cristina seymandi massimo segre

COME SOPRAVVIVERE A UNA “SPUTTANASCION” ED ESSERE FELICI – CRISTINA SEYMANDI, L’IMPRENDITRICE DIVENTATA FAMOSA PER IL VIDEO IN CUI L’EX COMPAGNO, MASSIMO SEGRE, HA RIVELATO IL SUO TRADIMENTO E L’HA SCARICATA, HA PUBBLICATO UN LIBRO PER RACCONTARE COME HA REAGITO ALLO SCANDALO E ALL’ONDATA DI ODIO E INSULTI SOCIAL: “DOPO QUEL VIDEO CON MASSIMO NON CI SIAMO PIÙ VISTI NÉ SENTITI. SUL MOMENTO ERO PREOCCUPATA CHE LUI STESSE MALE: NON CREDEVO ALLE MIE ORECCHIE” – “OGGI HO RITROVATO L’AMORE: HO UN SANT’UOMO COL QUALE FACCIO PROGETTI, CON CALMA, MA OGNUNO A CASA SUA..." - CHISSA' SE MASSIMO SEGRE SI E' RIPRESO DAL TRADIMENTO E S'E' RIFATTO, ANCH'EGLI, UNA NUOVA VITA...

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Estratto dell’articolo di Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”

 

Cristina Seymandi

La notte fra il 27 e il 28 luglio 2023, Cristina Seymandi ha dormito da sua madre e ha fatto un incubo. Ha rivisto la scena di poche ore prima, quando alla festa per i suoi 47 anni, il suo compagno, invece di annunciare il loro matrimonio, la lasciava, accusandola pubblicamente di averlo tradito con un avvocato.

 

E, nel sogno, lei lo guardava parlare e ripensava stralunata a una scena della Donna della domenica, il film con Marcello Mastroianni tratto dal giallo di Fruttero e Lucentini, ambientato a Torino: «Guardavo gli abiti estivi dei presenti, la casa in collina, la città pronta a svuotarsi e tutti che, come nel film, si chiedono: chi è il colpevole?».

 

[…]  Il discorso del mancato sposo Massimo Segre, commercialista e banchiere, aveva sconvolto i canoni di discrezione della città e il video di quei sei minuti diventerà virale, rimbalzando di social in social. Ne parleranno il Times  El País, giornali e tv in ogni dove. «È diventato più hype delle Olimpiadi di Londra», dice ora lei.

 

massimo segre sputtana la compagna cristina seymandi elencando i suoi tradimenti 16

C’era chi accusava Segre di ineleganza e di violenza di genere, chi al contrario additava e insultava lei. Ora, Seymandi, pubblica per Cairo un libro dal titolo Antifragile si diventa. Verso una libertà autentica.

 

[…]

 

Il primo atto antifragile della sua vita?

«Scegliere Lettere Moderne invece di Giurisprudenza: mio padre non mi parlò per sei mesi e non mi pagò gli studi. Cosa che significò iniziare a lavorare. Lì, ho iniziato a costruire la mia personalità come donna, autonoma da chiunque. Ho fatto la promoter nei grandi magazzini, la cameriera, la baby sitter, ho dato ripetizioni. Ho iniziato a conquistare la mia libertà».

 

cristina seymandi - Antifragile si diventa

In quel video, lei non piange, non ride, non dice niente. «Più torinese di così si muore», ha scritto qualcuno. Era «torinesità» o che altro?

«Ero preoccupata che lui stesse male: essendo sempre stata riservata, non credevo alle mie orecchie. Non ho proferito parola perché non era il luogo per farlo. Non è aplomb piemontese: chiunque sia riservato avrebbe rimandato a un altro momento il confronto col diretto interessato».

 

Quel confronto c’è stato?

«Non ci siamo più visti né sentiti».

 

Nel libro, lei decanta il valore del dialogo, com’è possibile che fra voi il dialogo sia mancato al punto di arrivare a quello showdown?

