giorgia meloni

BENVENUTI AL "MELONI SCIO'": E VAI COL SOLITO COPIONE DI VITTIMISMO SPINTO! – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SI È FATTA INTERVISTARE SU RAIUNO DA BRUNO VESPA, IL CUI SALOTTO FREQUENTA MOLTO DI PIÙ DELLE SALE STAMPA, E RILANCIA LE TESI CONTRO LA SINISTRA MESSE A PUNTO NEL LABORATORIO DELLA STRATEGIA COMUNICATIVA DI PALAZZO CHIGI ASSIEME A FAZZOLARI – GIORGIA LANCIA NUOVE ACCUSE SENZA FARE NOMI: “NON CONTO PIÙ LE MINACCE DI MORTE E CI SONO DELLE RESPONSABILITÀ DI CHI, PER ESEMPIO, DICE CHE HAI LE MANI DI SANGUE” – LA SORA GIORGIA RIVELA DI ESSERE STATA DENUNCIATA ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE PER CONCORSO IN GENOCIDIO CON TAJANI, CROSETTO E L’AD DI LEONARDO CINGOLANI – RIPROPONE L’ALLARME SICUREZZA DOPO LE MANIFESTAZIONI PRO PAL E FRIGNA FACENDO LA VITTIMA: “ATTENZIONE A FOMENTARE LA VIOLENZA, POI LA SITUAZIONE PUÒ SFUGGIRE DI MANO”… - GIORGIA HA FATTO AMMOSCIARE LO SHARE: NEL PASSAGGIO DAL TG1 A "CINQUE MINUTI" PERSO IL 2% (200MILA SPETTATORI HANNO CAMBIATO CANALE) - VIDEO

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MELONI: “MI HANNO ACCUSATA DI CONCORSO IN GENOCIDIO ATTENTI AD AIZZARE LE PIAZZE”

 

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

bruno vespa e giorgia meloni - cinque minuti

Giorgia Meloni non ha scelto una data a caso per farsi intervistare su Raiuno da Bruno Vespa, il cui salotto la premier frequenta molto di più delle sale stampa. L'anniversario del 7 ottobre le serve per rilanciare le tesi contro la sinistra costruite nel laboratorio della strategia comunicativa di Palazzo Chigi assieme al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e per fissare i primi paletti della campagna elettorale che porterà al voto nel 2027.

 

Torna ad attaccare Cgil, le opposizioni, la Global Sumud Flotilla, i milioni di manifestanti scesi in piazza contro il massacro di Gaza. Sul lato delle proposte, promette un occhio di riguardo per il ceto medio nella prossima manovra economica, la penultima prima delle elezioni previste tra due anni, e dettaglia maggiormente l'idea di una legge elettorale che affiancherà l'approvazione della riforma del premierato.

 

maurizio landini sciopero generale per gaza a roma foto lapresse

Nella solita doppietta – prima nel format breve di Cinque Minuti, poi sulla tradizionale poltroncina di Porta a Porta – Meloni rivela di essere stata denunciata alla Corte Penale Internazionale assieme ai ministri Guido Crosetto, Antonio Tajani e all'ad di Leonardo, azienda partecipata della Difesa, Roberto Cingolani. «Credo che non esista un altro caso al mondo» commenta la premier. A suo avviso, questa è la prova di un clima che «si sta imbarbarendo parecchio».

 

Ribadisce un concetto già espresso tante volte, l'ultima a New York, quando reagì con evidente irritazione alla domanda de La Stampasulla necessità di chiarire con chi ce l'avesse: «Non conto più le minacce di morte e penso che qui ci siano delle responsabilità di chi, per esempio, dice che hai le mani di sangue, da chi dice che questo governo è complice di genocidio».

 

giorgia meloni a porta a porta

Vespa non le chiede a chi si riferisca e anche in questo caso Meloni non circostanzia i nomi. Nelle ultime settimane, dopo la morte di Charlie Kirk, i vertici di Fratelli d'Italia hanno elaborato un piano di comunicazione basato su un assunto: accusare gli avversari di inquinare il dibattito pubblico, sfruttando l'onda emotiva dell'omicidio dell'influencer della destra americana. Tutto è studiato a tavolino e ogni possibilità offerta dall'attualità viene sfruttata.

