A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA…
COME SI FA A PRENDERE SUL SERIO L'AFRICA SE A OGNI TORNATA ELETTORALE C'È UN MASSACRO DI CIVILI? - DOPO L'ELEZIONE DEL 92ENNE PAUL BIYA, ALLA GUIDA DEL CAMERUN DA 43 ANNI CONSECUTIVI, I MILITARI HANNO UCCISO 48 CIVILI CHE MANIFESTAVANO CONTRO IL RISULTATO (AMPIAMENTO PREVISTO) - LE FORZE DELL'ORDINE HANNO PRESO A BASTONATE E SPARATO CONTRO CHI PROTESTAVA - IL LEADER DELL'OPPOSIZIONE CHIEDE AI PROPRI SOSTENITORI DI RIMANERE A CASA...
(ANSA) - Le forze di sicurezza del Camerun hanno ucciso 48 civili nel corso delle manifestazioni di protesta contro la rielezione del presidente Paul Biya, il sovrano più anziano del mondo, secondo i dati condivisi con Reuters da due fonti delle Nazioni Unite. La maggior parte delle vittime è stata uccisa da proiettili veri, anche se diverse sono morte per le ferite riportate quando sono state picchiate con manganelli e bastoni, hanno affermato le due fonti delle Nazioni Unite.
Il governo del 92enne Biya non ha fornito un bilancio delle vittime delle proteste e un portavoce del governo non ha risposto alla richiesta di commento. La scorsa settimana Biya è stato dichiarato vincitore delle elezioni con un ampio margine, ricevendo il 53,66% dei voti contro il 35,19% del leader dell'opposizione Issa Tchiroma Bakary, ex portavoce del governo che si è dimesso dal suo incarico ministeriale a giugno.
Tchiroma si era dichiarato vincitore poco dopo le elezioni del 12 ottobre e in diverse località erano scoppiate proteste quando i primi risultati avevano mostrato che Biya, al potere dal 1982, avrebbe ottenuto un ottavo mandato. Un gruppo della società civile noto come Stand Up for Cameroon ha dichiarato la scorsa settimana che almeno 23 persone sono state uccise a seguito della repressione dei manifestanti da parte delle forze di sicurezza.
Le proteste si sono notevolmente attenuate questa settimana. Tchiroma ha chiesto un lockdown nazionale di tre giorni a partire da lunedì, esortando i sostenitori a sospendere le attività e a rimanere a casa per manifestare il proprio dissenso sui risultati elettorali.
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