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Cristiana Mangani per www.ilmessaggero.it
Ha resistito ancora 24 ore per tentare di evitare ulteriori danni alla Boeing, poi le forti pressioni e le ultime indicazioni arrivate, hanno convinto anche Donald Trump a firmare un provvedimento d' emergenza per fermare i Boeing 737 Max 8 e Max 9, dopo il disastro avvenuto domenica in Etiopia.
Gli Stati Uniti si allineano alle decisioni già adottate in diverse parti del mondo, compreso il Canada che ne ha stabilito ieri, in via precauzionale, il blocco.
La verità è che, con il passare delle ore, aumentano le testimonianze di piloti che hanno vissuto le stesse difficoltà di quelli etiopi e che sono riusciti a salvare l' aereo e i passeggeri perché intervenuti tempestivamente.
Muilenburg che, con il presidente americano ha buoni rapporti di amicizia, ieri gli ha telefonato per tentare di scongiurare una decisione estrema. Anche perché Trump aveva twittato durante la giornata che i velivoli super sofisticati dovrebbero essere aboliti e che sono meglio quelli con un sistema più antico. Così, a conclusione di un' altra giornata che si è presentata difficile in borsa per la società (con una partenza in aumento e una chiusura in perdita), l' ad ha dichiarato: «La sicurezza del popolo americano, di tutte le persone, è la nostra preoccupazione principale. Stiamo facendo il possibile per capire la causa degli incidenti.
Continuo, comunque, a esprimere la mia fiducia sulla sicurezza degli aerei 737 Max 8».
Una nota di Boeing ha aggiunto: «Dopo consultazioni con le autorità americane e nel mondo abbiamo raccomandato alla Faa, per abbondanza di precauzione e per rassicurare il pubblico, la temporanea sospensione dell' intera flotta di 371 velivoli 737 Max». Si calcola infatti che i due terzi dei 371 aerei in questione siano al momento a terra.
Del resto, le segnalazioni di malfunzionamento sarebbero state raccolte e archiviate in un database della Nasa. Testimonianze, luoghi e vettori, tutti mantenuti anonimi, che rivelano le stesse anomalie registrate dai piloti poi precipitati insieme con i passeggeri. In almeno due casi il pilota automatico del Boeing sotto accusa avrebbe dato problemi iniziando a far perdere rapidamente quota al velivolo, tanto da obbligare i piloti a disinnescarlo. «In uno di questi episodi - scrive The Indipendent che ha rivelato la storia - il capitano, appena inserito l' autopilota, ha immediatamente segnalato scendiamo.
Pochi minuti dopo la scatola nera ha registrato un audio di uno dei piloti che gridava: Non cadere! Non cadere!, dopo di che il pilota automatico è stato disinnescato, e il velivolo è tornato in asse. In un altro caso segnalato, il copilota ha riferito che, appena inserito l' autopilota, il muso dell' aereo si è rivolto all' ingiù e ha iniziato a perdere quota per 400-500 metri al minuto.
Ora si dice anche che le modifiche al software del sistema di controllo siano state in parte rinviate a causa dei 35 giorni di shutdown del governo federale Usa, tra il 22 dicembre dello scorso anno e il 25 gennaio. A scriverlo, questa volta, è il Wall street journal, il quale sostiene che Boeing e Federal Aviation Administration (Faa) avrebbero dovuto modificare il sistema «all' inizio di gennaio», ma che «le discussioni tra l' ente regolatore e l' azienda costruttrice si sono protratte, in parte a causa delle differenze di opinioni su questioni tecniche e ingegneristiche». I tecnici della Boeing e quelli della Faa avevano opinioni differenti riguardo «l' ampiezza» delle modifiche da effettuare sul sistema antistallo Mcas. Inoltre, funzionari Usa hanno riferito che «anche il recente shutdown ha bloccato il lavoro di modifica per cinque settimane».
CABINA DI PILOTAGGIO DEL BOEING 737 MAX
Tutto questo mentre l' inchiesta procede tra mille difficoltà. Ci vorranno settimane prima che le famiglie delle vittime riescano ad avere i loro cari. Mentre la compagnia etiope ha comunicato che le scatole nere verranno mandate ad esperti europei per essere analizzate, perché loro non hanno gli strumenti per poterlo fare. La Germania che avrebbe dovuto prenderle in carico, ha spiegato di non essere in grado di effettuare le analisi richieste. E allora resta la Gran Bretagna che, come i tedeschi, è molto all' avanguardia rispetto alle tecnologie di questo tipo.
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