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1.SHARM NEL CAOS, VOLI DIMEZZATI
F.Bat. per il “Corriere della Sera”
Più sì che no, dicono gl'inglesi. Più no che sì, ribattono gli egiziani. Né sì né no, commentano i russi. L'uscita-bomba di David Cameron sull' ipotesi che un ordigno a bordo abbia fatto esplodere l' aereo russo sul Sinai, «more likely than not», si basa su «informazioni d' intelligence» (non illazioni: informazioni) che il premier inglese sostiene d' avere ricevuto mercoledì pomeriggio. E pure sullo choc, non ancora superato, di quelle decine di bagnanti inglesi che furono massacrati in giugno sulle spiagge tunisine di Sousse. Tanto è bastato a cancellare i voli tra Gran Bretagna e Sharm el Sheikh.
Lasciando a terra almeno 20 mila turisti britannici (oggi al via i rimpatri con misure di sicurezza straordinarie), nel caos le compagnie aeree di tutt' Europa, nel panico il turismo egiziano. «Ho simpatia per l' Egitto - spiega Cameron incontrando il furibondo presidente egiziano Al Sisi - però la sicurezza degl' inglesi viene prima. Non sappiamo con certezza se si tratti d' una bomba di terroristi. Ma c' è una grande possibilità».
«Capiamo le vostre grandi preoccupazioni», gli risponde il generale del Cairo in visita a Londra, ma se anche fosse una bomba non si capisce perché abbiate fermato i voli: «Dieci mesi fa, un team inglese ha controllato la sicurezza all' aeroporto di Sharm el Sheikh. Ed è rimasto soddisfatto».
aereo russo caduto nel sinai 9
Le quasi certezze inglesi (ma anche le ipotesi di Cia e Casa Bianca) irritano sia gli egiziani che i russi. In una telefonata, Vladimir Putin raccomanda a Cameron di non forzare i tempi e d' aspettare prove certe. «È scioccante che il governo inglese non abbia condiviso con noi le sue informazioni», dice Mosca. Ci sarebbero alcune intercettazioni della Cia, due jihadisti che al telefono commentano l' attentato: la caccia è a possibili complici nei servizi di manutenzione e del catering. I corpi d' almeno 100 vittime sono smembrati «in modo anomalo».
Tracce d'esplosivo? Ancora no. «È stato un incidente», insiste il governo egiziano. Lo stop di British Airways ha un effetto domino. EasyJet da Malpensa, le low cost di Lufthansa, decine di compagnie ora dopo ora hanno cancellato i voli sul Mar Rosso. «Questa decisione improvvisa ha spaventato e disorientato i viaggiatori», è arrabbiato Morsi Shehata, storico organizzatore egiziano di crociere sul Nilo e viaggi nel Sinai.
aereo russo caduto nel sinai 8
Anche per questo, proprio ieri, gli egiziani hanno presentato le tre antiche tombe appena scoperte e restaurate a Luxor. L' ultima opportunità, prima di celebrare il funerale del turismo.
2.LO CHOC DEI TURISTI COME TORNARE?
Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”
Hanno cacciato il capo della sicurezza. Hanno mandato uomini più fidati dal Cairo. Hanno messo due filtri di controllo in più. E sia i bagagli a mano, sia quelli imbarcati saranno ispezionati uno per uno.
aereo russo caduto nel sinai 7
«Ci hanno anche chiesto in anticipo un elenco di chi deve partire», dice stupito un tour operator. Dalle bombole dei sub alle bombe sui jet, l' Egitto adesso corre ai ripari. Se il turismo è il petrolio del Paese, il mistero della bomba a bordo ha aggravato l' austerity, atterrando non solo gli aerei. Un altro pozzo rischia di prosciugarsi, dopo le Piramidi e la Valle dei Templi.
Per la verità Sharm el Sheikh, la Baia dello Sceicco, non sente per niente vicina l' ombra del Califfo, ma la bandiera rossa alzata dal bagnino Cameron sul Mar Rosso - tutti fuori dall' acqua, tutti a casa - spaventa gli egiziani più dei drappi neri dell' Isis: per portare a Londra e a Manchester i 20 mila turisti inglesi, ci vorranno giorni; per riportarli a Sharm, chissà quanto.
