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CARLO NORDIO SI SENTE IL “RE SOLE”: CHI LO CRITICA, VA GHIGLIOTTINATO – IL MINISTRO SCAPOCCIA PER L’INTERVISTA A “REPUBBLICA” DI RAFFAELE PICCIRILLO, SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE DI CASSAZIONE, CHE HA “OSATO” CRITICARE LA GESTIONE DEL CASO ALMASRI – IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ESONDA: “CHE UN MAGISTRATO SI PERMETTA DI CENSURARE SU UN GIORNALE LE COSE CHE HO FATTO, IN QUALSIASI PAESE AL MONDO AVREBBERO CHIAMATO GLI INFERMIERI” - E MINACCIA SANZIONI: “POTREBBE ESSERE OGGETTO DI VALUTAZIONE” - IL CSM INTERVIENE A DIFESA DI PICCIRILLO: “IL MINISTRO NORDIO HA DILEGGIATO E TENTATO DI INTIMIDIRE UN MAGISTRATO PER ARGOMENTATE CONSIDERAZIONI TECNICHE. TUTTI I CITTADINI, COMPRESI I MAGISTRATI, POSSONO DIRE, QUELLO CHE VOGLIONO. E PERFINO CENSURARE QUELLO CHE FA UN MINISTRO” 

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Estratto dell’articolo di G.F. per “la Repubblica”

 

CARLO NORDIO AL SENATO - FOTO LAPRESSE

[…] Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha attaccato frontalmente ieri Raffaele Piccirillo, sostituto procuratore generale di Cassazione, ex capo di gabinetto e dirigente del ministero, per un'intervista rilasciata nei giorni scorsi a Repubblica. Piccirillo — riprendendo un suo articolo pubblicato sull'ultimo numero di Cassazione penale, una delle riviste scientifiche più rilevanti in tema di diritto — spiegava il perché, secondo lui, si fosse sbagliato tutto sul caso Almasri: dall'interpretazione data dai magistrati della Corte di appello di Roma che non avevano proceduto al fermo. Sino all'immobilismo del ministero che non aveva, pur potendo, sanato la vicenda.

 

Raffaele Piccirillo

L'intervento di Piccirillo (il suo articolo era stato tra l'altro acquisito dalla Cpi nel procedimento) era quello di un tecnico. Ma ha mandato Nordio su tutte le furie: «Che un magistrato si permetta di censurare su un giornale le cose che ho fatto, in qualsiasi paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri. Potrebbe essere oggetto di valutazione». «I magistrati» ha poi proseguito «sono convinti di godere di una impunità tale da poter dire quello che vogliono. Questo rimane fino a che non faremo una riforma».

 

Immediata è arrivata la risposta. La gran parte dei consiglieri togati del Csm ha depositato la richiesta per l'apertura urgente di una pratica a tutela di Piccirillo. «Il ministro Nordio ha dileggiato e tentato di intimidire un magistrato per argomentate considerazioni tecniche» scrivono. «A differenza di quanto il ministro mostra di ritenere, tutti i cittadini, compresi i magistrati, possono dire, nei limiti fissati dalla disciplina penalistica della diffamazione, quello che vogliono. E perfino permettersi di censurare quello che fa un ministro», si legge nel documento. «Piuttosto — dice Ernesto Carbone, membro laico del Consiglio — Nordio ci dica come ha gestito il rimpatrio di Almasri».

CARLO NORDIO AL SENATO - FOTO LAPRESSE

 

Nordio ha anche messo in discussione l'imparzialità della sezione disciplinare del Consiglio, troppo succube a suo dire dell'influenza delle correnti. Ha costretto così a intervenire il vice presidente del Csm, Pinelli, espressione della maggioranza di governo: «L'attività compiuta — ha detto — mai è stata influenzata sulle decisioni prese da un'eventuale appartenenza a gruppi associativi o a presunte camere di compensazione, a cui allude il ministro Nordio». […]

Raffaele Piccirillo