variante delta

IL COVID NON MOLLA: AUMENTANO I POSITIVI, SOPRATTUTTO TRA I GIOVANI: I PIU' COLPITI HANNO TRA I 10 E I 29 ANNI, MA LA CRESCITA RIGUARDA TUTTE LE ETA' - NON C'E' ANCORA PREOCCUPAZIONE PER I POSTI LETTO NEGLI OSPEDALI, MA SCENDE ANCHE LA MEDIA DI QUANTI SUBISCONO CONSEGUENZE GRAVI DALL'INFEZIONE - REZZA, DELL'ISS: "LA VARIANTE DELTA CORRE MOLTO E REGISTRA UN AUMENTO DI TRASMISSIBILITA' DEL 60%" - E L'RT E' PASSATO DALLO 0,66 DELLA SETTIMANA SCORSA ALLO 0,91 DI OGGI...

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Adriana Logroscino per il Corriere.it

 

variante delta

Un quadro in peggioramento in diciotto regioni per via della «circolazione intensa del virus» soprattutto tra i giovani. Un peggioramento che è più veloce di quanto previsto un mese fa, prima cioè che si potesse aver contezza dell’effetto della variante Delta sulla trasmissibilità, ora stimata tra il 33 e il 113 per cento maggiore della variante Alfa, sebbene meno rapido che in altri Paesi d’Europa, come Spagna e Olanda.

 

Vaccinati

I più colpiti sono i giovani tra i 10 e i 29 anni, ma la crescita di positivi riguarda tutte le fasce di età. Non ci sono (o non ancora) ragioni di preoccupazione riguardo ai posti letto nei reparti ordinari e nelle terapie intensive degli ospedali, visto che il tasso di occupazione risale appena ma resta del 2 per cento. Lontano dalla soglie di allarme rispettivamente del 40 e del 30 per cento. Ma scende anche la media anagrafica di quanti subiscono conseguenze più serie dell’infezione: i ricoverati, ora, hanno circa 50 anni.

 

Sono alcuni degli elementi della fotografia scattata, come ogni settimana, dall’Istituto superiore di Sanità e illustrata dal presidente Silvio Brusaferro e dal direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. «La variante Delta corre molto e registra un aumento della trasmissibilità del 60 per cento rispetto alla variante Alfa — spiega Rezza —. Questo virus è più trasmissibile di quello che circolava l’estate scorsa».

 

Terapie intensive

Il corollario delle dichiarazioni di Rezza è che c’è ogni ragione di allarme in vista di agosto. Per ora, infatti, l’Rt, indice di trasmissibilità, è attestato allo 0,91. Ma ha fatto un balzo rispetto allo 0,66 di una settimana fa. E, secondo le previsioni dell’Iss, ne farà un altro entro la fine di luglio: arriverà a 1,24.

 

Previsione in linea con quella avanzata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che annuncia un forte aumento dei casi, di quasi cinque volte, entro il primo agosto. Nel suo ultimo rapporto di sorveglianza, l’agenzia prevede che il numero di casi nei 27 Paesi Ue più Norvegia, Islanda e Liechtenstein salirà a 622,9 nuove infezioni ogni centomila abitanti nella prima settimana di agosto: oltre 4 volte in più di questa settimana.

 

L’incidenza a 7 giorni, in Europa, è stata di 89,6 contagi su centomila abitanti la scorsa settimana e, secondo l’Ecdc, dovrebbe salire a 144,6 (sempre su centomila), questa. L’organismo europeo prospetta un aumento anche dei morti per Covid-19: saranno 10,5 per milione nella prima settimana di agosto.

 

Età delle vittime

«Anche l’Rt ospedaliero è in crescita — aggiunge Brusaferro —. Ci sono dunque indicatori di una trasmissione in fase di ricrescita. E sappiamo che con Rt sopra l’1 il numero di casi tende ad aumentare». Risale, naturalmente, anche l’incidenza: da 11 casi su centomila abitanti di sette giorni fa, siamo passati a una media nazionale di 19 su centomila.

 

Tutte le regioni tranne Valle d’Aosta e Provincia di Trento, si collocano ora in uno scenario di rischio moderato. Erano in uno scenario basso solo quindici giorni fa. E anche se finora non è successo, con i numeri di ogni giorno in netto aumento, la preoccupazione è che il nuovo contagio si rifletta anche sui servizi ospedalieri.

 

Dati e previsioni

Anche il bollettino di ieri è pieno di segni «più». Sono 2.898 i nuovi positivi, il giorno prima erano 2.455. Il tasso di positività è all’1,4%, mentre solo due giorni fa era all’1. I morti sono stati 11, due in più del giorno prima, e negli ospedali i posti letto occupati in terapia intensiva sono otto in più (161). Spaventano, per la prima volta, i numeri del Lazio.

 

I 443 nuovi casi sono in parte significativa causati da focolai innescati dal tifo di gruppo per l’Italia, in diversi locali della Capitale in cui trasmettevano le partite della Nazionale agli Europei. Conferma la preoccupazione l’assessore regionale Alessio D’Amato: «I nuovi casi aumentano di circa l’80 per cento rispetto alla settimana scorsa e l’età mediana si attesta sui 23 anni», avverte.

 

È il quadro in peggioramento di cui parla anche il monitoraggio settimanale. Come fronteggiarlo? «La variante Delta tende a imporsi e farà aumentare i casi — sintetizza Brusaferro —, è importante individuare precocemente i nuovi casi e raggiungere la copertura vaccinale con la doppia dose, una priorità da affrontare».

 

SINTOMI VARIANTE DELTA

Insomma, tracciare, isolare i positivi e soprattutto immunizzare. «I 2,5 milioni di over 60 non vaccinati sono il dato critico — conclude il presidente dell’Iss — bisogna proteggere chi rischia di più».