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ABBIAMO REGALATO ALLA CINA IL MONOPOLIO DELLE TERRE RARE - IL PAESE DEL DRAGONE È IL MERCATO PIÙ ATTRATTIVO PER I BREVETTI NEL SETTORE DEL RICICLO DEI METALLI FONDAMENTALI PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA, CON UN NUMERO DI RICHIESTE DI SUPERIORE RISPETTO A QUELLO DI ALTRI PAESI - L'EUROPA MOSTRA SEGNALI DI STAGNAZIONE SIA NEL NUMERO DI BREVETTI CHE NELLA LORO QUALITÀ, MENTRE GLI STATI UNITI…

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CINA TERRE RARE

(ANSA) - La Cina rappresenta il mercato più attrattivo per i brevetti nel settore del riciclo delle terre rare, con un numero di richieste di significativamente superiore rispetto a quello di altri Paesi. È quanto emerge dall'analisi quantitativa e qualitativa dei brevetti in questo settore pubblicata sulla rivista Resources Policy da Area Science Park e Università Milano-Bicocca.

 

Secondo l'analisi la Cina si conferma il mercato più dinamico nel settore del riciclo delle terre rare e le università cinesi risultano "i principali attori dell'innovazione, dimostrando un forte impegno nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per il recupero di questi materiali". Tuttavia, gli Stati Uniti e il Giappone emergono come leader tecnologici, con brevetti più citati e con una maggiore protezione internazionale delle loro invenzioni.

 

terre rare

L'Europa invece mostra segnali di stagnazione sia nel numero di brevetti che nella loro qualità. "Per colmare il divario, sarebbe necessario un maggiore sostegno all'innovazione attraverso investimenti pubblici, incentivi alle aziende e collaborazioni internazionali", suggerisce lo studio. "Questo lavoro - afferma Riccardo Priore, del Centro Patlib di Area Science Park - rappresenta una tipologia innovativa di supporto, tramite analisi statistica dei documenti brevettuali, a varie tematiche correlate alle attività di ricerca in ambito accademico.

terre rare

 

Lo studio sulle dinamiche di innovazione nel settore del riciclo delle terre rare rappresenta un punto di partenza importante per sviluppare strategie più efficaci nel settore del riciclo delle Ree, con implicazioni significative per l'autonomia strategica dei Paesi importatori e per il futuro dell'economia circolare globale".