carrie symonds e gli elefanti

BORIS JOHNSON HA UN PROBLEMA: LA MOGLIE CARRIE VUOLE FAR RIENTRARE IN KENYA 13 ELEFANTI NATI E CRESCIUTI IN CATTIVITÀ IN UNO ZOO DEL KENT – UN "TRASLOCO" CHE, NON SOLO COSTA UN MILIONE DI EURO, MA METTE IN PERICOLO I POVERI PACHIDERMI, SCATENANDO LA REAZIONE NON SOLO DEGLI AMBIENTALISTI MA ANCHE DEL GOVERNO KENYOTA: "LA RICOLLOCAZIONE È UN AFFARE COSTOSO PER GLI ANIMALI CHE NON HANNO ALCUNA ESPERIENZA..."

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Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera"

 

carrie symonds 1

Un caso diplomatico grosso come un elefante: anzi come tredici di loro, il numero di pachidermi che Carrie Johnson, la neo-moglie di Boris, vorrebbe ricollocare dall' Inghilterra al Kenya. Un progetto che però ha sollevato le perplessità del governo dello Stato africano, nonché degli ambientalisti.

 

E pensare che solo qualche gorno fa i giornali inglesi avevano strombazzato con enfasi l' idea della Aspinall - la fondazione dedicata al patrimonio naturale dove Carrie lavora come direttrice della comunicazione - di trasportare in Africa gli elefanti di uno zoo-parco del Kent, animali che sono nati e cresciuti in cattività e che non hanno mai visto una savana.

elefanti 1

 

L' operazione sarebbe costata oltre un milione di euro e, nelle intenzioni, avrebbe voluto incoraggiare altri zoo a restituire gli animali al loro habitat naturale e a «re-inselvatichirli». Ma ieri i giornali inglesi hanno riferito che il governo keniota ha detto di non sapere nulla dell' iniziativa e che ha espresso «preoccupazione» per il progetto.

 

«La ricollocazione e la riabilitazione di un animale da uno zoo non è facile ed è un affare costoso», ha comunicato il ministero del Turismo e della Fauna del Kenya.

 

Critiche anche dagli ambientalisti: Keith Somerville, professore di ecologia all' università del Kent citato dal Daily Mail , ha spiegato che i poveri elefanti sarebbero destinati alla morte in Kenya perché «non hanno alcuna esperienza del clima, dell' acqua e della vegetazione, nessuna memoria storica del foraggiamento nella savana e delle rotte migratorie». E anche Adam Hart, che presenta un programma scientifico sulla Bbc, ha bollato l' idea come «uno spreco di risorse» che potrebbero essere spese meglio in altri progetti.

 

Per di più, secondo, il professor Somerville, «il Kenya non ha bisogno dell' introduzione di elefanti allevati in cattività», anche perché la popolazione locale di pachidermi è più che raddoppiata dal 1989, arrivando a 34 mila esemplari: cosa che ha condotto a conflitti con le genti locali, dato che gli elefanti distruggono i raccolti e le pompe d' acqua.

elefanti 2

 

La fondazione di Carrie però non demorde e sostiene di essere in contatto da tempo con il Kenya per un progetto che definiscono «una prima mondiale». Ma ci sono dubbi anche sulla attuale situazione degli elefanti nel Kent: mentre Carrie aveva descritto la loro vita nello zoo-parco come «idilliaca», in passato delle ispezioni hanno sollevato gravi preoccupazioni sulle loro condizioni di vita.

 

Insomma, quello che voleva essere un bel colpo di pubbliche relazioni per la moglie di Boris si sta rivelando una figuraccia. E non è neppure la prima volta che gli animaletti di Carrie finiscono per mettere in imbarazzo il premier: già erano circolate storie grottesche sulle malefatte di Dilyn, il cagnolino della coppia che lei ha voluto adottare.

Carrie è nota per la sua passione ambientalista e a lei si deve la recente svolta ecologista del governo Johnson: che però ha fatto storcere il naso ai conservatori più tradizionalisti, che temono che insistere su quei temi possa finire per allontanare la base degli elettori di destra.

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