RIUSCIRÀ MATTEO SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE…
Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per "la Stampa"
L'Unifil resiste, anche se deve registrare il suo quinto ferito in pochi giorni, e danni sempre più gravi alle sue strutture. Il governo libanese riceve il presidente del Parlamento iraniano Mohammed Bagher Ghalibaf e rilancia la richiesta di un cessate il fuoco, nel rispetto della risoluzione Onu 1701, una prima, timida pressione su Hezbollah, perché la 1701 prevede il suo ritiro oltre il fiume Litani, cosa fin qui ritenuta inaccettabile.
Ma la tregua è ancora lontanissima. Ieri sera, allo scadere dello Yom Kippur, Israele ha colpito pesantemente Nabatieh, la roccaforte del Partito di Dio nel Sud, e i miliziani hanno risposto con il lancio di 300 razzi su tutto il Nord dello Stato ebraico. […]
Distruzione in Libano dopo raid aerei israeliani - foto lapresse
Beirut ancora non vuol crede alla guerra, anche se ha subito più bombardamenti che nel 2006, l'ultimo conflitto con Israele, oltre duemila morti in tutto il Libano e diecimila feriti[…] Nel Sud, […] il filo che non si deve spezzare è lo schieramento dei Caschi Blu, l'ostacolo che impedisce all'Idf di penetrare più a fondo con le sue tre divisioni schierate lungo il confine, compresa la più temibile e decorata, la Golani.
Nella notte tra venerdì e sabato un altro militare indonesiano è stato ferito a Naqura, il quartier generale della missione, da colpi di arma da fuoco, di «provenienza sconosciuta», come ha precisato la stessa Unifil. È stato operato, non è in pericolo di vita. Altre esplosioni hanno invece danneggiato alcuni container in una struttura che ospita truppe ghanesi.
Distruzione in Libano dopo raid aerei israeliani - foto lapresse 2
Le pressioni internazionali, dell'Europa e degli Stati Uniti, hanno in parte frenato la spinta israeliana. La richiesta all'Unifil di farsi da parte è cominciata tre settimane fa, appena l'Idf ha annunciato la nuova fase del conflitto con Hezbollah, terrestre. Ma a differenza che nel 2006, l'Onu non ha intenzione di lasciare il campo libero.
E ieri trentaquattro Paesi contributori dell'Unifil, tra cui l'Italia, hanno firmato una dichiarazione congiunta che ribadisce il sostegno alla missione Onu e condanna gli ultimi attacchi contro i caschi blu. […]
Dalla tenuta dell'Unifil dipendono anche gli ultimi, disperati tentativi diplomatici per evitare un'invasione su larga scala. Un bagno di sangue, in altre parole. In questa fase l'Iran, indebolito dal totale fallimento della sua intelligence negli ultimi due mesi, prova a recitare la parte del moderato.
Dopo il tour nei Paesi del Golfo del presidente Masoud Pezeshkian, ieri è toccato al pur più radicale Ghalibaf mediare con il premier libanese, il sunnita Najib Mikati, e il presidente del Parlamento, lo sciita Nabih Berri. Tutti e due hanno sottolineato la disponibilità di «tutte le parti», quindi compresa la dirigenza di Hezbollah, o quel che ne resta, a implementare la risoluzione 1701.
Distruzione in Libano dopo raid aerei israeliani - foto lapresse
Ghalibaf è stata anche attento a portare la sua solidarietà al «governo, l'esercito libanese, e le forze della resistenza», quindi non solo alle milizie sciite addestrate dall'Iran. Le forze armate libanesi, che per tradizione hanno al loro vertice un cristiano, hanno assunto un ruolo determinante, dopo essere state al margine per decenni. Sono state schierate al Sud fino a cinque chilometri dal confine, hanno subito alcune perdite, sono più presenti sul territorio.
[…] Israele, e in fondo anche gli Stati Uniti, vogliono invece spezzare la presa di Hezbollah sulle istituzioni libanesi, governi, ministeri, e pure le stesse forze armate, dove l'influenza sciita è cresciuta moltissimo negli ultimi dieci anni, dopo l'accordo tra l'ex presidente cristiano Michel Aoun e il defunto Hassan Nasrallah per un esecutivo di coalizione.
"Liberare" il Libano da Hezbollah è l'ambizioso obiettivo finale di Benjamin Netanyahu, convinto che la cosa non dispiaccia all'alleato americano, visto che nel 1983 i militanti sciiti fecero saltare in aria 241 Marines e li costrinsero alla ritirata. I tempi sono però incerti.
Per la rappresaglia annunciata sulle infrastrutture iraniane, legata più che altro all'appuntamento elettorale negli Stati Uniti. E per l'eventuale vera invasione di terra. Prima bisogna però "liberare" Gaza da Hamas.
[…] L'Idf ha chiesto ai 400 mila palestinesi che ancora stanno nel Nord della Striscia (all'inizio della guerra erano 1,4 milioni), di lasciare le loro case, o quel che ne resta. Hamas ha replicato che non lo consentirà. Israele ha bloccato gli aiuti umanitari. Si prospetta un assedio terribile. Per fame e per bombe.
CASCHI BLU GHANESILE BASI UNIFIL COLPITE CASCHI BLU GHANESICASCHI BLU MALESI
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