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Fiorenza Sarzanini per âIl Corriere della Sera'
Erano sfruttate, ricattate, umiliate. Costrette a farsi filmare e fotografare nude «perché così guadagniamo più soldi». Si allarga la «rete» dei clienti di Aurora e Azzurra, le due ragazzine romane di 14 e 15 anni che in un appartamento dei Parioli facevano sesso a pagamento con decine di uomini.
Sono ormai una cinquantina quelli iscritti nel registro degli indagati, altri potrebbero aggiungersi nelle prossime settimane. E nuove contestazioni potrebbero scattare. Perché si sta cercando di identificare quegli «utenti» che dietro misteriosi account - Bambolina 302 o Monica bsx - partecipavano agli scambi di immagini. Sono adulti? O forse si tratta di altre minorenni? Alcuni di quei video venivano «postati» sui siti internet in un giro di pedopornografia che ha contorni ancora non delineati visto che ci sono già 2.000 files sequestrati.
à infermale il girone nel quale erano precipitate le due ragazzine. In questa vicenda torbida e agghiacciante che sembra non avere fine, i principali aguzzini restano i due «sfruttatori» Mirko Ieni e Nunzio Pizzacalla. Perché erano proprio loro, come contestano il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Cristiana Macchiusi, «a procacciare i clienti, fissare gli incontri» e soprattutto a «mantenere la contabilità delle prestazioni sessuali effettuate dalle minori e i relativi ricavi, impartendo disposizioni in merito alle tariffe da applicare in ordine alle prestazioni sessuali delle quali chiedeva ripetutamente la consegna di una percentuale, nonché al tipo di informazioni che le minori avrebbero dovuto dare ai clienti». Ma anche altri partecipavano a questo orrore.
Gli avvocati Piergiorgio Micalizzi e Agostino Mazzeo, ribadiscono che il loro cliente Riccardo Sbarra «non aveva consapevolezza che si trattasse di under 18, come hanno spiegato anche le giovani durante l'interrogatorio in sede di incidente probatorio».
Ma proprio nel suo computer sono state trovate «immagini e fotografie di carattere pedopornografico contenute in circa 2.000 files complessivi, prodotti mediante sfruttamento sessuale di minori raffigurati nel compimento di atti sessuali o comunque nudi, oltre a un filmato Mp4 riproducente una minore di anni 14 che si riprendeva nelle parti intime».
L'inchiesta che li coinvolge insieme alla mamma della quattordicenne, è ormai conclusa. E nell'elenco delle persone per le quali sarà sollecitato il rinvio a giudizio ci sono anche quattro clienti. Mario Michael De Quattro, 30 anni; Marco Galluzzo, 49 anni, accusato pure di cessione di stupefacenti; Francesco Ferraro, 42 anni; Gianluca Sammarone, 42 anni. A loro si aggiungeranno entro breve quegli uomini nei confronti dei quali sono stati ottenuti «elementi incontrovertibili», come Mauro Floriani, il marito dell'onorevole Alessandra Mussolini.
Nella lista ci sono anche il vice capo del settore informatico di Bankitalia Andrea Cividini e alcune persone il cui nome non è stato ancora reso noto perché in attesa di essere interrogate come il figlio di un parlamentare del centrodestra, alcuni funzionari della Fao, un manager della società «Ernst &Young». Tutti intercettati mentre al telefono prendevano accordi con le ragazzine o con i loro sfruttatori. E poi controllati, talvolta pedinati, dai carabinieri del Nucleo investigativo della capitale guidati dal colonnello Lorenzo Sabatino.
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