«Se l’altro non si apre, non posso intuire quello che non mi vuole dire. Per alcuni, è più semplice lasciare che discutere, perché discutere significa confrontarsi e cambiare».

 

massimo segre sputtana la compagna cristina seymandi elencando i suoi tradimenti 29

Perché in 160 pagine, lei non nomina mai Segre e non smentisce né giustifica le infedeltà di cui l’ha accusata?

«Perché il libro nasce per rispondere a chi mi chiede dove ho attinto la forza per affrontare l’onda d’urto del web e dei social, andando avanti senza perdere la gioia di vivere. Quel video ha fatto agire la magistratura che ha riconosciuto gli insulti che ho ricevuto come discriminazioni di genere, perché rivolti a me in quanto donna. Le parole possono essere peggio delle botte: ci sono vittime più fragili di me che cadono nella depressione o si suicidano».

 

CRISTINA SEYMANDI - ARTISSIMA

Come ha vissuto la richiesta di archiviazione dei pm che ritenevano che «sui social non si possono pretendere toni misurati o eleganti»?

«Ho sentito ancora di più che stavo facendo una battaglia non solo mia. In questi mesi, ho ricevuto tanti messaggi di cattiveria, ma soprattutto di sostegno e richiesta di aiuto: la legge tutela i minori dal cyberbullismo, ma non gli adulti».

 

Consigli a chi affronta una tempesta di insulti social?

«Farsi una passeggiata, non pensarci. I social li apri e chiudi con un clic, sono persone sconosciute che giudicano senza sapere. Io ho capito che non stavano giudicando me, ma una persona vista in un video per pochi minuti. Che ne sa uno in Brasile o in Olanda di chi sono io? L’importante è capire che non possiamo cambiare le situazioni, ma possiamo cambiare l’atteggiamento verso le situazioni».

 

Cristina Seymandi

Com’era stato il giorno dopo quel fatidico 27 luglio?

«Il telefono era pieno di messaggi che dicevano: come stai? Ma sono andata a lavorare come tutti gli altri giorni, ho pensato che qualunque cosa pensassero gli altri, era la mia vita privata. E mi sono occupata di mia figlia: una sedicenne che dovevo tutelare».

 

La dedica del libro è a sua figlia Ginevra e a Raffaella, chi è Raffaella?

«Mia sorella minore a cui devo tante cose: era uno spirito combattivo, era nei radicali, ha combattuto molte battaglie, specie per le donne».

 

Raffaella muore a 26 anni in Ciad, nello schianto di un volo turistico durante una vacanza per la quale doveva partire lei e non sua sorella. Siamo sempre nel campo dell’antifragilità?

«Gli eventi traumatici e i grandi abbandoni ti formano e ognuno di noi ha una scala di evento traumatico e di sopportazione della sofferenza. Da allora, ogni giorno, per me, è stato un giorno in più per vivere, sbagliare, correggersi, imparare, amare...».

 

Oggi, ha ritrovato l’amore?

«Ho un sant’uomo col quale faccio progetti, con calma, ognuno a casa sua».

 

Come ha fatto a non perdere la fiducia negli uomini?

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«Sono abbastanza onesta da riconoscere che quando una relazione va a rotoli, si ha sempre colpa in due. E che, se lui era l’uomo sbagliato, sei tu che te lo sei scelto».

 

Oggi come vive, cosa fa?

«Sono serena, non mi sono reinventata, faccio una vita nutrita da tante amicizie, non ho velleità da Grande Fratello come qualcuno ha scritto. Ne hanno scritte di bufale… Pure che Stefano De Martino, quello dei pacchi, era venuto ad Artissima per conoscermi.

 

Mi occupo di progettazione europea e fondi europei, sono vicepresidente di Savio Group Spa, che fa accessori per serramenti, e advisor di Ward Howell International, che seleziona leader per le aziende. Noi donne siamo state etichettate come fragili, ma dirci fragili con tutto quello che affrontiamo — lavoro, famiglia, cura dei genitori anziani — è un modo per pensare di gestirci. Io fragile non sono: io sono antifragile».

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