DAVID CAMERON E VLADIMIR PUTIN AL G VENTI
Dieci anni e ci risiamo. Paura, no. Preoccupazione, ecco: dai kamikaze del 2005, quei 90 morti negli attentati qaedisti che sconvolsero la Baia, non sono bastati le decine di conferenze internazionali organizzate, le migliaia di guardie dispiegate, i milioni di bagnanti attratti.
Lo sforzo per cancellare la memoria è stato immane e ancora oggi dalle parti del Ghazala di Naama Bay, al vecchio bazar, alla stazione dei taxi, nei luoghi delle stragi non si fa mai una cerimonia, non si mette una lapide, non si lascia una corona. Delete, please : vogliamo turismo, non terrorismo. Senza mai riprendersi davvero, Sharm ha resistito anche agli anni neri del dopo Mubarak. Grazie ai russi, ai polacchi, agl' inglesi: «Quando abbiamo chiesto se era sicuro andare nel Sinai - dicono i Wilson, una coppietta dello Yorkshire che ha appena comprato la luna di miele low cost -, ci hanno risposto che il Sinai è una cosa, Sharm è un' altra: qui è tutto supersicuro, ci sono i vetri antiproiettile e la contraerea».
Il risveglio è uno choc. Il caos all' aeroportino, dove i turisti trolley in mano chiamano casa, «non ci dicono nulla, non sappiamo quando si parte...». E dire che il fuggi-fuggi non s' era visto nemmeno coi Fratelli musulmani al potere, nel 2013, quando il governo minacciava d' espropriare le case degli stranieri, comprese quelle (spesso le più belle) dei 600 proprietari italiani.
Certo, negli anni d' oro degl' investimenti di Ernesto Preatoni e delle serate con Umberto Smaila, da Orio o Malpensa sbarcavano anche 30 mila vacanzieri al mese e ora, se va bene, sono 1.500-2 mila. «Ma questa chiusura delle rotte aeree può essere un danno serio», commenta un immobiliarista milanese: «Un po' la crisi, un po' l' instabilità, in questi anni ho messo in vendita parecchie abitazioni. Se qui smettono di volare, non so...». Thomas Cook e Tui Group, gli operatori inglesi, già ieri mattina accusavano il colpo in borsa.
SSH, come negli aeroporti siglano lo scalo di Sharm, resta aperto. Nonostante una voce metallica comunichi al call center che disdicono i voli Lufthansa, Klm, easyJet, gli ucraini, mentre ci stanno pensando anche italiani, belgi, serbi, bielorussi, cechi, georgiani... La British ha spiazzato tutti e il governo egiziano è furibondo, anche perché Londra non si fida delle nuove misure di sicurezza e ha mandato due C-17 della Raf ad assistere il rimpatrio degl' inglesi.
C' è pure qualche uomo dei servizi che indaga su come la bomba sia stata piazzata: imbarcata con uno scambio di bagagli, lasciata da qualche inserviente dell' aeroporto... «L' aeroporto di Sharm è famoso per la sua debole sicurezza», dice alla Cnn uno 007 americano. Due mesi fa, i servizi israeliani avevano avvertito d' un rischio per «ogni forma di trasporto» nel Sinai. E i pericoli per i turisti erano parsi evidenti a settembre, in uno scontro coi jihadisti dell' Ansar Beit al-Maqdis appena passati all' Isis, quando le forze egiziane avevano ammazzato per sbaglio una comitiva d' otto messicani che stava facendo un' escursione.
Nei resort, tanta ansia non s' avverte. Il giorno dopo l' esplosione dell' aereo per San Pietroburgo, proprio da San Pietroburgo sono arrivati centinaia di russi: «Siamo tutti molto tranquilli - spiega un' accompagnatrice di gruppi -. Molti di noi aspettano solo di sapere se i voli ci saranno oppure no. E se no, come fare a partire da qui».
Per ieri sera, 436 italiani erano iscritti a una cena con le fiaccole nel deserto, a un quarto d' ora di macchina da Sharm: non ci ha rinunciato nessuno .
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