 

[…] Su Raiuno ricorda lo striscione «alla testa del corteo» che inneggiava agli attacchi terroristici del 7 ottobre: «Sono rimasta scioccata». Questo episodio renderebbe «riduttiva la tesi dei semplici infiltrati». Secondo la premier, «Stiamo cominciando a sperimentare qualcosa di diverso, e penso si stia sottovalutando da parte di chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione – aggiunge – perché poi le cose sfuggono di mano».

 

giovanbattista fazzolari e giorgia meloni

La strategia decisa con il partito non cambia di una virgola, nonostante gli inviti delle opposizioni a non generalizzare e lanciare accuse senza bersagli chiari, e nonostante il prefetto di Roma su questo giornale abbia smentito il teorema del governo sostenendo che i violenti sono stati isolati e gli incappucciati sono arrivati solo alla fine della manifestazione.

 

Meloni non ha ancora deciso se andrà o meno a Washington.

Tutto dipende da Donald Trump, se presenzierà o meno alla cena di gala della National Italian American Foundation. Intanto conferma il sostegno al piano del presidente Usa: «Apre spiragli».

 

E rivendica le accuse già espresse contro la Flotilla: «Sulle navi c'erano circa 40 tonnellate di aiuti. Il governo italiano ne ha consegnate 2300 e 40 tonnellate le consegna in una mattinata con due aerei».

 

giorgia meloni a porta a porta

Sui toni usati contro lo sciopero indetto di venerdì dalla Cgil, accusata di voler fare «un week end lungo», si percepisce, sfumato, un ammorbidimento. «Non sono stata particolarmente dura nei confronti dello sciopero. Penso che sia pretestuoso che la Cgil sembri più interessata a difendere la sinistra che i lavoratori».

 

Nella chiacchierata con Vespa, c'è anche spazio per definire le prossime tappe del governo. La legge di Bilancio che si voterà a dicembre sarà la penultima della legislatura, ma sarà soprattutto quella che, di fatto, dispiegherà i suoi effetti sulla società italiana alla vigilia delle elezioni: conferma che si sta cercando una soluzione affinché possa arrivare un aiuto dalle banche e che «ci sarà un segnale per la classe media, per chi guadagna fino a 50 mila euro». [...]

 

maurizio landini sciopero generale per gaza a roma foto lapresse

Il settore agroalimentare è in rivolta, mentre dal governo minimizzano le tariffe americane che arriveranno al 107% sulla pasta italiana. Anche in questo caso Meloni evita di attaccare il leader Usa, convinta che sui dazi in generale ci siano margini per trattare.

 

Il 2026 sarà anche l'anno del referendum sulla riforma della giustizia che contiene la separazione delle carriere e che Meloni considera «un'occasione storica». Ma sarà anche l'anno in cui, come spesso accade al termine di una legislatura, arriverà in Parlamento la proposta di una nuova legge elettorale.

 

«La farei con indicazione del premier sulla scheda» ammette, legando il sistema di voto alla riforma costituzionale del premierato che nei piani del centrodestra dovrebbe arrivare negli ultimi mesi prima delle elezioni. Una risposta anche sulle indiscrezioni che la vorrebbero interessata a passare da Palazzo Chigi al Quirinale: «Faccio la presidente del Consiglio. Posso garantire che mi basta e mi avanza».

 

MELONI CONTRO LA CGIL E LE PIAZZE "IO DENUNCIATA ALLA CORTE DELL'AIA"

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

bruno vespa e giorgia meloni - cinque minuti

Dice di aver subito qualcosa di inedito, mai accaduto sul pianeta. «Io, i ministri Tajani e Crosetto e l'amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani — sostiene Giorgia Meloni a Porta a Porta — siamo stati denunciati alla Corte penale internazionale per concorso in genocidio. Credo non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere».

 

La presidente del Consiglio si riferisce a un esposto, preannunciato sul blog del Fatto quotidiano del dirigente dell'Istituto di studi giuridici internazionale del Cnr Fabio Marcelli, che prende spunto dalle azioni di Israele nei confronti del popolo palestinese, sostenendo che «chi fornisce le armi per un grave crimine nella piena consapevolezza che saranno adoperate a tale fine è indubbiamente imputabile per complicità nel crimine stesso». Ragionamenti infondati, secondo la leader: «L'Italia non ha autorizzato nuovi invii di armi a Israele dopo il 7 ottobre, siamo fra le nazioni europee che hanno avuto la posizione più rigida».

