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Paola De Carolis per il Corriere della Sera
Un bambino in gabbia che piangeva disperato. È a una fotografia pubblicata da un domenicale britannico nel 2004 che si deve la seconda magia di J.K. Rowling. Forte del successo di Harry Potter, la scrittrice britannica ha creato un ente benefico che opera nel mondo per migliorare le condizioni di vita di piccoli orfani, abbandonati e diversamente abili che sono in cura presso istituti dove non ricevono le attenzioni di cui avrebbero bisogno.
L' obiettivo è ambizioso - eliminare del tutto la necessità di orfanatrofi e case per l' infanzia nei prossimi vent' anni - ma basta uno sguardo a cosa ha realizzato sinora per comprendere che Rowling non è una donna per la quale valgono canoni normali. Due decadi fa era una ragazza madre senza un soldo, che per tenersi al caldo si rifugiava a scrivere in bar e biblioteche, che si è sentita dire no da centinaia di agenti ed editori e che è andata avanti lo stesso.
Oggi le avventure del suo maghetto hanno venduto 450 milioni di copie, sono state tradotte in 60 lingue e suddivise in otto film. Al botteghino hanno incassato due miliardi di dollari. Harry Potter: parole che sono polvere d' oro.
Per lo spettacolo teatrale londinese, «La maledizione dell' erede», non si trova un biglietto, mentre il copione è nelle classifiche dei bestseller. Il fenomeno ha compiuto 20 anni, ma la magia non invecchia. Da uno dei libri che Harry studia nel collegio di Hogwarts, «Animali fantastici e dove trovarli», saranno tratti in totale tre film.
Con la tenacia con la quale ha lottato per far emergere i suoi personaggi, J.K. Rowling si dedica oggi ai bambini che a causa della povertà, dei pregiudizi e di problematiche varie sono stati allontanati dalle loro famiglie. Lumos ha uffici nella Repubblica Ceca, in Ucraina, in Bulgaria, in Moldavia, negli Usa, in Gran Bretagna. «Oggi otto milioni di bambini vivono in istituti, ma l' 80% non sono orfani».
Rowling non ha bisogno di rilasciare interviste - se la cava egregiamente con Twitter, dove tra l' altro non si lascia sfuggire l' opportunità di rispondere a Donald Trump - ma per festeggiare i vent' anni di Harry ha parlato a lungo con Christiane Amanpour della Cnn .
L' obiettivo di Lumos è di creare iniziative nelle comunità che sostengano le famiglie finanziariamente e psicologicamente con il fine di permettere a minori che altrimenti finirebbero in orfanatrofi e strutture simili di crescere in casa, con i genitori, quando ci sono, o gli zii, i parenti e famiglie allargate. Dal 2004 ad oggi, l' associazione ha aiutato circa 10 mila bambini, ma nulla sarebbe successo senza quella foto.
«Mi vergogno a dirlo, ma inizialmente ho girato pagina. Poi mi sono detta che se la storia era seria come la fotografia bisognava leggerla». È tornata indietro, ha letto l' articolo e deciso che avrebbe fatto qualcosa. Anche Harry, dopotutto, era un orfano. Se alla lontananza dai genitori è legata gran parte della letteratura dell' infanzia - da Biancaneve a Oliver Twist - «non è un problema che la società può permettersi di ignorare».
I fan saranno curiosi di sapere che, dopo essersi dedicata al mondo degli adulti con lo pseudonimo Robert Galbraith - ricevendo ancora una volta diverse bocciature prima di trovare un editore - Rowling, che nella vita normale è Jo Murray (usa il cognome del marito), ha scritto per gioco una nuova fiaba per bambini.
Per i suoi 50 anni ha organizzato una festa a tema: agli invitati ha chiesto di vestire i panni del loro incubo peggiore. Il suo? Perdere un manoscritto inedito. «Così ho scritto un racconto su un vestito». Rowling è, dopotutto, un tipo che non lascia le cose a metà. Si tratta di una fiaba politica, ha sottolineato. Da tempo giocava con l' idea di un racconto per bambini che potesse aiutarli a comprendere ciò che succede nel mondo. «Lo farà pubblicare?», le ha chiesto Amanpour. «No, no, non credo». Sarà, ma una scrittrice con la bacchetta magica esiste.
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