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(ANSA) - La Corte Suprema dell'India ha severamente condannato ieri "a cosiddetta "giustizia dei bulldozer" e affermato senza mezzi termini che "demolire la proprietà di un cittadino solo perché accusato, o condannato, è un gesto arbitrario, contrario alla Costituzione".
I magistrati dell'alta corte hanno anche criticato le autorità degli stati indiani che negli ultimi anni hanno ripetutamente ordinato le demolizioni di case, negozi, proprietà di cittadini "scomodi" e hanno stilato linee guida che prevedono che i titolari di proprietà da radere al suolo vengano informato con notifiche ufficiali e abbiano il tempo di opporsi. La Corte Suprema, la più alta istituzione giuridica indiana, era stata chiamata a discuterne dopo una serie di petizioni presentate da associazioni dei diritti civili.
Tra queste, Amnesty International ha accolto la decisione definendola "storica". Secondo l'organizzazione per i diritti umani, il verdetto porrà fine al clima di impunità che ha reso possibile la pratica "disumana di punire le persone privandole dei loro beni, e servirà come deterrente della campagna di odio, molestie e violenza verso le minoranze, in particolare verso i musulmani, che sono stati il target preferito dei raid coi bulldozer".
Agnes Callamard, la segretaria generale ha ricordato che le demolizioni sono state spesso "istigate da alti vertici dei governi"; citando gli stati dell'Uttar Pradesh, Haryana, Madhya Pradesh, Maharashtra, Assam e Gujarat, tutti guidati da esponenti del Bjp, il partito nazionalista indù del premier indiano, Narendra Modi, Callamard ha chiesto che i responsabili siano chiamati a rispondere dell'accaduto.
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