 

CARTELLI CONTRO GIORGIA MELONI ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PRO PALESTINA DI ROMA - FOTO LAPRESSE

[...] Un'intervista nella quale Meloni torna ad attaccare frontalmente la Cgil. La colpa? Aver organizzato quattro scioperi generali in tre anni, assai più che negli anni del centrosinistra: «Difendono più la sinistra che i lavoratori». Ma la premier se la prende soprattutto con il recentissimo corteo del sindacato, nelle ore caldissime dell'intervento israeliano sulla Flotilla, e con quello promosso dalle associazioni palestinesi.

 

«Le violenze erano organizzate e preordinate, non da chi organizzava: sono un fenomeno un po' più ampio. Uno degli striscioni inneggiava al terrore del 7 ottobre. Quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po' riduttiva.

 

ME NE FOTTILLO - VIGNETTA BY ROLLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA

Ma ho grande rispetto per le persone scese in piazza». Partendo da questa premessa, la presidente del Consiglio — dopo giorni in cui ha criticato aspramente gli attivisti e chi manifestava per loro — chiede che si abbassino i toni: «Temo che ci sia un clima che può peggiorare, se non richiamiamo tutti al senso responsabilità. E penso si stia sottovalutando da parte di chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione, perché poi le cose sfuggono di mano».

 

Anche perché, insiste tornando a parlare dell'assassinio di Charlie Kirk, anche in Italia si sta assistendo a una dinamica che allarma: «Lo vediamo quando impediscono alla gente di parlare all'università, o quando Francesca Albanese dice che un direttore di quotidiano che lei non condivide non deve essere invitato a parlare in tv».

 

[...]

 

GIORGIA MELONI STRETTA TRA SALVINI E TAJANI SU POLITICO

Per gli ultimi due anni di legislatura, Meloni progetta di sparigliare sul fronte interno, dopo lunghi mesi di stasi. Lo fa convinta di aver ottenuto indicazioni positive dalle regionali, il cui esito è per lei «molto importante: gli italiani capiscono quando si tenta di trattarli da scemi. Ad esempio, quando il giorno prima del voto si propone la sospensione al bollo auto per i calabresi». Riforme, dunque: questo è il progetto. A partire dalla modifica del sistema del voto.

 

«Non sono contraria a una nuova legge — dice — Ne farei una che va bene con il premierato, quindi con l'indicazione dei candidati premier su scheda». Non è un dettaglio, perché potrebbe costringere il centrosinistra a decidere prima del voto chi è il candidato a Palazzo Chigi. Il resto sono appunti sparsi sugli altri dossier nazionali. Le banche? «Non ho intenti punitivi, sono un asset della nazione. Ma possiamo loro chiedere una mano».

 

GIORGIA MELONI

La riforma della giustizia? «Un'occasione storica. Spero che quando gli italiani voteranno ai referendum, lo faranno sul merito, perché non avranno conseguenze sul governo: finiremo il mandato e ci ripresenteremo alle Politiche». I dazi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti italiani? «Spero che possano esserci dei margini, sulla media distanza, quando la situazione si sarà tranquillizzata».

 

E la riforma fiscale? «Daremo un segnale al ceto medio. Significa parlare della fascia che arriva ai 50mila euro». L'ultimo passaggio è dedicato al suo futuro. Le chiedono se abbia ambizioni personali per il Colle, come suggerito da Matteo Renzi.

 

E lei risponde: «Il problema è che quelli che hanno passato tutta la vita a pensare a che incarico dovessero ricoprire, pensano che tutti siano come loro: io ragiono in modo diverso, sto facendo il presidente del Consiglio, le posso garantire che mi basta e mi avanza». Non tarda la replica del leader di Iv: «Da 19 anni siede alla Camera, parla di poltrone per non parlare di pressione fiscale e caro-vita».

MATTEO RENZI GIORGIA MELONI