCUSSIONI…”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Bottero per www.lastampa.it
«Credo sia tutto fermo da almeno sei mesi o più. Da quanto ho capito, il ministro dello Sviluppo Urso, pochi giorni fa, ha dichiarato di fronte alle più importanti figure istituzionali che l’Italia avrà la sua costellazione satellitare a bassa orbita entro cinque anni per uso governativo militare senza l’aiuto di Starlink e SpaceX.
Da italiano, questo mi rende molto orgoglioso e faccio il tifo per questo progetto nazionale. Da tecnico, però, mi chiedo con quali lanciatori si pensi di mettere in orbita i satelliti per coprire il Mediterraneo».
Andrea Stroppa, il referente per il nostro Paese di Elon Musk, è appena tornato dagli Stati Uniti. Vista dal quartier generale del tycoon, spiega, la strategia spaziale del Paese è avvolta nella nebbia. «Chi produrrà i satelliti? Chi li gestirà? Chi si occuperà dell’hardware? Cioè le antenne, i router... Pensi che per ottenere le certificazioni di questi prodotti, se devono essere installati su aerei o navi, servono anni, molti anni».
Le alternative esistono.
adolfo urso giorgia meloni - foto lapresse
«L’unico riferimento sul mercato è Kuiper di Amazon, che dopo sei anni ha lanciato i primi 27 satelliti di prova con un investimento di dieci miliardi e con circa 1.500 ingegneri presi sul mercato che spesso vengono proprio da SpaceX. Ma Kuiper ancora non può installarli su mezzi mobili come aerei e navi, imprescindibili per il progetto Difesa».
[…]
Sta dimenticando il progetto Eutelsat, l’operatore francese, che permetterebbe all’Europa di mantenere la propria sovranità su un tema delicatissimo.
ELON MUSK GIORGIA MELONI ANDREA STROPPA
«Eutelsat non è considerato un competitor di Starlink. Soprattutto per i Paesi Nato. Gran parte dei satelliti messi in orbita da Eutelsat sono stati lanciati tramite razzi di Paesi extra-Nato, il che esclude, per motivi di sicurezza, ogni collaborazione seria. Gli ultimi li ha lanciati proprio con SpaceX».
Sembrava che l’intesa tra Roma e Starlink fosse a un passo: che cosa è cambiato?
«Devo dire che, in questi mesi, mi hanno colpito le dichiarazioni di diversi ministri come Guido Crosetto e i vertici della Difesa come il generale dell’Aeronautica Goretti che, pubblicamente, hanno spiegato la necessità e l’urgenza di dotarsi di questa tecnologia guardando ai dati di fatto e lasciando da parte le polemiche.
GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA
È un tema molto caro anche alla Marina Militare e agli Esteri. Più volte Leonardo, tramite l’amministratore delegato Cingolani, ha pubblicamente dissipato i dubbi relativi a problemi di sicurezza nazionale. L’idea di avere Starlink come soluzione ponte, in attesa di una costellazione nazionale, è sensata».
Quali sono gli ostacoli? Le opposizioni sono sempre state molto critiche, l’esecutivo aveva fatto aperture importanti.
«Onestamente non lo so. Musk quello che doveva dire l’ha detto: l’Italia, dotandosi di questa tecnologia, sarà il Paese più avanzato in Europa nelle comunicazioni satellitari e relativi applicativi. Altri Paesi lo chiederanno in prestito».
Musk si aspettava qualcosa di più da Meloni, visto il feeling?
«Non si aspettava e non si aspetta nulla dal presidente Meloni. Pensi che Elon Musk non è mai intervenuto direttamente nei colloqui riguardo Starlink. Le uniche volte che è intervenuto direttamente è stato per facilitare i rapporti istituzionali Italia–Stati Uniti. Ed i risultati si vedono. Ma questo è un altro discorso».
Ne avrete parlato...
GIORGIA MELONI ADOLFO URSO - MEME BY EMILIANO CARLI
«Ho visto Elon pochi giorni fa. Era molto contento dei progressi delle sue aziende. Sono mesi molto importanti per lui, con grandi traguardi raggiunti e novità in arrivo: decine di miliardi di investimenti, espansioni di stabilimenti, nuove assunzioni. Non abbiamo parlato del governo italiano».
Se il tempo dovesse passare, potreste essere voi a tirarvi indietro?
«L'azienda è guidata da Elon Musk ed è lui a prendere le decisioni. Posso assicurarle che l'azienda ha fornito tutti gli elementi utili per dare una risposta, mettendo a disposizione risorse, tempo, personale e offrendo sempre la massima disponibilità».
Da soluzione per la connettività a tassello strategico nelle relazioni tra Stati. Quanto pesa oggi Starlink nei dossier internazionali?
«Penso ai casi più recenti: gli accordi con l’Arabia Saudita in presenza del principe ereditario, al Primo Ministro dell’India Modi, al Bangladesh.
In Europa sono in programma investimenti di grandi dimensioni che cresceranno e stanno già creando migliaia di posti di lavoro. L’Italia in questo momento non ha nessun accordo con Starlink o SpaceX e, come le ho detto, è tutto fermo per volontà assolutamente legittima del ministro Urso e dei suoi consiglieri».
È il motore della futura intelligenza artificiale “generale” o una corsa al gigantismo tecnologico? E che ruolo gioca qui Tesla, con il suo progetto Cortex?
VERONICA BERTI - kimbal musk - andrea stroppa
«Colossus è il più grande e potente supercomputer al mondo. Per noi, è un gioiello di ingegneria. È una struttura che contiene a oggi 200.000 GPU. È stato tirato su in 122 giorni nella prima fase con 100.000 GPU e ne sono serviti altri 92 per aggiungere le altre 100.000. Elon Musk è l’unico ad aver realizzato una struttura del genere.
Ha le tecnologie per alimentarle e gestire i carichi di energia grazie a Tesla, ha l’esperienza di aver costruito decine di stabilimenti in tutto il mondo, ha i migliori ingegneri al mondo presi in prestito da SpaceX. Gli analisti stimavano almeno due anni per un progetto del genere. [...]»
Dopo le campagne di boicottaggio, i cali in Borsa e nelle vendite e i dubbi sull’auto elettrica, Tesla cambierà rotta?
«Tesla procede con i suoi due progetti di punta: la guida autonoma completa delle auto, che inizierà in sperimentazione a giugno di quest’anno in Texas, e Optimus, il robot umanoide.
Quest’ultimo sta imparando proprio in queste settimane a eseguire compiti casalinghi. Pochi giorni fa ho incontrato scienziati di un’azienda cinese che hanno iniziato a sperimentare l’utilizzo di robot umanoidi in cantieri cosiddetti pericolosi, dove c’è troppa esposizione a polveri nocive, scenari complessi o condizioni climatiche troppo severe. Sarà una rivoluzione».
E l’Europa?
«Non ne ho idea, sinceramente. Gli Stati Uniti hanno il vantaggio del “sogno americano”. Qual è il sogno europeo? Senza sogni, senza desideri – diceva Dante – è tutto finito».
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