carlo calenda a capalbio - foto enzo russo

CARLETTO IL PARIOLINO CERCA CASA – LA MATTINA VA A UN CONVEGNO DI RUTELLI, IL POMERIGGIO DA BERSANI. DICE DI NON VOLER SCENDERE IN CAMPO, MA NON SA CON CHI: “SONO DEL PARTITO DI GENTILONI”, NON INTESO COME IL PD – IL MINISTRO RISCHIA DI FARE LA FINE DELLA “SORA CAMILLA”: TUTTI LA VOGLIONO, NESSUNO SE LA PIGLIA

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

 

Elisa Calessi per Libero

 

CARLO CALENDA1CARLO CALENDA1

La mattina a una conferenza stampa con Francesco Rutelli, per la presentazione del Mercato internazionale audiovisivo. Il pomeriggio con Pier Luigi Bersani a un convegno sull' efficienza energetica della fondazione Nens, creatura dell' ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco. La determinazione con cui Carlo Calenda smentisce una sua discesa in campo («è esclusa da sempre», ha detto ieri) va di pari passo con la rete trasversale che attorno a lui si sta creando.

 

E che non riguarda solo il centro o la destra liberale. Certo, in quell' area c' è una sintonia più naturale. Ma anche a sinistra in molti guardano al ministro dello Sviluppo economico. Soprattutto in funzione anti-renziana, essendo l' uomo, nel governo, che più ha criticato pubblicamente Renzi. L' agenda di ieri, tra Rutelli e Bersani, era esemplare.

 

carlo calendacarlo calenda

«La mia area politica di riferimento», ha detti ieri Calenda, «è Paolo Gentiloni». Ed è tornato sulla necessità di un piano industriale per il Paese, «necessario per gli obiettivi, le risorse e le priorità», così come a suo avviso è indispensabile costruire «una squadra ampia», che coinvolga anche i «corpi intermedi». Mentre ha dato ragione a Renzi sul fatto che «la discussione sulle alleanze, a prescindere dai contenuti, è inutile e non interessa a nessuno».

 

gentiloni calendagentiloni calenda

Cosa farà nella prossima legislatura? «Che ne so. Mi dovrò trovare un lavoro», ha detto arrivando al convegno di Nens. Per ora resiste ai tanti corteggiamenti di cui è oggetto. Il fatto è che Calenda ha visto la parabola di Mario Monti e non vuole ripeterla. Non vuole creare l' ennesimo partitino. Piuttosto, lavora a fare la "riserva della Repubblica". Ministro o presidente del Consiglio di un governo di coalizione.

 

I rapporti con il segretario del Pd, che alcuni mesi fa erano azzerati, ultimamente sono migliorati. Sono tornati a sentirsi. «Con Renzi», ha detto ieri, «ho sempre avuto un rapporto costante, lo sento quotidianamente. È un rapporto molto franco. Quando non ci siamo trovati d' accordo su una cosa ce lo siamo detti in modo molto diretto. Il più delle volte ci scambiamo idee e opinioni ed è molto utile».

mattarella calendamattarella calenda

 

Il segretario del Pd gli ha chiesto di non lanciarsi in avventure centriste e, dicono, gli ha proposto di correre da capolista in uno dei cento seggi sicuri. Anche ieri Calenda non è stato zitto rispetto alla proposta del segretario del Pd sul fiscal compact, esprimendo qualche perplessità: le proposte di Renzi «mi convincono se sono articolate come un piano industriale concreto che puntando su pochi fattori di crescita del Paese, sia in grado di accelerare il processo oggi in atto, cioè agganciare la domanda internazionale».

 

Per esempio, «la defiscalizzazione degli investimenti o l' abbattimento del cuneo fiscale contributi o ancora la defiscalizzazione della produttività hanno un senso». Mentre «altri tipi di detassazione non sono sbagliati, perché meno tasse va benissimo, ma sono meno utili».

CARLO CALENDACARLO CALENDA

 

Per ora Calenda non si sbilancia con nessuno. Coltiva il rapporto con Gentiloni, molto buono. «Mi trovo molto bene col presidente del consiglio», ha detto ieri, «sia dal punto di vista della linea politica sia dal punto di vista della metodologia di lavoro. Non avendo un partito, l' unica area di riferimento mi sembra la sua». Per il resto continua a tessere la sua tela con associazioni di categoria, fondazioni, imprenditori, sindacati.