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L’INFETTIVOLOGO BASSETTI, A “L’ARIA CHE TIRA”, STRACCIA IL DPCM DI CONTE: “NON SARÀ SUFFICIENTE, DOVEVAMO AGIRE SU ANZIANI E FRAGILI. SE NON METTIAMO IN SICUREZZA QUESTE DUE CATEGORIE È INUTILE CHE CHIUDIAMO I RISTORANTI” - “QUANDO SI ACCENTRANO COSÌ TANTO LE DECISIONI E I POTERI È EVIDENTE CHE SE LE COSE VANNO BENE TI PRENDERAI TUTTI I MERITI, SE LE COSE VANNO MALE QUALCUNO SI DEVE PRENDERE LE SUE RESPONSABILITÀ…”. - VIDEO

 

 

Da www.liberoquotidiano.it

 

matteo bassetti a l aria che tira

Secondo l'infettivologo Matteo Bassetti, la situazione attuale dell'epidemia è da attribuire in buona parte al Comitato tecnico scientifico. "Ci hanno sempre detto che governa e comanda solo il CTS, per le quarantene, il doppio tampone e tante altre cose. E quando si accentrano così tanto le decisioni e i poteri è evidente che se le cose vanno bene ti prenderai tutti i meriti, se le cose vanno male qualcuno si deve prendere le sue responsabilità".

 

 

Matteo Bassetti

In collegamento con L'Aria che tira su La7, l'infettivologo direttore della clinica di malattie infettive del San Martino di Genova stronca senza mezzi termini il Dpcm firmato domenica mattina dal premier Giuseppe Conte, che prevede il coprifuoco alle 18 per ristoranti e bar e la chiusura totale di cinema, teatri, piscine e palestre fino al 24 novembre.

 

Matteo Bassetti

"Quando si prende una decisione bisogna attendere che questa funzioni, dopo pochi giorni dopo è arrivato un altro Dpcm - contesta Bassetti, riferendosi al precedente decreto d'emergenza del governo di fatto superato dagli eventi e stracciato in poche ore -. È evidente che non sarà sufficiente, dovevamo agire su quelle che sono le categorie oggi più colpite da quest'infezione, che sono gli anziani e i fragili. Se noi non mettiamo in sicurezza queste due categorie è inutile che chiudiamo i ristoranti".

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Anche a costo, spiegava nei giorni scorsi Bassetti, di prevedere un "lockdown mirato" e isolare in casa proprio gli anziani e i più esposti al contagio. Scelta dolorosa ma inevitabile, per non bloccare ancora una volta il tessuto produttivo italiano.