“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
La madre di tutte le guerre culturali: così è stata già definita la corsa per succedere a Nicola Sturgeon come leader della Scozia. Perché lo scontro non verte su programmi politici o ricette economiche, ma sui valori etici e religiosi.
A farne le spese per ora è stata Kate Forbes, la 32enne ministra delle Finanze del governo di Edimburgo che, al momento di dichiarare la sua candidatura alla leadership, era stata indicata come la chiara favorita. Ma la sua corsa è implosa quando sono emerse le sue vedute ispirate alla fede cristiana: lei è infatti parte della Libera Chiesa di Scozia, una confessione evangelica di stretta osservanza.
Pertanto, Kate non ha fatto mistero della sua contrarietà alle nozze omosessuali (che in Scozia sono state introdotte nel 2014), oltre che ad avere figli fuori dal matrimonio, e si è mostrata dubbiosa anche sull’aborto. Apriti cielo: i pezzi grossi del partito nazionalista al potere, che inizialmente si erano schierati al suo fianco, hanno ritirato il loro appoggio. E c’è chi l’ha definita sommariamente «una bigotta di destra».
La Forbes ha replicato alle critiche dicendo che quelle erano le sue opinioni personali e che non avrebbero influito sulla sua azione di governo, dunque non avrebbe in alcun modo provato a fare marcia indietro sulle nozze gay: addirittura, si è paragonata ad Angela Merkel, che pur essendo contraria ai matrimoni omosessuali, ne accettò l’introduzione in Germania.
Ma in realtà c’è chi ha fatto notare, come il commentatore politico del Financial Times Stephen Bush, che le opinioni e i valori di un leader contano, perché sono quelli che formano le sue scelte politiche: e dunque un partito di sinistra come quello nazionalista scozzese, che propugna posizioni socialmente liberali, ha tutto il diritto di rigettare chi si colloca su un versante diverso. […]
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