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DAI RAPPORTI CON GIANFRANCO FINI ALL’ESTRADIZIONE FINO AL RITORNO AI CARAIBI: FRANCESCO CORALLO DOPO UN ANNO È DI NUOVO A SINT MAARTEN - NEI GUAI PER RICICLAGGIO E I GIRI DI SOLDI CON I TULLIANI, IL RE DEL GIOCO E’ STATO RINVIATO A GIUDIZIO MA PUO’ DORMIRE SOGNI TRANQUILLI: IL SUO LEGALE È IL MINISTRO GIULIA BONGIORNO
Fabio Amendolara per “la Verità”
I cronisti del quotidiano Daily Herald l' hanno avvistato mentre salutava i suoi dipendenti nel casinò Dunes di Sint Maarten, piccola realtà caraibica delle Antille olandesi, nota come paradiso fiscale. Il re del gioco d' azzardo online che per diversi mesi ha avuto l' obbligo di firma a Roma è tornato a viaggiare. Dopo che il gup Elvira Tamburelli lo ha rinviato a giudizio con l' accusa di essere a capo di un' associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all' evasione fiscale.
Francesco Corallo in Italia è difeso da Giulia Bongiorno, che nel frattempo è diventata ministro della Funzione pubblica. I giornalisti del giornale dell' isola raccontano di un giro veloce delle sue attività per salutare i dipendenti. I cronisti hanno provato a contattare un portavoce della Procura di Sint Maarten, ma è stato spiegato loro che del caso si occupano esclusivamente le autorità italiane: «Il portavoce del procuratore Norman Serphos ha detto che al momento non sono disponibili informazioni sul caso e ha consigliato a questo giornale di contattare le autorità italiane per maggiore chiarezza», hanno scritto i cronisti del Daily Herald.
FRANCESCO CORALLO TRA DUE AGENTI DI POLIZIA DI SINT MAARTEN
«La Procura di Sint Maarten ha sempre sostenuto che l' arresto di Corallo era basato sulle richieste delle autorità italiane. Serphos ha ribadito che Sint Maarten non aveva prove sufficienti contro Corallo». E infatti gli investigatori della Guardia di finanza di Roma scoprirono che l' imprenditore, intimo dell' ex presidente della Camera Gianfranco Fini, grazie al supporto con la famiglia di Elisabetta Tulliani (compagna del fondatore di An), era riuscito a mettere da parte una ricchezza.
L' inchiesta è quella che ha smantellato l' associazione transnazionale dedita a reati fiscali, al peculato e al riciclaggio, capeggiata, secondo l' accusa, proprio da Corallo. Il quale avrebbe trasferito illegalmente 215 milioni di euro, stornandone ben 7 per i Tulliani. I profitti illeciti sottratti al fisco da Corallo sarebbero quindi stati reimpiegati proprio dai Tulliani, anche con l' acquisto della casa di Montecarlo.
La famosa casa nel principato monegasco: l' appartamento in boulevard Princesse Charlotte svenduto dal partito di Fini e fruttato ai Tulliani (grazie ai soldi di Corallo) 1 milione di euro tondo tondo. Un affare che, però, stando a quanto ha svelato l' inchiesta, era solo la punta dell' iceberg. Dalla ricostruzione complessiva che fanno i magistrati, emergono censure pesantissime sull' attività politica dell' ex leader di Alleanza nazionale. La relazione tra Corallo e Fini, nata proprio con una vacanza a Sint Maartin nel 2004 e proseguita con gli investimenti sulla famiglia Tulliani, aveva «condizionato», secondo l' accusa, «la vita parlamentare».
Corallo, insomma, ha piegato l' attività istituzionale ai suoi interessi grazie a quel rapporto col leader di An. Un collegamento «che ha lasciato tracce del transito di somme di denaro in occasione dell' adozione di provvedimenti di legge di estremo favore per Corallo». Ossia gli aiutini, da sempre negati dall' ex presidente di Alleanza nazionale perfino davanti ai magistrati, che hanno permesso a Corallo in quegli anni di diventare il magnate del poker online.
Nell' indagine è subito emerso che le imprese di Corallo «erano qualificabili, in realtà, come strutture di sistematica violazione degli obblighi fiscali (non versavano il Preu, il prelievo erariale unico legato alla tassazione sul gioco d' azzardo legalizzato, ndr)». Insomma, evadevano le tasse. L' arresto di Corallo risale al dicembre del 2016.
Ma la sua estradizione, che è dovuta passare prima per la Corte di giustizia di Philipsburg a Sint Maarten e che è stata approvata dal governatore locale solo il 4 agosto 2017, è avvenuta di fatto il 16 agosto. Meno di un anno dopo, Corallo torna a Sint Maarten. Mercoledì si è presentato a lavoro con il suo avvocato Roy Moes. Per ripartire dal suo storico Casinò Le Dune.
Anche in Italia le cose sembrano essersi messe meglio per le attività di Corallo. Come hanno annunciato i vertici della Global starnet, l' azienda dell' imprenditore di origine siciliana. Il gip del Tribunale di Roma, in data 6 luglio 2018, ha confermato l' autorizzazione in favore della società, già rilasciata con un provvedimento del 17 gennaio 2018, «per la prosecuzione della sua attività di concessionario dello Stato per il gioco pubblico». Pertanto «permane inalterata la piena operatività del concessionario e il suo impegno a sviluppare e a portare avanti nuovi progetti nel settore delle cosiddette new slot e delle videolottery, nonché per un gioco legale responsabile».
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